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Sebastian Behmann / Olafur Oliasson – Studio Other Spaces (SOS), Berlin
L’esposizione, curata da Christiane Rekade, presenta una serie di progetti, modelli, prototipi, oggetti e altro, in grado di fornire una panoramica completa delle ricerche svolte dallo Studio.
Comunicato stampa
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Dal 19 settembre 2020 al 17 gennaio 2021, KUNST MERAN MERANO ARTE ospita la prima mostra in uno spazio pubblico italiano dello Studio Other Spaces (SOS) studio d’arte e di architettura fondato nel 2014 dall’artista danese OLAFUR ELIASSON (Copenhagen, 1967) e dall’architetto tedesco SEBASTIAN BEHMANN (Hannover, 1969).
L’esposizione, curata da Christiane Rekade, presenta una serie di progetti, modelli, prototipi, oggetti e altro, in grado di fornire una panoramica completa delle ricerche svolte dallo Studio.
Dopo aver collaborato per diversi anni allo Studio Olafur Eliasson, la nuova realtà di SOS ha portato i due fondatori a esplorare nuove modalità di progettazione degli spazi e a sondare i confini dell’arte e dell’architettura attraverso un approccio sperimentale.
Per Merano, Olafur Eliasson e Sebastian Behmann hanno formulato una nuova, sostenibile e particolarmente attuale presentazione dei loro lavori, diversa dalle modalità espositive classicamente dedicate all’architettura, che possa rappresentare quei processi d’indagine formale, di ricerca, di sviluppo digitale, ma anche di discussione tra diversi soggetti coinvolti, che caratterizzano le opere dello Studio Other Spaces.
Sia che si tratti d’idee architettoniche sperimentali, sia di opere d’arte pensate per spazi pubblici, lo Studio Other Spaces parte sempre da un’analisi degli ambienti e delle presenze circostanti. Elementi naturali - come piante o fattori climatici - prodotti artigianali, collaborazioni con esperti locali o materiali disponibili in loco, possono essere fonti d’ispirazione per la progettazione.
La mostra intende restituire questi aspetti chiave e il ruolo che essi giocano, a partire dalla loro struttura e dagli ambiti tematici in cui si inseriscono.
La rassegna è divisa in tre sezioni, tutte dedicate al tema della collaborazione: un archivio digitale permette ai visitatori, tramite proiezioni VR, di muoversi virtualmente all’interno degli ambienti e degli spazi esterni del Meles Zenawi Memorial Park ad Addis Abeba (2013-2020), un progetto nato dalla collaborazione tra Berlino e la capitale etiope. Questo parco è dedicato alla memoria della storia recente, ma anche alle prospettive future del paese africano e in particolare alla figura del primo ministro Meles Zenawi, ed è pensato come un ampio paesaggio da esplorare a piedi. A partire da una stretta collaborazione con artigiani, designer, ingegneri, architetti e artisti locali, lo Studio Other Spaces ha sviluppato metodi per coniugare forme e materiali dell’architettura locale con la propria concezione dello spazio e della luce.
La seconda parte della mostra è dedicata alla produzione, ai processi di ricerca formale e alle ricerche sui materiali svolte dallo studio. I metodi di lavoro sperimentali e di dialogo di SOS sono illustrati in particolare attraverso una serie di modelli e prototipi progettati per il Lyst Restaurant (2019) che si trova al primo piano del Fjordenhus a Vejle, in Danimarca (2009-2018). Questo edificio iconico di Olafur Eliasson e Sebastian Behmann, progettato in collaborazione con lo Studio Olafur Eliasson, ha contribuito alla fondazione di SOS. Attraverso una serie di workshop interdisciplinari con lo staff del ristorante, SOS ha sviluppato una concezione dello spazio che crea un collegamento diretto tra l’arte culinaria e il design. Come per un piatto creato con materie prime di alta qualità o per una lavorazione semplice, il processo produttivo diviene il fattore a partire dal quale prendono forma mobili, luci, piatti e posate, conferendo agli oggetti un’estetica inconfondibile.
Grazie al supporto della Talking Water Society, lo Studio Other Spaces ha potuto ricreare uno degli oggetti più iconici del ristorante in una forma appositamente riadattata; si tratta del grill del Lyst che, nella sua versione originale, è collocato su un balcone della Fjordenhus ed è a disposizione sia degli chef sia degli ospiti.
Il grill sarà installato sulla terrazza di KUNST MERAN MERANO ARTE per tutta la durata della mostra e utilizzato in occasione delle iniziative collaterali che si terranno al museo.
La terza sezione si basa su una stretta collaborazione tra SOS e l’azienda di Bressanone Frener & Reifer, specializzata in sistemi di facciata innovativi. Nell’atrio di KUNST MERAN MERANO ARTE è proposto un modello ispirato al progetto Common Sky, che SOS sta realizzando per la Albright-Knox Art Gallery di Buffalo. Grazie a Frener & Reifer, una complessa rete di tubi in acciaio e superfici triangolari in vetro riflette il cielo di Merano all’ingresso dello spazio espositivo.
Anche in questo caso idee e progetti vengono quindi sviluppati a partire da un intenso dialogo con esperti locali e in relazione alle specificità del luogo, al fine di creare un’opera significativa e sostenibile e di contenere il più possibile le emissioni di CO2 e i costi dei viaggi e dei trasporti.
In contemporanea con la mostra dello Studio Other Spaces, dal 19 settembre 2020 al 17 gennaio 2021, KUNST MERAN MERANO ARTE accoglie l’esposizione Lisa Ponti …così il disegno sa dove atterrare, che propone, per la prima volta, una riesamina esaustiva dell’eredità artistica di Lisa Ponti (1922-2019), artista, scrittrice e per molti anni redattrice della rivista “Domus”.
L’esposizione, curata da Christiane Rekade, presenta una serie di progetti, modelli, prototipi, oggetti e altro, in grado di fornire una panoramica completa delle ricerche svolte dallo Studio.
Dopo aver collaborato per diversi anni allo Studio Olafur Eliasson, la nuova realtà di SOS ha portato i due fondatori a esplorare nuove modalità di progettazione degli spazi e a sondare i confini dell’arte e dell’architettura attraverso un approccio sperimentale.
Per Merano, Olafur Eliasson e Sebastian Behmann hanno formulato una nuova, sostenibile e particolarmente attuale presentazione dei loro lavori, diversa dalle modalità espositive classicamente dedicate all’architettura, che possa rappresentare quei processi d’indagine formale, di ricerca, di sviluppo digitale, ma anche di discussione tra diversi soggetti coinvolti, che caratterizzano le opere dello Studio Other Spaces.
Sia che si tratti d’idee architettoniche sperimentali, sia di opere d’arte pensate per spazi pubblici, lo Studio Other Spaces parte sempre da un’analisi degli ambienti e delle presenze circostanti. Elementi naturali - come piante o fattori climatici - prodotti artigianali, collaborazioni con esperti locali o materiali disponibili in loco, possono essere fonti d’ispirazione per la progettazione.
La mostra intende restituire questi aspetti chiave e il ruolo che essi giocano, a partire dalla loro struttura e dagli ambiti tematici in cui si inseriscono.
La rassegna è divisa in tre sezioni, tutte dedicate al tema della collaborazione: un archivio digitale permette ai visitatori, tramite proiezioni VR, di muoversi virtualmente all’interno degli ambienti e degli spazi esterni del Meles Zenawi Memorial Park ad Addis Abeba (2013-2020), un progetto nato dalla collaborazione tra Berlino e la capitale etiope. Questo parco è dedicato alla memoria della storia recente, ma anche alle prospettive future del paese africano e in particolare alla figura del primo ministro Meles Zenawi, ed è pensato come un ampio paesaggio da esplorare a piedi. A partire da una stretta collaborazione con artigiani, designer, ingegneri, architetti e artisti locali, lo Studio Other Spaces ha sviluppato metodi per coniugare forme e materiali dell’architettura locale con la propria concezione dello spazio e della luce.
La seconda parte della mostra è dedicata alla produzione, ai processi di ricerca formale e alle ricerche sui materiali svolte dallo studio. I metodi di lavoro sperimentali e di dialogo di SOS sono illustrati in particolare attraverso una serie di modelli e prototipi progettati per il Lyst Restaurant (2019) che si trova al primo piano del Fjordenhus a Vejle, in Danimarca (2009-2018). Questo edificio iconico di Olafur Eliasson e Sebastian Behmann, progettato in collaborazione con lo Studio Olafur Eliasson, ha contribuito alla fondazione di SOS. Attraverso una serie di workshop interdisciplinari con lo staff del ristorante, SOS ha sviluppato una concezione dello spazio che crea un collegamento diretto tra l’arte culinaria e il design. Come per un piatto creato con materie prime di alta qualità o per una lavorazione semplice, il processo produttivo diviene il fattore a partire dal quale prendono forma mobili, luci, piatti e posate, conferendo agli oggetti un’estetica inconfondibile.
Grazie al supporto della Talking Water Society, lo Studio Other Spaces ha potuto ricreare uno degli oggetti più iconici del ristorante in una forma appositamente riadattata; si tratta del grill del Lyst che, nella sua versione originale, è collocato su un balcone della Fjordenhus ed è a disposizione sia degli chef sia degli ospiti.
Il grill sarà installato sulla terrazza di KUNST MERAN MERANO ARTE per tutta la durata della mostra e utilizzato in occasione delle iniziative collaterali che si terranno al museo.
La terza sezione si basa su una stretta collaborazione tra SOS e l’azienda di Bressanone Frener & Reifer, specializzata in sistemi di facciata innovativi. Nell’atrio di KUNST MERAN MERANO ARTE è proposto un modello ispirato al progetto Common Sky, che SOS sta realizzando per la Albright-Knox Art Gallery di Buffalo. Grazie a Frener & Reifer, una complessa rete di tubi in acciaio e superfici triangolari in vetro riflette il cielo di Merano all’ingresso dello spazio espositivo.
Anche in questo caso idee e progetti vengono quindi sviluppati a partire da un intenso dialogo con esperti locali e in relazione alle specificità del luogo, al fine di creare un’opera significativa e sostenibile e di contenere il più possibile le emissioni di CO2 e i costi dei viaggi e dei trasporti.
In contemporanea con la mostra dello Studio Other Spaces, dal 19 settembre 2020 al 17 gennaio 2021, KUNST MERAN MERANO ARTE accoglie l’esposizione Lisa Ponti …così il disegno sa dove atterrare, che propone, per la prima volta, una riesamina esaustiva dell’eredità artistica di Lisa Ponti (1922-2019), artista, scrittrice e per molti anni redattrice della rivista “Domus”.
18
settembre 2020
Sebastian Behmann / Olafur Oliasson – Studio Other Spaces (SOS), Berlin
Dal 18 settembre 2020 al 17 gennaio 2021
architettura
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Vernissage
18 Settembre 2020, , su invito
Sito web
www.studiootherspaces.net
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore