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Abitò con sé stesso
Installazioni site specific di Elio Marchegiani, Riccardo Guarneri, Gioni David Parra, Carlo Rea
Comunicato stampa
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Nella Vita di S. Benedetto, scritta da papa Gregorio Magno, troviamo una particolare espressione che descrive l’atteggiamento del Santo dopo un’esperienza traumatica che lo aveva spinto a ritornare alla vita eremitica. L’espressione è: “Abitò con sé stesso”.Essa dice la capacità di S. Benedetto di gestire anche gli aspetti più sofferti della propria esistenza attraverso un’analisi o introspezione interiore che gli permetterà – alla luce della fede cristiana – di rinsaldare le proprie scelte di fondo e proseguire così il suo cammino di donazione a Dio e ai fratelli. Potremmo dire che l’“abitò con sé stesso” di S. Benedetto si avvicina al concetto psicologico di resilienza.
Gregorio Magno illustra ulteriormente il significato dell’espressione “abitò con sé stesso” mettendola in rapporto con l’uscire da sé stessi. Scrive: «In due maniere noi possiamo uscire da noi stessi: o precipitando sotto di noi per il peccato di pensiero o innalzandoci al di sopra di noi per la grazia della contemplazione. Colui, per esempio, che invidiò i porci [il figlio prodigo della parabola evangelica: cf. Lc 15], cadde al di sotto di sé, a causa della sua mente svagata ed immonda. Pietro invece che dall'angelo fu sciolto dalle catene, e fu rapito nell'estasi [cf. At 12], anche lui, certo, uscì da sé stesso, ma fu innalzato al di sopra di sé. Ambedue poi ritornarono in sé stessi, l'uno quando dalla sua condotta colpevole riprese padronanza del suo cuore, l'altro quando dalla sublimità della contemplazione riacquistò la comune coscienza come l'aveva prima. È dunque esatto dire che il venerabile Benedetto in quella solitudine abitò con sé stesso, perché tenne in custodia sé stesso entro i limiti della propria coscienza».
Da queste considerazioni scaturisce la necessità di un continuo dialogo interiore che ognuno di noi deve affrontare, e del rigore necessario che esso richiede. Questi due temi, il dialogo interiore e il rigore, sono adatti a rappresentare, almeno in parte, il particolare stato d’animo con cui ciascuno di noi ha dovuto convivere con l’isolamento forzato causato dalla pandemia ancora in corso. In questo periodo, infatti, ognuno di noi ha “abitato con sé stesso”, e non solo per via dell’isolamento fisico forzato, ma anche e soprattutto per i tanti momenti di riflessione, di introspezione, di confronto e di decisioni che l’isolamento stesso ha provocato.
La mostra
Da tutto ciò nasce l’idea della mostra che si terrà presso il Museo dell’Abbazia di Montecassino, ovvero il desiderio di voler rappresentare “visivamente” il confronto interiore e il rigore. A tale scopo sono stati invitati degli artisti molto vicini alla cosiddetta corrente “analitica”, la cui pittura o scultura è basata appunto su un rigore progettuale privo di riferimenti iconici. Questa caratteristica obbliga il fruitore ad una forte riflessione interna e, in molti casi, lo conduce verso una piacevole esperienza di trascendenza.
Gli artisti
Gli artisti che prenderanno parte alla mostra sono: Elio Marchegiani, Riccardo Guarneri, Gioni David Parra e Carlo Rea. Essi esporranno nelle varie sale del Museo una serie di opere appositamente selezionate dal curatore Roberto Capitanio.
Il percorso della mostra si concluderà con una installazione a “quattro mani” dove ognuno degli artisti proporrà il proprio pensiero sul tema dell’“abitare con sé stessi”, così da creare una sorta di monumento sia artistico sia concettuale che metta i visitatori nella condizione di riflettere su un argomento tanto profondo quanto fondamentale per la crescita spirituale della persona.
Le date
La mostra sarà fruibile dal 17 ottobre 2020 al 28 marzo 2021. Al vernissage saranno presenti l’Abate di Montecassino dom Donato Ogliari, il prof. Bruno Corà, il prof. Roberto Capitanio, il Sindaco di Cassino dott. Enzo Salera e gli artisti.
INFO
ABITÒ CON SÉ STESSO
Installazioni di Elio Marchegiani, Riccardo Guarneri, Gioni David Parra, Carlo Rea
A cura di Roberto CAPITANIO
MUSEO DELL’ABBAZIA DI MONTECASSINO
17.10.2020 | 28.03.2021
INAUGURAZIONE sabato 17.10.2020 | ore 16
Museo dell’Abbazia di Montecassino (FR)
Ingresso: 5 euro (previste riduzioni per gruppi e famiglie)
Info: +39-077.6311529; info@abbaziamontecassino.org
www.abbaziamontecassino.org
CENNI BIOGRAFICI
ELIO MARCHEGIANI
Nasce a Siracusa nel 1929 da genitori siciliani. Nel 1934 è a Livorno con la famiglia dove trascorre l’infanzia e la giovinezza. Inizia a dipingere da autodidatta. Per tradizione famigliare compie studi classici e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. L’incontro con Mario Nigro, gli fa decidere la strada da percorrere. Inizia ad organizzare mostre ed incontri culturali, ma è la conoscenza e l’amicizia con Gianni Bertini che gli suggerisce di lasciare la provincia per l’avventura artistica a Parigi, Milano, Roma, Bologna. In queste città eleggerà poi le sue residenze preferendo, nel periodo estivo, lo studio nell’isola di Favignana. Da diversi anni lo troviamo a Pianoro Vecchio, una zona residenziale di collina, sulla Via Toscana, che porta al passo della Futa e, nell’estate, lo studio a Misano Adriatico e nell’isola di Ischia.
Nel 1959 partecipa all’ottava Quadriennale di Roma. Nel 1968 è alla Biennale di Venezia. Dal 1969 è titolare della cattedra “Tecnologia dei materiali e ricerche di laboratorio” all’Accademia di Belle Arti di Urbino, successivamente sarà nominato alla cattedra di “Pittura”. Dirigerà la stessa Accademia dal 1983 al 1988. Nel 1972 e nel 1986 è nuovamente invitato alla Biennale di Venezia
RICCARDO GUARNERI
Nasce a Firenze nel 1933. Contemporaneamente ad un'attività musicale, inizia a dipingere nel 1953. I suoi primi studi sull'astratto si collocano nell'area informale. La prima mostra personale è a L'Aia nel 1960. Nel 1962 comincia ad interessarsi al colore in quanto luce, alla grafia come pittura ed ai problemi inerenti alla percezione visuale. Da questo momento in poi, segno, luce e colore si identificano. Nascono i primi quadri chiarissimi in cui lo spazio viene scandito da variazioni luminose e le cui superfici sono trattate prevalentemente a matita. Questi quadri vengono esposti per la prima volta nel 1963 nella personale a “La Strozzina” di Palazzo Strozzi. Dal 1964/65 in poi il lavoro di Guarneri acquista una struttura più rigorosa e geometrica. Ottiene l'incarico d'insegnamento presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze e l'anno successivo presso il Corso Superiore di Disegno Industriale. Negli anni settanta tiene un corso di insegnamento all'Università Internazionale dell'Arte di Firenze. Nel 1977 ottiene la cattedra di pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e successivamente presso le Accademie di Bari, Venezia e Firenze fino al 2003.
Nel 1966 è alla Biennale di Venezia. Nel 1967 partecipa alla Biennale di Parigi. Nel 1973 partecipa alla decima Quadriennale di Roma. Nel 1986 partecipa alla undicesima Quadriennale di Roma. Nel 2017 è nuovamente alla Biennale di Venezia.
GIONI DAVID PARRA
Gioni David Parra pittore, scultore e scenografo è nato in provincia di Pisa nel 1962. Dopo anni di affinamento tecnico e tematico, ha da qualche tempo rinnovato e quindi assestato il suo linguaggio sulla ricerca e la pratica di un concetto di 'germinazione' tale da risvegliare visioni dell'originario, intercettare le forze nascoste e gli accenni delle cose anteriori al loro stesso farsi 'mondo', espressione manifesta godibile o terrifica.
Per questo il suo linguaggio è composito, si fa carico di molte tecniche in una sola opera e si presenta intensamente materico. Il risultato è un felice accordo tra la sua inquieta creatività e il dinamismo metamorfico delle materie impiegate. Come scrive il critico Valerio Dehò nel suo testo “Oltre la materia”: Le “Bladelight” di Gioni David Parra sono programmatiche per dichiarare le intenzioni dell’artista circa il materiale che adopera con maggiore assiduità: il marmo.
CARLO REA
Carlo Rea nasce a Macerata nel 1962, da madre di origine tedesca e il cui padre Ermanno è stato un valente giornalista e scrittore. Inizia giovanissimo il corso di violino presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Successivamente è a Napoli, dove si trasferisce per ragioni familiari e frequenta il Conservatorio di San Pietro a Majella. Qui inizia anche lo studio della viola. Infine, in seguito a un ennesimo trasferimento di residenza, si diploma brillantemente presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. L'incontro a Roma, all'inizio degli anni '80, con l'ambiente culturale e artistico della città e con la pittura astratta diventa decisivo per la sua carriera. Di questo periodo sono i primi disegni delle “partiture visuali” che possono essere solo guardate, in quanto disegni a base di grafia musicale in cui l'annotazione diviene forma pittorica. Da quel momento lo studio della musica e la pratica della pittura si fondono in lui in un unico linguaggio, per cui Carlo Rea decide di abbandonare Roma e la musica per dedicarsi esclusivamente alle arti visive. Il percorso creativo di Carlo Rea passa anche attraverso l'utilizzo di materiali considerati extra pittorici ma con intrinseca valenza plastica: legno, juta, asfalto, terracotta, ceramica ecc. nei quali egli ricerca sempre la vibrazione, il suono, il respiro. Le esperienze si susseguono, consumate con la tipica voracità di chi cerca ostinatamente in sé stesso un approdo stilistico, senza lasciarsi distogliere da nessuna lusinga.
Gregorio Magno illustra ulteriormente il significato dell’espressione “abitò con sé stesso” mettendola in rapporto con l’uscire da sé stessi. Scrive: «In due maniere noi possiamo uscire da noi stessi: o precipitando sotto di noi per il peccato di pensiero o innalzandoci al di sopra di noi per la grazia della contemplazione. Colui, per esempio, che invidiò i porci [il figlio prodigo della parabola evangelica: cf. Lc 15], cadde al di sotto di sé, a causa della sua mente svagata ed immonda. Pietro invece che dall'angelo fu sciolto dalle catene, e fu rapito nell'estasi [cf. At 12], anche lui, certo, uscì da sé stesso, ma fu innalzato al di sopra di sé. Ambedue poi ritornarono in sé stessi, l'uno quando dalla sua condotta colpevole riprese padronanza del suo cuore, l'altro quando dalla sublimità della contemplazione riacquistò la comune coscienza come l'aveva prima. È dunque esatto dire che il venerabile Benedetto in quella solitudine abitò con sé stesso, perché tenne in custodia sé stesso entro i limiti della propria coscienza».
Da queste considerazioni scaturisce la necessità di un continuo dialogo interiore che ognuno di noi deve affrontare, e del rigore necessario che esso richiede. Questi due temi, il dialogo interiore e il rigore, sono adatti a rappresentare, almeno in parte, il particolare stato d’animo con cui ciascuno di noi ha dovuto convivere con l’isolamento forzato causato dalla pandemia ancora in corso. In questo periodo, infatti, ognuno di noi ha “abitato con sé stesso”, e non solo per via dell’isolamento fisico forzato, ma anche e soprattutto per i tanti momenti di riflessione, di introspezione, di confronto e di decisioni che l’isolamento stesso ha provocato.
La mostra
Da tutto ciò nasce l’idea della mostra che si terrà presso il Museo dell’Abbazia di Montecassino, ovvero il desiderio di voler rappresentare “visivamente” il confronto interiore e il rigore. A tale scopo sono stati invitati degli artisti molto vicini alla cosiddetta corrente “analitica”, la cui pittura o scultura è basata appunto su un rigore progettuale privo di riferimenti iconici. Questa caratteristica obbliga il fruitore ad una forte riflessione interna e, in molti casi, lo conduce verso una piacevole esperienza di trascendenza.
Gli artisti
Gli artisti che prenderanno parte alla mostra sono: Elio Marchegiani, Riccardo Guarneri, Gioni David Parra e Carlo Rea. Essi esporranno nelle varie sale del Museo una serie di opere appositamente selezionate dal curatore Roberto Capitanio.
Il percorso della mostra si concluderà con una installazione a “quattro mani” dove ognuno degli artisti proporrà il proprio pensiero sul tema dell’“abitare con sé stessi”, così da creare una sorta di monumento sia artistico sia concettuale che metta i visitatori nella condizione di riflettere su un argomento tanto profondo quanto fondamentale per la crescita spirituale della persona.
Le date
La mostra sarà fruibile dal 17 ottobre 2020 al 28 marzo 2021. Al vernissage saranno presenti l’Abate di Montecassino dom Donato Ogliari, il prof. Bruno Corà, il prof. Roberto Capitanio, il Sindaco di Cassino dott. Enzo Salera e gli artisti.
INFO
ABITÒ CON SÉ STESSO
Installazioni di Elio Marchegiani, Riccardo Guarneri, Gioni David Parra, Carlo Rea
A cura di Roberto CAPITANIO
MUSEO DELL’ABBAZIA DI MONTECASSINO
17.10.2020 | 28.03.2021
INAUGURAZIONE sabato 17.10.2020 | ore 16
Museo dell’Abbazia di Montecassino (FR)
Ingresso: 5 euro (previste riduzioni per gruppi e famiglie)
Info: +39-077.6311529; info@abbaziamontecassino.org
www.abbaziamontecassino.org
CENNI BIOGRAFICI
ELIO MARCHEGIANI
Nasce a Siracusa nel 1929 da genitori siciliani. Nel 1934 è a Livorno con la famiglia dove trascorre l’infanzia e la giovinezza. Inizia a dipingere da autodidatta. Per tradizione famigliare compie studi classici e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. L’incontro con Mario Nigro, gli fa decidere la strada da percorrere. Inizia ad organizzare mostre ed incontri culturali, ma è la conoscenza e l’amicizia con Gianni Bertini che gli suggerisce di lasciare la provincia per l’avventura artistica a Parigi, Milano, Roma, Bologna. In queste città eleggerà poi le sue residenze preferendo, nel periodo estivo, lo studio nell’isola di Favignana. Da diversi anni lo troviamo a Pianoro Vecchio, una zona residenziale di collina, sulla Via Toscana, che porta al passo della Futa e, nell’estate, lo studio a Misano Adriatico e nell’isola di Ischia.
Nel 1959 partecipa all’ottava Quadriennale di Roma. Nel 1968 è alla Biennale di Venezia. Dal 1969 è titolare della cattedra “Tecnologia dei materiali e ricerche di laboratorio” all’Accademia di Belle Arti di Urbino, successivamente sarà nominato alla cattedra di “Pittura”. Dirigerà la stessa Accademia dal 1983 al 1988. Nel 1972 e nel 1986 è nuovamente invitato alla Biennale di Venezia
RICCARDO GUARNERI
Nasce a Firenze nel 1933. Contemporaneamente ad un'attività musicale, inizia a dipingere nel 1953. I suoi primi studi sull'astratto si collocano nell'area informale. La prima mostra personale è a L'Aia nel 1960. Nel 1962 comincia ad interessarsi al colore in quanto luce, alla grafia come pittura ed ai problemi inerenti alla percezione visuale. Da questo momento in poi, segno, luce e colore si identificano. Nascono i primi quadri chiarissimi in cui lo spazio viene scandito da variazioni luminose e le cui superfici sono trattate prevalentemente a matita. Questi quadri vengono esposti per la prima volta nel 1963 nella personale a “La Strozzina” di Palazzo Strozzi. Dal 1964/65 in poi il lavoro di Guarneri acquista una struttura più rigorosa e geometrica. Ottiene l'incarico d'insegnamento presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze e l'anno successivo presso il Corso Superiore di Disegno Industriale. Negli anni settanta tiene un corso di insegnamento all'Università Internazionale dell'Arte di Firenze. Nel 1977 ottiene la cattedra di pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e successivamente presso le Accademie di Bari, Venezia e Firenze fino al 2003.
Nel 1966 è alla Biennale di Venezia. Nel 1967 partecipa alla Biennale di Parigi. Nel 1973 partecipa alla decima Quadriennale di Roma. Nel 1986 partecipa alla undicesima Quadriennale di Roma. Nel 2017 è nuovamente alla Biennale di Venezia.
GIONI DAVID PARRA
Gioni David Parra pittore, scultore e scenografo è nato in provincia di Pisa nel 1962. Dopo anni di affinamento tecnico e tematico, ha da qualche tempo rinnovato e quindi assestato il suo linguaggio sulla ricerca e la pratica di un concetto di 'germinazione' tale da risvegliare visioni dell'originario, intercettare le forze nascoste e gli accenni delle cose anteriori al loro stesso farsi 'mondo', espressione manifesta godibile o terrifica.
Per questo il suo linguaggio è composito, si fa carico di molte tecniche in una sola opera e si presenta intensamente materico. Il risultato è un felice accordo tra la sua inquieta creatività e il dinamismo metamorfico delle materie impiegate. Come scrive il critico Valerio Dehò nel suo testo “Oltre la materia”: Le “Bladelight” di Gioni David Parra sono programmatiche per dichiarare le intenzioni dell’artista circa il materiale che adopera con maggiore assiduità: il marmo.
CARLO REA
Carlo Rea nasce a Macerata nel 1962, da madre di origine tedesca e il cui padre Ermanno è stato un valente giornalista e scrittore. Inizia giovanissimo il corso di violino presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Successivamente è a Napoli, dove si trasferisce per ragioni familiari e frequenta il Conservatorio di San Pietro a Majella. Qui inizia anche lo studio della viola. Infine, in seguito a un ennesimo trasferimento di residenza, si diploma brillantemente presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. L'incontro a Roma, all'inizio degli anni '80, con l'ambiente culturale e artistico della città e con la pittura astratta diventa decisivo per la sua carriera. Di questo periodo sono i primi disegni delle “partiture visuali” che possono essere solo guardate, in quanto disegni a base di grafia musicale in cui l'annotazione diviene forma pittorica. Da quel momento lo studio della musica e la pratica della pittura si fondono in lui in un unico linguaggio, per cui Carlo Rea decide di abbandonare Roma e la musica per dedicarsi esclusivamente alle arti visive. Il percorso creativo di Carlo Rea passa anche attraverso l'utilizzo di materiali considerati extra pittorici ma con intrinseca valenza plastica: legno, juta, asfalto, terracotta, ceramica ecc. nei quali egli ricerca sempre la vibrazione, il suono, il respiro. Le esperienze si susseguono, consumate con la tipica voracità di chi cerca ostinatamente in sé stesso un approdo stilistico, senza lasciarsi distogliere da nessuna lusinga.
17
ottobre 2020
Abitò con sé stesso
Dal 17 ottobre 2020 al 28 marzo 2021
arte contemporanea
Location
ABBAZIA DI MONTECASSINO
Cassino, Corso Della Repubblica, (Frosinone)
Cassino, Corso Della Repubblica, (Frosinone)
Biglietti
5 euro (previste riduzioni per gruppi e famiglie)
Orario di apertura
Sabato e Domenica dalle 9 alle 18
Vernissage
17 Ottobre 2020, h 16.00
Ufficio stampa
Mariavittoria Oliva
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione