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Andrea Francolino – Queste lunghe soglie mutevoli
Mazzoleni presenta il progetto site-specific di Andrea Francolino “Queste lunghe soglie mutevoli”, curato da Ilaria Bignotti negli ambienti di Spazio Contemporanea a Brescia. La mostra è inserita all’interno della programmazione ufficiale di “Meccaniche della Meraviglia 14” – Brescia.
Comunicato stampa
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Andrea Francolino (Bari, 1979. Vive e lavora a Milano) interviene negli ambienti di Spazio Contemporanea con opere di ampio respiro e di forte impatto visuale, ideando un percorso in due tempi, contemplativo ed esperienziale, di profondo coinvolgimento del visitatore.
È la crepa l’elemento centrale dell’indagine dell’artista: in mostra, essa è immagine ricorrente, declinata in molteplici dimensioni e verificata nella sua relazione e intervento su diversi materiali, dalla terra al cemento al vetro.
Testimonianza di un paesaggio disgregato eppur armonico, in un equilibrio delicato e alchemico dove la materia confligge con il tempo e ripensa lo spazio del vissuto, la crepa è intesa da Francolino nella sua funzione positiva e rigenerante, come segno e direzione di una nuova possibilità, di un riscatto dell’uomo e della sua storia che parte dall’interruzione e dalla rottura.
Da qui il titolo della mostra, Queste lunghe soglie mutevoli (these long shifting thresholds), ispirato da un verso dei Four Poems di Samuel Beckett: la composizione poetica, drammatica dichiarazione di un’impossibile risoluzione tra la ciclicità della vita e la sua indistricabile incomunicabilità, rappresenta in un certo senso quella visione negativa e apocalittica della storia e dell’uomo restituita nel secondo dopoguerra da molta letteratura e arte: Francolino parte da qui e, attraverso la crepa, emerge la storia dei nostri tempi. Eleggendo la crepa a metafora di un nuovo, possibile percorso dell’uomo nel mondo, dove la frattura è stimolo e immagine di una potenziale rinascita, di una fertile ricucitura dell’icona alla parola, nella rimessa in gioco della vita, fosse solo per la sua fatale verità di dover esser vissuta. In una ciclicità che lo spettatore proverà ad attraversare e ricomporre, alla ricerca di una nuova armonia: nata, anche, dal caso e dal caos.
In quanto tradizionalmente immagine della non linearità e dell’interruzione dell’ordine dato e precostituito, la crepa diventa anche spia interpretativa dell’intera indagine di Francolino: l’artista da sempre agisce in quell’area instabile e imprendibile che lo porta a non essere classificabile in alcuna categoria precostituita, ma a muoversi liberamente nei linguaggi, in nome di un coraggio che è resiliente capacità di pensare forme e materiali in modo spregiudicato e contaminante: al punto da cercare di trasformare l’icona della frattura e della ferita, la crepa, in immagine di armonia e di rigenerazione.
La mostra è sostenuta dalla Galleria Mazzoleni, London-Torino che rappresenta il lavoro dell’artista.
Immagini allegate e didascalie delle opere
Caso per caos x infinite variabili, 2017-2018
Vetri, cornici in legno con vetro, 36 elementi, ciascuno composto da un vetro rotto casualmente e tre vetri intagliati a mano disposti in quattro versi differenti, 47, 9 x 37,8 cm; misure complessive 300x230 cm circa.
A-biotic, 2017
Sansevieria, vasi di terracotta, terra, tondini di acciaio per calcestruzzo, legno naturale e dipinto, dimensioni variabili.
Andrea Francolino. Nota bio-bibliografica
Andrea Francolino (Bari, 1979) è uno dei quattro fondatori di The Open Box, spazio no profit per l’arte contemporanea con sede a Milano, città in cui vive e lavora. Nel 2013 l’opera Et onne Tempo gli vale il Premio S. Fedele 2013-2014. Un lavoro installativo, effimero e fragile che riporta, con l’uso della polvere di cemento, la pianta del più grande centro commerciale esistente al mondo. L’opera pone lo spettatore dinnanzi alla riflessione sull’esasperazione del consumismo contemporaneo e sulla vanitas umana.
Il rapporto tra uomo/prodotto e natura/creato è invece alla base di Performance di una pianta (2013-2015), cumulo di macerie di opere distrutte e poste fuori dallo studio dell’artista in attesa di essere smaltite, da cui nasce spontaneamente una pianta: è la Natura che si riafferma e dona nuova vita a ciò che è ormai inerte e abbandonato. L’opera è esposta nella mostra permanente Contemporanee / Contemporanei, che raccoglie parte della collezione di Giorgio Fasol presso il Polo Santa Marta dell’Università di Verona.
A partire dal 2015 Francolino si dedica a Percorsi, serie di calchi di crepe in polvere di cemento impresse su carta. Il titolo di ogni opera riporta giorno, ora e coordinate satellitari del luogo in cui sono state realizzare consentendo la localizzazione spazio-temporale della sua azione artistica. La crepa assurge a simbolo della fragilità umana, del suo creato e della sua cultura, diventa testimonianza del deperimento delle cose. La dicotomia tra assenza e presenza, vuoto e pieno è particolarmente evidente nell’opera 7 inversi2 (2018), costituita da 7 fogli incorniciati, precedentemente strappati nella zona mediana. Il contrasto cromatico delle parti rispecchia l’eterogeneità dei materiali: terra e cemento. Questi due elementi si fondono nel pannello centrale, omogeneo e privo di divisione, che diventa luogo armonico di incontro tra elementi per natura opposti. La riflessione sui fattori della società contemporanea (consumismo, materialismo, ecologismo) in relazione alla condizione umana, porta l’artista a realizzare, nel 2018 presso MAAM, Museo delle Arti Applicate nel Mobile contemporaneo, Villa Dionisi a Cerea, l’intervento Econcrethic. Il titolo nasce dalla crasi delle tre parole ecologia, concrete (nella duplice accezione di calcestruzzo dall’inglese e dell’aggettivo “concreto”) ed ethic, tutti elementi chiave delle riflessioni portate avanti negli anni precedenti. La realizzazione di queste opere site specific avviene in luoghi di natura diversa: in zone periferiche o di degrado o in nuove realtà sensibili al rapporto tra Natura e paesaggio urbano. Tramite la pratica del Crack Garden, il suolo viene scalfito in maniera tale da restituire le coordinate geografiche del luogo leggibili tramite la visione satellitare.
Nel 2018 prosegue la ricerca sulle fratture: la crepa diventa protagonista totale di un’opera che porta il suo nome. Su un muro presso Spazio Aperto San Fedele appare una fessura che l’artista riveste con foglie d’oro 22kt che fanno risplendere la materia e vibrare il vuoto. Come afferma Francolino, “la crepa, manifestazione oggettiva di un processo in divenire nella sua centralità rivela il legame tra gli opposti generando riflessioni infinite”. Questo statement risulta punto di partenza per la produzione delle più recenti opere che ripropongono il metodo artistico di Percorsi, sfruttandone le infinite possibilità.
Tra le mostre personali principali figurano “Intra materia Natura infinita”, Milano, Spazio Aperto San Fedele, 2018 e “Caso x Caos x Infinite Variabili”, Milano, The Open Box, 2018. I suoi lavori fanno parte di importanti collezioni tra cui Alain Servais, Bruxelles; VAF Stiftung – Fondazione VAF, Francoforte; Fondazione Culturale San Fedele, Milano.
