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Anastasia Bay / Habima Fuchs – Contemporary Archaeology
Doppia personale con opere pittoriche di Anastasia Bay e Habima Fuchs. Un’inaugurazione speciale per visitare durante tutta la giornata di Sabato 12 Settembre – dalle 11:00 alle 20:00 – la mostra ‘Contemporary Archaeology’, in presenza del critico Domenico de Chirico e delle due artiste.
Comunicato stampa
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Lo studio ponderato del mondo contemporaneo attuato mediante l’utilizzo delle metodologie archeologiche convenzionali nasce già tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, concentrando la disputa sull’idea che l’archeologia debba indagare i fenomeni tipici della società contemporanea, distaccandosi così dalla visione dell’archeologia tradizionale tesa a costruire modelli utili all’interpretazione e alla comprensione delle famigerate società arcaiche. È tuttavia negli anni duemila che è sancita ufficialmente la nascita dell’archeologia contemporanea come disciplina a tutti gli effetti, così da poter finalmente consentire alla società contemporanea di diventare oggetto indiscusso di tale ricerca. Inoltre, negli ultimi due decenni l’archeologia contemporanea si è costantemente evoluta e confrontata con i cambiamenti della nostra società, ponendo la traccia materiale al centro delle proprie riflessioni. Tuttavia, ciò che qui risulta essere rilevante è l’andamento opposto di questa metodologia, inteso non più come un’indagine a ritroso bensì come un’analisi dei calcinacci del mondo sia moderno sia contemporaneo come unica, seppur ambivalente, chiave di lettura del nostro mondo, quello attuale, e dei suoi possibili sviluppi.
Alla luce di tale premessa, in “Contemporary archeology” l’attualità si mescola allo storicizzato e viceversa ed ecco dunque che le due traiettorie di ricerca in mostra diventano incidenti: da un lato, Anastasia Bay indaga l’evoluzione del corpo umano tra diktat estetici perentori e sempre mutevoli unita al potenziale energetico del corpo stesso, dall’altro Habima Fuchs si cimenta con la trasmutazione della natura in bilico tra reperti archeologici ereditati e nuove e folgoranti forme di vita, aspetti caratteristici della dialettica interna alle opere in mostra fatta di rinvii semantici. Come scrisse Michel Foucault nel 1966 «…l’archeologia (è) un metodo di descrizione del pensiero» poiché l’atto dello scavare, tipico dell’archeologia, non tocca soltanto elementi inanimati ma, in quanto metodo di ricerca, indaga a fondo anche nell’evoluzione storica del pensiero umano e della coscienza collettiva. Così il metodo archeologico dischiude categoricamente due istanze: dichiarare chiusa l’antropologia umanistica e rilevare la sua presenza reattiva che tuttavia si oppone alla riduzione governamentale, tipica del termine-concetto governo e dell’inerente capacità foucoltiana di “strutturare il campo di azione possibile degli altri”, di tutte le forme di vita in ambito terrestre.
L’arte pittorica di Anastasia Bay trasuda umorismo satirico-caricaturale e indaga il potenziale della figura umana avvalendosi di tutte le sue componenti e delle svariate posizioni assumibili dai relativi segmenti corporei nonché dal loro modo di riempire o spostare lo spazio. Da un punto di vista di esecuzione, seziona il corpo in frammenti simbolici spingendo la figurazione, volutamente rappresentata, ai limiti dell’assurdo. Bay raffigura tutti i soggetti, scrupolosamente scelti, in modo grafico, raffinatamente uniforme e leggero, utilizzando linee precise che spesso risultano essere consapevolmente stratificate. Lo sfondo delle sue opere è volutamente eseguito con pennellate ruvide e irregolari che conferiscono, in ultima istanza, unicità a ciascuna opera d’arte.
Le sculture, i disegni, i dipinti e le installazioni di Habima Fuchs sono il risultato di un serio impegno volto alla scoperta dei fenomeni profondi della vita, in bilico tra vulnerabilità e inconfutabilità, caducità e persistenza, bene e male, natura e artificio, caldo e freddo. Attraverso una stretta ricerca filosofica e un’analisi intensiva dell’iconografia religiosa e mitologica, attraversando tutte le fasi della teologia moderna, Fuchs genera elegantemente forme ibride che cancellano le consuete distinzioni tra le forme tangibili e quelle intangibili dell’essere e dell’apparire, accentuando così l’interrelazione tra le entità e il loro ambiente, sincronizzando alcuni punti di comprensione di diverse tradizioni culturali che tra di esse di avviluppano. È una sorta di “visual transformative philosophy”, espressione recentemente coniata dall’artista stessa, un excursus, tutt’altro che aleatorio, nel mondo empirico-odeporico costantemente nutrito dall’esperienza immediata che a sua volta apre il campo delle possibilità, una “missione impossibile” che genera risultati interessanti, nuovi, utili ed esteticamente sorprendenti per progredire nell’ambito dello gnosticismo. (Domenico De Chirico)
Alla luce di tale premessa, in “Contemporary archeology” l’attualità si mescola allo storicizzato e viceversa ed ecco dunque che le due traiettorie di ricerca in mostra diventano incidenti: da un lato, Anastasia Bay indaga l’evoluzione del corpo umano tra diktat estetici perentori e sempre mutevoli unita al potenziale energetico del corpo stesso, dall’altro Habima Fuchs si cimenta con la trasmutazione della natura in bilico tra reperti archeologici ereditati e nuove e folgoranti forme di vita, aspetti caratteristici della dialettica interna alle opere in mostra fatta di rinvii semantici. Come scrisse Michel Foucault nel 1966 «…l’archeologia (è) un metodo di descrizione del pensiero» poiché l’atto dello scavare, tipico dell’archeologia, non tocca soltanto elementi inanimati ma, in quanto metodo di ricerca, indaga a fondo anche nell’evoluzione storica del pensiero umano e della coscienza collettiva. Così il metodo archeologico dischiude categoricamente due istanze: dichiarare chiusa l’antropologia umanistica e rilevare la sua presenza reattiva che tuttavia si oppone alla riduzione governamentale, tipica del termine-concetto governo e dell’inerente capacità foucoltiana di “strutturare il campo di azione possibile degli altri”, di tutte le forme di vita in ambito terrestre.
L’arte pittorica di Anastasia Bay trasuda umorismo satirico-caricaturale e indaga il potenziale della figura umana avvalendosi di tutte le sue componenti e delle svariate posizioni assumibili dai relativi segmenti corporei nonché dal loro modo di riempire o spostare lo spazio. Da un punto di vista di esecuzione, seziona il corpo in frammenti simbolici spingendo la figurazione, volutamente rappresentata, ai limiti dell’assurdo. Bay raffigura tutti i soggetti, scrupolosamente scelti, in modo grafico, raffinatamente uniforme e leggero, utilizzando linee precise che spesso risultano essere consapevolmente stratificate. Lo sfondo delle sue opere è volutamente eseguito con pennellate ruvide e irregolari che conferiscono, in ultima istanza, unicità a ciascuna opera d’arte.
Le sculture, i disegni, i dipinti e le installazioni di Habima Fuchs sono il risultato di un serio impegno volto alla scoperta dei fenomeni profondi della vita, in bilico tra vulnerabilità e inconfutabilità, caducità e persistenza, bene e male, natura e artificio, caldo e freddo. Attraverso una stretta ricerca filosofica e un’analisi intensiva dell’iconografia religiosa e mitologica, attraversando tutte le fasi della teologia moderna, Fuchs genera elegantemente forme ibride che cancellano le consuete distinzioni tra le forme tangibili e quelle intangibili dell’essere e dell’apparire, accentuando così l’interrelazione tra le entità e il loro ambiente, sincronizzando alcuni punti di comprensione di diverse tradizioni culturali che tra di esse di avviluppano. È una sorta di “visual transformative philosophy”, espressione recentemente coniata dall’artista stessa, un excursus, tutt’altro che aleatorio, nel mondo empirico-odeporico costantemente nutrito dall’esperienza immediata che a sua volta apre il campo delle possibilità, una “missione impossibile” che genera risultati interessanti, nuovi, utili ed esteticamente sorprendenti per progredire nell’ambito dello gnosticismo. (Domenico De Chirico)
12
settembre 2020
Anastasia Bay / Habima Fuchs – Contemporary Archaeology
Dal 12 settembre al 31 ottobre 2020
arte contemporanea
Location
G / A R T / E N
Como, Via Francesco Anzani, 25a, (CO)
Como, Via Francesco Anzani, 25a, (CO)
Orario di apertura
10-13 e 15-19
Vernissage
12 Settembre 2020, 11:00 - 20:00
In presenza delle artiste e di Domenico de Chirico, autore del testo critico della mostra.
Autore
Curatore
Autore testo critico