24 settembre 2020

A Rimini apre il PART. Intervista a Clarice Pecori Giraldi

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Il 24 settembre il museo che accoglie la collezione della Fondazione San Patrignano aprirà al pubblico. L'intervista a Clarice Pecori Giraldi e le fotografie dell'allestimento

PART ©HenrikBlomqvist

A Rimini domani, 24 settembre, taglio del nastro per il PART – Palazzi dell’Arte Rimini, nuovo sito museale che condensa in un progetto unitario la riqualificazione a fini culturali di due edifici storici nel cuore della città e la collocazione permanente della raccolta di opere d’arte contemporanea donate alla Fondazione San Patrignano da artisti, collezionisti e galleristi dal 2017.

Le porte di PART si apriranno gratuitamente al pubblico per uno speciale weekend di inaugurazione: giovedì 24 settembre 2020 dalle ore 17.00 a mezzanotte e venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 dalle ore 9 sino a mezzanotte. 

Tra gli artisti in collezione troviamo Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Doğan, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang.
All’interno del PART si trova anche un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità San Patrignano.

Il nuovo sito museale (di cui vi avevamo dato anticipazione qui) occupa il complesso monumentale medievale costituito dal duecentesco Palazzo dell’Arengo e dal trecentesco Palazzo del Podestà, che si affacciano sulla Piazza Cavour, cuore della città. Dopo un primo intervento di riqualificazione, realizzato dallo Studio AR.CH.IT guidato da Luca Cipelletti, che si è anche occupato dell’allestimento della collezione, in questi spazi, è stata collocata la Collezione della Fondazione San Patrignano.

Quest’opera di riqualificazione artistico-culturale della città è stata resa possibile attraverso un intenso lavoro sinergico tra pubblico e privato sociale: l’intesa tra Comune di Rimini e Fondazione San Patrignano, grazie anche al prezioso contributo della Regione Emilia Romagna. 

Clarice Pecori Giraldi

L’intervista a Clarice Pecori Giraldi

Non è di certo un periodo facile per fare progetti a lunga scadenza: che cosa significa aprire un polo museale in una città come Rimini che, nonostante la tradizione vacanziera e nonostante diverse iniziative (penso alla Biennale del Disegno) è rimasta finora una città senza grande vocazione “contemporanea”?

«È nei momenti di maggior difficoltà che bisogna trovare il coraggio di osare. Ed è per questo che credo sia importante aprire questo museo in una fase storica connotata dalla paura e dall’incertezza, dare un messaggio positivo attraverso l’arte e ritrovare un senso di comunità, valori da sempre alla base della costruzione della Collezione San Patrignano. Rimini è una città dalle importanti testimonianze storiche e culturali, a partire dal Ponte di Tiberio, simbolo della città, e a cui devono i natali artisti e creativi come Federico Fellini e Tonino Guerra, tra gli altri. Proprio per dare una spinta verso l’arte del XX e XXI secolo, il PART si propone come un’importante aggiunta all’offerta culturale contemporanea della città. Sarà stimolante poter ammirare nella stessa giornata a pochi metri di distanza, sia il Tempio Malatestiano che, tra le altre, opere di Ettore Spalletti, Francesco Vezzoli e Vanessa Beecroft».

PART ©HenrikBlomqvist
Fondazione San Patrignano installerà la sua collezione, donata da artisti, collezionisti e galleristi nel nuovo sito (che unisce Palazzo dell’Arengo e Palazzo del Podestà), ma come funzionerà la “seconda parte” del museo?

«L’installazione delle 56 opere che al momento costituiscono la Collezione nella loro nuova sede permanente non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio. Il prossimo lavoro consisterà nell’ampliamento della collezione, ricercando le donazioni di opere di quegli artisti di cui si sente la mancanza. Abbiamo diversi capolavori degli artisti della Transavarguadia, ad esempio, e ci piacerebbe riuscire a completare il gruppo. Stesso discorso si può fare per l’Arte Povera, di cui già abbiamo delle donazioni magnifiche di Michelangelo Pistoletto e di Pierpaolo Calzolari. Inoltre, siamo molto orgogliosi della presenza di tante artiste donne e ci piacerebbe arricchire ulteriormente questa parte. Siamo stati molto felici infatti dell’ultima donazione di un’opera dell’artista Zehra Doğan, che presto sarà ospite della Comunità San Patrignano per la realizzazione di un lavoro in collaborazione con il reparto tessitura».

PART ©HenrikBlomqvist
Lei è stata Presidente della Triennale di Milano, istituzione che con l’architettura e il design ha un fortissimo legame: ci racconta dell’intervento di restauro e dell’allestimento dell’architetto Cipelletti e del suo studio?

«L’intervento di restauro ha visto una collaborazione sinergica e quotidiana tra lo studio dell’architetto Luca Cipelletti, il Comune di Rimini e la Collezione. La visione di Cipelletti e del suo team è stata improntata sul massimo rispetto per la storia dei Palazzi e del luogo e sulla valorizzazione degli elementi caratterizzanti degli spazi, ad esempio nel ripristino delle bifore e l’utilizzo di elementi che permettessero di ammirare le nervature architettoniche, in particolare della sala dell’Arengo.
Infine, l’allestimento mette in risalto in maniera particolare l’ampiezza e la profondità della raccolta di opere».

PART ©HenrikBlomqvist
PART nasce da un doppio impegno: quello pubblico e quello privato, ovvero il Comune di Rimini e la Fondazione San Patrignano, con l’aiuto della Regione Emilia Romagna: a quanto ammonta l’investimento e come si “manterrà” PART?

«L’intervento realizzato, per un importo di circa 2 milioni di Euro (intervento architettonico, museografico, impiantistico), è stato finanziato dal Comune di Rimini, con un contributo di circa 90mila Euro della Regione per interventi di efficientamento energetico. E’ stato poi recentemente ottenuto un contributo di 1,5 milioni di Euro dalla Regione Emilia Romagna per ulteriori interventi di adeguamento.
Negli ultimi anni la città ha compiuto uno sforzo eccezionale per la riqualificazione della propria offerta culturale diventata oggi patrimonio dell’intero Paese. Un lavoro che sta portando Rimini ad affermarsi come città d’arte, anche grazie all’apertura del Teatro Galli, del Cinema Fulgor, della piazza sull’acqua che si affaccia sul bimillenario ponte di Tiberio, alla trasformazione del lungomare nel segno della sostenibilità e del benessere rappresentata dal Parco del Mare. Fino alle prossime inaugurazioni del Part il 24 settembre e poi del Museo Fellini, il più grande progetto museale dedicato al genio di Fellini, capace di interpretare il cinema del Maestro come chiave del ‘tutto si immagina’.  La realizzazione di nuovi contenitori e di eventi di standing internazionale saranno in grado di attrarre nuovi visitatori sia italiani che da numerosi Paesi europei. Il PART ha in questo senso la funzione di strutturare questa sensibile crescita d’interesse e di gradimento dei Paesi d’Europa, ipotizzando concretamente  una crescita ulteriore di presenze turistiche durante tutto l’anno».

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