--
MECCANICHE DELLA MERAVIGLIA 14
Founded and directed by Albano Morandi
Andrea Francolino. Queste lunghe soglie mutevoli (these long shifting thresholds) Curated by Ilaria Bignotti
12 September – 11 October 2020
Opening: Saturday 12 September 2020
Spazio Contemporanea, Corsetto Sant’Agata, 22, Brescia
In collaboration with ACME Art Lab and Mazzoleni, London – Torino
Andrea Francolino (Bari, 1979. Living and working in Milan) will be presented at Spazio Contemporanea with wide-ranging works of great visual impact, devising a two-step process, contemplative and experiential, of deep involvement of the visitor. The crack is the central element of the artist's investigation: in the exhibition, it is a recurring image, declined in multiple dimensions and verified in its relationship and intervention on different materials, from ground to concrete and glass. Testimony of a disintegrated yet harmonious landscape, in a delicate and alchemical balance where matter conflicts with time and rethinks the space of experience, the crack is thought by Francolino in its positive and regenerating function, as a sign and direction of a new possibility, as a redemption of man and his history that begins from interruption and rupture. Hence the title of the exhibition, Queste lunghe soglie mutevoli (these long shifting thresholds), inspired by a verse from Samuel Beckett's Four Poems: the poetic composition, a dramatic declaration of an impossible resolution between the cyclical nature of life and its inextricable incommunicability, represents in a certain sense that negative and apocalyptic vision of history and man restored after World War in literature and art: Francolino starts from here and, through the crack, the history of our times emerges. The crack is a metaphor for a possible path of man in the world, where the fracture is the stimulus and image of a potential rebirth, of a fertile mending of the icon to the word, in the reopening of life, if only for its fatal truth of being lived: in a cyclicality that the spectator will try to cross and recompose, in search of a new harmony that is born, also, from chance and chaos. As a traditional image of non-linearity and interruption of the given and pre-established order, the crack also becomes an interpretative sign of Francolino's entire investigation: the artist has always acted in that unstable and impregnable area that leads him not to be classified in any pre-constituted category, but to move freely in languages, in the name of a resilient ability to think forms and materials in an unscrupulous and contaminating way: to the point of trying to transform the icon of fracture and wound, the crack, into an image of harmony and regeneration. The exhibition is supported by Galleria Mazzoleni, London-Turin, which represents the artist's estate.
Artworks
Caso per caos x infinite variabili, 2017-2018
Glass, wooden frame with glass, composed of a casually broken piece of glass and three pieces of glass engraved by hand arranged in four different ways,
36 elements, 47,9 x 37,8 cm
A-biotic, 2017
Sansevieria. Terracotta pots, earth, steel rods for concrete, natural and painted wood Variable dimensions
Andrea Francolino, biography
Andrea Francolino (Bari,1979) is one of the four founders of The Open Box, a non-profit space for contemporary art in Milan, where he lives and works. In 2013 the work Et onne Tempo earned him the San Fedele Prize 2013/2014. This installation, an ephemeral and fragile work, made with concrete powder, reproduces the map of the biggest shopping mall in the world. The work encourages the viewer to reflect upon the aggravation of contemporary mass consumption and human vanitas. The relationship between human being/product and nature/creation is the bedrock of Performance di una pianta (2013- 2015), a heap of rubble composed of fragments of works destroyed and set aside from which a plant sprouts spontaneously: it’s Nature reaffirming itself and giving new life to what is inert and abandoned. Commencing from 2015 Francolino dedicates his practice to Percorsi, a series of crack casts made of concrete powder imprinted on paper. Every work has a title that reports the day, hour and satellite coordinates of the place where the work is made and offers the chance to localize his artistic action in space and time. The crack symbolises human fragility, humanity’s creation and culture, and also their deterioration. The dichotomy between absence and presence, void and full is evident in the work 7 inversi2 (2018), consisting of 7 framed sheets of paper previously ripped down the middle. The chromatic contrast of sections reflects the heterogeneity of materials: soil and concrete. These two elements blend in the central, uniform and rip-free panel, which becomes now the harmonious meeting place of two elements of opposing nature. The reflection upon contemporary society factors (consumerism, materialism, ecologism) put in relation to the human condition, led the artist to realize in 2018 at the Parco Arte Vivente in Turin the artistic intervention Econcrethic. The title comes from the crasis of the three words ecology, concrete (with the double meaning of the noun and the adjective) and ethic, key elements of reflections carried on during the previous years. The creation of these site-specific works in different locations, such as suburban, derelict areas or new realities, is sensitive to the relationship between Nature and urban landscape. Through the Land Art practice of “Crack Garden”, which involves the ground being cut, the work is visible from a satellite view. In 2018 his research on cracks continued: the crack becomes the main feature of his work. On a wall of the Spazio Aperto San Fedele, Milan, the artist covered a fissure with 22-carat gold leaf, making the matter shine and the void seemingly to tremble. As Francolino declares, “as an objective expression of an ongoing process, the crack suggests – and sometimes reveals – the connection between the opposites and generates an infinite reflection and contemplation”. This statement is the starting point of the production of the most recent works that propose again the artistic method of Percorsi, utilising its endless possibilities. Some of the artist’s major solo shows include Intra materia Natura infinita, Milan, Spazio Aperto San Fedele, 2018 and Caso x Caos x Infinite Variabili, The Open Box, Milan,2018. His works belong to influential collections such as Alain Servais, Brussels; VAF Stiftung – VAF Foundation, Frankfurt; Fondazione Culturale San Fedele, Milan.
È la crepa l’elemento centrale dell’indagine dell’artista: in mostra, essa è immagine ricorrente, declinata in molteplici dimensioni e verificata nella sua relazione e intervento su diversi materiali, dalla terra al cemento al vetro.
Testimonianza di un paesaggio disgregato eppur armonico, in un equilibrio delicato e alchemico dove la materia confligge con il tempo e ripensa lo spazio del vissuto, la crepa è intesa da Francolino nella sua funzione positiva e rigenerante, come segno e direzione di una nuova possibilità, di un riscatto dell’uomo e della sua storia che parte dall’interruzione e dalla rottura.
Da qui il titolo della mostra, Queste lunghe soglie mutevoli (these long shifting thresholds), ispirato da un verso dei Four Poems di Samuel Beckett: la composizione poetica, drammatica dichiarazione di un’impossibile risoluzione tra la ciclicità della vita e la sua indistricabile incomunicabilità, rappresenta in un certo senso quella visione negativa e apocalittica della storia e dell’uomo restituita nel secondo dopoguerra da molta letteratura e arte: Francolino parte da qui e, attraverso la crepa, emerge la storia dei nostri tempi. Eleggendo la crepa a metafora di un nuovo, possibile percorso dell’uomo nel mondo, dove la frattura è stimolo e immagine di una potenziale rinascita, di una fertile ricucitura dell’icona alla parola, nella rimessa in gioco della vita, fosse solo per la sua fatale verità di dover esser vissuta. In una ciclicità che lo spettatore proverà ad attraversare e ricomporre, alla ricerca di una nuova armonia: nata, anche, dal caso e dal caos.
In quanto tradizionalmente immagine della non linearità e dell’interruzione dell’ordine dato e precostituito, la crepa diventa anche spia interpretativa dell’intera indagine di Francolino: l’artista da sempre agisce in quell’area instabile e imprendibile che lo porta a non essere classificabile in alcuna categoria precostituita, ma a muoversi liberamente nei linguaggi, in nome di un coraggio che è resiliente capacità di pensare forme e materiali in modo spregiudicato e contaminante: al punto da cercare di trasformare l’icona della frattura e della ferita, la crepa, in immagine di armonia e di rigenerazione.
La mostra è sostenuta dalla Galleria Mazzoleni, London-Torino che rappresenta il lavoro dell’artista.
Immagini allegate e didascalie delle opere
Caso per caos x infinite variabili, 2017-2018
Vetri, cornici in legno con vetro, 36 elementi, ciascuno composto da un vetro rotto casualmente e tre vetri intagliati a mano disposti in quattro versi differenti, 47, 9 x 37,8 cm; misure complessive 300x230 cm circa.
A-biotic, 2017
Sansevieria, vasi di terracotta, terra, tondini di acciaio per calcestruzzo, legno naturale e dipinto, dimensioni variabili.
Andrea Francolino. Nota bio-bibliografica
Andrea Francolino (Bari, 1979) è uno dei quattro fondatori di The Open Box, spazio no profit per l’arte contemporanea con sede a Milano, città in cui vive e lavora. Nel 2013 l’opera Et onne Tempo gli vale il Premio S. Fedele 2013-2014. Un lavoro installativo, effimero e fragile che riporta, con l’uso della polvere di cemento, la pianta del più grande centro commerciale esistente al mondo. L’opera pone lo spettatore dinnanzi alla riflessione sull’esasperazione del consumismo contemporaneo e sulla vanitas umana.
Il rapporto tra uomo/prodotto e natura/creato è invece alla base di Performance di una pianta (2013-2015), cumulo di macerie di opere distrutte e poste fuori dallo studio dell’artista in attesa di essere smaltite, da cui nasce spontaneamente una pianta: è la Natura che si riafferma e dona nuova vita a ciò che è ormai inerte e abbandonato. L’opera è esposta nella mostra permanente Contemporanee / Contemporanei, che raccoglie parte della collezione di Giorgio Fasol presso il Polo Santa Marta dell’Università di Verona.
A partire dal 2015 Francolino si dedica a Percorsi, serie di calchi di crepe in polvere di cemento impresse su carta. Il titolo di ogni opera riporta giorno, ora e coordinate satellitari del luogo in cui sono state realizzare consentendo la localizzazione spazio-temporale della sua azione artistica. La crepa assurge a simbolo della fragilità umana, del suo creato e della sua cultura, diventa testimonianza del deperimento delle cose. La dicotomia tra assenza e presenza, vuoto e pieno è particolarmente evidente nell’opera 7 inversi2 (2018), costituita da 7 fogli incorniciati, precedentemente strappati nella zona mediana. Il contrasto cromatico delle parti rispecchia l’eterogeneità dei materiali: terra e cemento. Questi due elementi si fondono nel pannello centrale, omogeneo e privo di divisione, che diventa luogo armonico di incontro tra elementi per natura opposti. La riflessione sui fattori della società contemporanea (consumismo, materialismo, ecologismo) in relazione alla condizione umana, porta l’artista a realizzare, nel 2018 presso MAAM, Museo delle Arti Applicate nel Mobile contemporaneo, Villa Dionisi a Cerea, l’intervento Econcrethic. Il titolo nasce dalla crasi delle tre parole ecologia, concrete (nella duplice accezione di calcestruzzo dall’inglese e dell’aggettivo “concreto”) ed ethic, tutti elementi chiave delle riflessioni portate avanti negli anni precedenti. La realizzazione di queste opere site specific avviene in luoghi di natura diversa: in zone periferiche o di degrado o in nuove realtà sensibili al rapporto tra Natura e paesaggio urbano. Tramite la pratica del Crack Garden, il suolo viene scalfito in maniera tale da restituire le coordinate geografiche del luogo leggibili tramite la visione satellitare.
Nel 2018 prosegue la ricerca sulle fratture: la crepa diventa protagonista totale di un’opera che porta il suo nome. Su un muro presso Spazio Aperto San Fedele appare una fessura che l’artista riveste con foglie d’oro 22kt che fanno risplendere la materia e vibrare il vuoto. Come afferma Francolino, “la crepa, manifestazione oggettiva di un processo in divenire nella sua centralità rivela il legame tra gli opposti generando riflessioni infinite”. Questo statement risulta punto di partenza per la produzione delle più recenti opere che ripropongono il metodo artistico di Percorsi, sfruttandone le infinite possibilità.
Tra le mostre personali principali figurano “Intra materia Natura infinita”, Milano, Spazio Aperto San Fedele, 2018 e “Caso x Caos x Infinite Variabili”, Milano, The Open Box, 2018. I suoi lavori fanno parte di importanti collezioni tra cui Alain Servais, Bruxelles; VAF Stiftung – Fondazione VAF, Francoforte; Fondazione Culturale San Fedele, Milano.
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MECCANICHE DELLA MERAVIGLIA 14
Founded and directed by Albano Morandi
Andrea Francolino. Queste lunghe soglie mutevoli (these long shifting thresholds) Curated by Ilaria Bignotti
12 September – 11 October 2020
Opening: Saturday 12 September 2020
Spazio Contemporanea, Corsetto Sant’Agata, 22, Brescia
In collaboration with ACME Art Lab and Mazzoleni, London – Torino
Andrea Francolino (Bari, 1979. Living and working in Milan) will be presented at Spazio Contemporanea with wide-ranging works of great visual impact, devising a two-step process, contemplative and experiential, of deep involvement of the visitor. The crack is the central element of the artist's investigation: in the exhibition, it is a recurring image, declined in multiple dimensions and verified in its relationship and intervention on different materials, from ground to concrete and glass. Testimony of a disintegrated yet harmonious landscape, in a delicate and alchemical balance where matter conflicts with time and rethinks the space of experience, the crack is thought by Francolino in its positive and regenerating function, as a sign and direction of a new possibility, as a redemption of man and his history that begins from interruption and rupture. Hence the title of the exhibition, Queste lunghe soglie mutevoli (these long shifting thresholds), inspired by a verse from Samuel Beckett's Four Poems: the poetic composition, a dramatic declaration of an impossible resolution between the cyclical nature of life and its inextricable incommunicability, represents in a certain sense that negative and apocalyptic vision of history and man restored after World War in literature and art: Francolino starts from here and, through the crack, the history of our times emerges. The crack is a metaphor for a possible path of man in the world, where the fracture is the stimulus and image of a potential rebirth, of a fertile mending of the icon to the word, in the reopening of life, if only for its fatal truth of being lived: in a cyclicality that the spectator will try to cross and recompose, in search of a new harmony that is born, also, from chance and chaos. As a traditional image of non-linearity and interruption of the given and pre-established order, the crack also becomes an interpretative sign of Francolino's entire investigation: the artist has always acted in that unstable and impregnable area that leads him not to be classified in any pre-constituted category, but to move freely in languages, in the name of a resilient ability to think forms and materials in an unscrupulous and contaminating way: to the point of trying to transform the icon of fracture and wound, the crack, into an image of harmony and regeneration. The exhibition is supported by Galleria Mazzoleni, London-Turin, which represents the artist's estate.
Artworks
Caso per caos x infinite variabili, 2017-2018
Glass, wooden frame with glass, composed of a casually broken piece of glass and three pieces of glass engraved by hand arranged in four different ways,
36 elements, 47,9 x 37,8 cm
A-biotic, 2017
Sansevieria. Terracotta pots, earth, steel rods for concrete, natural and painted wood Variable dimensions
Andrea Francolino, biography
Andrea Francolino (Bari,1979) is one of the four founders of The Open Box, a non-profit space for contemporary art in Milan, where he lives and works. In 2013 the work Et onne Tempo earned him the San Fedele Prize 2013/2014. This installation, an ephemeral and fragile work, made with concrete powder, reproduces the map of the biggest shopping mall in the world. The work encourages the viewer to reflect upon the aggravation of contemporary mass consumption and human vanitas. The relationship between human being/product and nature/creation is the bedrock of Performance di una pianta (2013- 2015), a heap of rubble composed of fragments of works destroyed and set aside from which a plant sprouts spontaneously: it’s Nature reaffirming itself and giving new life to what is inert and abandoned. Commencing from 2015 Francolino dedicates his practice to Percorsi, a series of crack casts made of concrete powder imprinted on paper. Every work has a title that reports the day, hour and satellite coordinates of the place where the work is made and offers the chance to localize his artistic action in space and time. The crack symbolises human fragility, humanity’s creation and culture, and also their deterioration. The dichotomy between absence and presence, void and full is evident in the work 7 inversi2 (2018), consisting of 7 framed sheets of paper previously ripped down the middle. The chromatic contrast of sections reflects the heterogeneity of materials: soil and concrete. These two elements blend in the central, uniform and rip-free panel, which becomes now the harmonious meeting place of two elements of opposing nature. The reflection upon contemporary society factors (consumerism, materialism, ecologism) put in relation to the human condition, led the artist to realize in 2018 at the Parco Arte Vivente in Turin the artistic intervention Econcrethic. The title comes from the crasis of the three words ecology, concrete (with the double meaning of the noun and the adjective) and ethic, key elements of reflections carried on during the previous years. The creation of these site-specific works in different locations, such as suburban, derelict areas or new realities, is sensitive to the relationship between Nature and urban landscape. Through the Land Art practice of “Crack Garden”, which involves the ground being cut, the work is visible from a satellite view. In 2018 his research on cracks continued: the crack becomes the main feature of his work. On a wall of the Spazio Aperto San Fedele, Milan, the artist covered a fissure with 22-carat gold leaf, making the matter shine and the void seemingly to tremble. As Francolino declares, “as an objective expression of an ongoing process, the crack suggests – and sometimes reveals – the connection between the opposites and generates an infinite reflection and contemplation”. This statement is the starting point of the production of the most recent works that propose again the artistic method of Percorsi, utilising its endless possibilities. Some of the artist’s major solo shows include Intra materia Natura infinita, Milan, Spazio Aperto San Fedele, 2018 and Caso x Caos x Infinite Variabili, The Open Box, Milan,2018. His works belong to influential collections such as Alain Servais, Brussels; VAF Stiftung – VAF Foundation, Frankfurt; Fondazione Culturale San Fedele, Milan.
12
settembre 2020
Andrea Francolino – Queste lunghe soglie mutevoli
Dal 12 settembre all'undici ottobre 2020
arte contemporanea
Location
SPAZIO CONTEMPORANEA
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Orario di apertura
Da giovedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30, domenica: ore 10.00-12.00 e 15.00-19-00
Vernissage
12 Settembre 2020, h 12.00-17.00
Ufficio stampa
Mazzoleni London - Torino
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini