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Giuseppe Mirigliano – 1420,405 MHz
Giovedì 8 Ottobre nell’ambito di STARTGenova, inaugura presso PRISMA Studio 1420,405 MHz mostra di Giuseppe Mirigliano a cura di Anna Daneri. 1420,405 MHz intende interrogare alcune delle questioni cruciali della nostra contemporaneità a partire da un’indagine stratificata sul mezzo pittorico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giuseppe Mirigliano
1420,405 MHz
a cura di Anna Daneri
Prisma Studio, 9 ottobre - 21 novembre, 2020
da Mercoledì a Sabato dalle 16.00/19.00 o su appuntamento
Poi iniziando a osservare una delle lune, iniziava a individuare sulla sua superficie ombre, rilievi, disegni, paesaggi, donne e animali, fino a riflettere una sua immagine, o qualche aspetto di lui, giacché noi siamo un agglomerato complesso di tanti elementi, anche contrastanti, spesso da noi stessi non conosciuti (...) eppure le lune sono specchi, capaci di evidenziare parti di noi isolate, ingrandite, qualche volta deformate. (testimonianza di Emilio, dal video 1420,405 MHz, 2020)
Giovedì 8 Ottobre dalle 18.00 nell'ambito della manifestazione corale START Genova, inaugura presso PRISMA Studio 1420,405 MHz mostra di Giuseppe Mirigliano a cura di Anna Daneri.
Prima personale dell’artista napoletano, 1420,405 MHz intende interrogare alcune delle questioni cruciali della nostra contemporaneità a partire da un’indagine stratificata sul mezzo pittorico e sullo statuto delle immagini. La mostra prende emblematicamente il titolo dalla frequenza d’onda della variazione energetica dell’idrogeno neutro, che può attraversare le polveri interstellari, opache alla luce visibile.
Il lavoro di Giuseppe Mirigliano è comparabile a questa frequenza, ruota intorno a interrogativi fondativi della nostra esistenza nella ricerca costante, spesso anche dolorosa, di un senso, attraverso scelte artistiche (ed esistenzali) improntate dalla radicalità, dalla ricerca di chiarezza. Partendo da temi-archetipi ricorrenti, l’artista porta avanti un processo di sedimentazione delle immagini che si combina con quello dell’emersione, anche repentina, di visioni ‘fermate’ sui diversi supporti utilizzati e decostruite in un processo di continua trasformazione e di relazione con lo spettatore.
La mostra si sviluppa nei tre ambienti di Prisma Studio, caratterizzati dall’architettura medievale, per costruire un discorso unitario, partendo dalla videoinstallazione all’ingresso, in dialogo con una serie di dipinti su carta, sospesi a un’impalcatura. Alla base sta la “ricerca nella memoria, attraverso i media che si mischiamo (tutto è partito dall’audio che tiene insieme il lavoro), per trovare un superamento, verso una realtà dilatata” (G. Mirigliano). Lo spazio, saturo di immagini e suoni, evoca la violenza e la sopraffazione alla base della storia occidentale, a cui l’artista cerca di rispondere interrogandosi (e interrogando) sulla coscienza di appartenere a una specie che fa uso della schiavitù come fonte di benessere e libertà.
“Credo nella potenzialità della pittura in forma installativa di superare se stessa”. Quella di Mirigliano è una riflessione sul fare pittura con una forte dimensione rituale, che va dal prendere i pennelli, al preparare i supporti e i colori. Un lavoro che l’artista ha portato avanti negli anni, in solitaria, intrecciando lo studio della storia dell’arte con la poesia, la filosofia e le teorie della fisica quantistica. I dipinti prendono spesso una forma scultorea, come nella colonna istoriata nello spazio intermedio che suggerisce un progressivo alleggerimento, una pars construens che ha le sue fondamenta nella denuncia della violenza bellica, con un omaggio diretto a Goya e suoi celebri Los desastres de la guerra, per arrivare al racconto cromatico delle sfere celesti.
Chiude la mostra un’installazione ambientale composta da un’ opera scultorea a parete e un grande lavoro pittorico a pavimento, che ne trascendono i limiti, spostando lo sguardo (e il pensiero) oltre le immagini, presenti come frammenti, via via riportando alla possibilità di un pensiero alternativo, alla creazione di una visione possibile che scaturisce da un’armonia, forse solo extra-umana.
Giuseppe Mirigliano nasce a Napoli nel 1972. Dal 1996 al 2005 partecipa all’autogestione di uno
spazio indipendente l’arte contemporanea nell’Università di Architettura di Napoli. Dal 1996 inizia a
lavorare con pittura, disegno e installazioni, audio e video. Studia e frequenta i laboratori di strada
di Riccardo Dalisi a Napoli. Partecipa a diverse esperienze in Africa, come volontario architetto per
progetti ecosostenibili. Nel 2005 si laurea in Architettura alla Università Federico II di Napoli con
una ricerca sull’abitare nell’Africa tradizionale. Nel 2005 incontra Ettore Sottsass. Dal 2005 al 2011
collabora come architetto project manager con Aldo Cibic e Chuck Felton a Milano.
Dal 2007 inizia sua la ricerca in fotografia. Incontri e scambi con Roberta Valtorta. Fa
un'esperienza di vita rurale in Puglia, condividendo una visione comunitaria del lavoro e
arricchendo il suo spazio immaginativo. Dal 2016 riprende il lavoro in pittura e installazioni e apre
uno studio a Genova.Da maggio 2019 ad aprile 2020 è in residenza a VIR/ Viafarini di Milano. Nel
novembre 2019 è invitato a BocsArt, residenza a cura di Giacinto Di Pietrantonio e partecipa a
Diffidati, collettiva a cura di Michela Murialdo. Da novembre 2019 a gennaio 2020 espone a
Overlap alla Galleria Nazionale Cosenza, collettiva a cura di Michela Murialdo e Andrea Croce. Dal
2020 collabora con l’associazione Mirai nello sviluppo artistico del progetto #INSIEME Costruire
ponti oltre l’emergenza.
Anna Daneri è curatrice indipendente. Attualmente sta lavorando con Lorenzo Giusti al progetto di
mostra Nulla è perduto. Arte e trasformazione della materia (GAMeC Bergamo, 2021) e alla
mostra itinerante di Claire Fontaine, La borsa e la vita (Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura,
Genova / Galerias Municipais, Lisbona, 2019-2020). E’ stata una delle fondatrici di Peep-Hole,
spazio indipendente attivo a Milano dal 2009 al 2016. Dal 2013 è responsabile del Meru
Art*Science Research Program. E’ stata curatrice insieme a Carlo Antonelli del programma
vincitore dell'ultimo bando per il Museo di arte contemporanea di Villa Croce di Genova.
Production manager di They Come to Us Without a Word, mostra e performance di Joan Jonas per il Padiglione Stati Uniti della 56. Biennale di Venezia, con cui ha lavorato nel 2019 per la versionepresso il Fort Mason Art Center di San Francisco, è stata curator-in-residence per seguirne ilprogetto al NTU CCA Singapore nel 2016. Nel 2017 e 2018 è stata coordinatrice e co-curatrice diBack to the Future di Artissima, di cui ha curato il public program nel 2019. E’ stata tra le fondatricidel Forum dell’arte contemporanea italiana. Dal 2020 è membro del board del Torino Social ImpactArt Award e del Comitato Promotore dell’Archivio Atelier Pharaildis Van Den Broeck. Partecipacome curatrice alle ricerc-azioni dell’associazione di promozione sociale Il Limone Lunare. Insiemea Giuseppe Mirigliano e Mara Perissinotti sta collaborando al progetto multidisciplinare #INSIEME Costruire ponti oltre l’emergenza promosso dall’Associazione Mirai.
1420,405 MHz
a cura di Anna Daneri
Prisma Studio, 9 ottobre - 21 novembre, 2020
da Mercoledì a Sabato dalle 16.00/19.00 o su appuntamento
Poi iniziando a osservare una delle lune, iniziava a individuare sulla sua superficie ombre, rilievi, disegni, paesaggi, donne e animali, fino a riflettere una sua immagine, o qualche aspetto di lui, giacché noi siamo un agglomerato complesso di tanti elementi, anche contrastanti, spesso da noi stessi non conosciuti (...) eppure le lune sono specchi, capaci di evidenziare parti di noi isolate, ingrandite, qualche volta deformate. (testimonianza di Emilio, dal video 1420,405 MHz, 2020)
Giovedì 8 Ottobre dalle 18.00 nell'ambito della manifestazione corale START Genova, inaugura presso PRISMA Studio 1420,405 MHz mostra di Giuseppe Mirigliano a cura di Anna Daneri.
Prima personale dell’artista napoletano, 1420,405 MHz intende interrogare alcune delle questioni cruciali della nostra contemporaneità a partire da un’indagine stratificata sul mezzo pittorico e sullo statuto delle immagini. La mostra prende emblematicamente il titolo dalla frequenza d’onda della variazione energetica dell’idrogeno neutro, che può attraversare le polveri interstellari, opache alla luce visibile.
Il lavoro di Giuseppe Mirigliano è comparabile a questa frequenza, ruota intorno a interrogativi fondativi della nostra esistenza nella ricerca costante, spesso anche dolorosa, di un senso, attraverso scelte artistiche (ed esistenzali) improntate dalla radicalità, dalla ricerca di chiarezza. Partendo da temi-archetipi ricorrenti, l’artista porta avanti un processo di sedimentazione delle immagini che si combina con quello dell’emersione, anche repentina, di visioni ‘fermate’ sui diversi supporti utilizzati e decostruite in un processo di continua trasformazione e di relazione con lo spettatore.
La mostra si sviluppa nei tre ambienti di Prisma Studio, caratterizzati dall’architettura medievale, per costruire un discorso unitario, partendo dalla videoinstallazione all’ingresso, in dialogo con una serie di dipinti su carta, sospesi a un’impalcatura. Alla base sta la “ricerca nella memoria, attraverso i media che si mischiamo (tutto è partito dall’audio che tiene insieme il lavoro), per trovare un superamento, verso una realtà dilatata” (G. Mirigliano). Lo spazio, saturo di immagini e suoni, evoca la violenza e la sopraffazione alla base della storia occidentale, a cui l’artista cerca di rispondere interrogandosi (e interrogando) sulla coscienza di appartenere a una specie che fa uso della schiavitù come fonte di benessere e libertà.
“Credo nella potenzialità della pittura in forma installativa di superare se stessa”. Quella di Mirigliano è una riflessione sul fare pittura con una forte dimensione rituale, che va dal prendere i pennelli, al preparare i supporti e i colori. Un lavoro che l’artista ha portato avanti negli anni, in solitaria, intrecciando lo studio della storia dell’arte con la poesia, la filosofia e le teorie della fisica quantistica. I dipinti prendono spesso una forma scultorea, come nella colonna istoriata nello spazio intermedio che suggerisce un progressivo alleggerimento, una pars construens che ha le sue fondamenta nella denuncia della violenza bellica, con un omaggio diretto a Goya e suoi celebri Los desastres de la guerra, per arrivare al racconto cromatico delle sfere celesti.
Chiude la mostra un’installazione ambientale composta da un’ opera scultorea a parete e un grande lavoro pittorico a pavimento, che ne trascendono i limiti, spostando lo sguardo (e il pensiero) oltre le immagini, presenti come frammenti, via via riportando alla possibilità di un pensiero alternativo, alla creazione di una visione possibile che scaturisce da un’armonia, forse solo extra-umana.
Giuseppe Mirigliano nasce a Napoli nel 1972. Dal 1996 al 2005 partecipa all’autogestione di uno
spazio indipendente l’arte contemporanea nell’Università di Architettura di Napoli. Dal 1996 inizia a
lavorare con pittura, disegno e installazioni, audio e video. Studia e frequenta i laboratori di strada
di Riccardo Dalisi a Napoli. Partecipa a diverse esperienze in Africa, come volontario architetto per
progetti ecosostenibili. Nel 2005 si laurea in Architettura alla Università Federico II di Napoli con
una ricerca sull’abitare nell’Africa tradizionale. Nel 2005 incontra Ettore Sottsass. Dal 2005 al 2011
collabora come architetto project manager con Aldo Cibic e Chuck Felton a Milano.
Dal 2007 inizia sua la ricerca in fotografia. Incontri e scambi con Roberta Valtorta. Fa
un'esperienza di vita rurale in Puglia, condividendo una visione comunitaria del lavoro e
arricchendo il suo spazio immaginativo. Dal 2016 riprende il lavoro in pittura e installazioni e apre
uno studio a Genova.Da maggio 2019 ad aprile 2020 è in residenza a VIR/ Viafarini di Milano. Nel
novembre 2019 è invitato a BocsArt, residenza a cura di Giacinto Di Pietrantonio e partecipa a
Diffidati, collettiva a cura di Michela Murialdo. Da novembre 2019 a gennaio 2020 espone a
Overlap alla Galleria Nazionale Cosenza, collettiva a cura di Michela Murialdo e Andrea Croce. Dal
2020 collabora con l’associazione Mirai nello sviluppo artistico del progetto #INSIEME Costruire
ponti oltre l’emergenza.
Anna Daneri è curatrice indipendente. Attualmente sta lavorando con Lorenzo Giusti al progetto di
mostra Nulla è perduto. Arte e trasformazione della materia (GAMeC Bergamo, 2021) e alla
mostra itinerante di Claire Fontaine, La borsa e la vita (Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura,
Genova / Galerias Municipais, Lisbona, 2019-2020). E’ stata una delle fondatrici di Peep-Hole,
spazio indipendente attivo a Milano dal 2009 al 2016. Dal 2013 è responsabile del Meru
Art*Science Research Program. E’ stata curatrice insieme a Carlo Antonelli del programma
vincitore dell'ultimo bando per il Museo di arte contemporanea di Villa Croce di Genova.
Production manager di They Come to Us Without a Word, mostra e performance di Joan Jonas per il Padiglione Stati Uniti della 56. Biennale di Venezia, con cui ha lavorato nel 2019 per la versionepresso il Fort Mason Art Center di San Francisco, è stata curator-in-residence per seguirne ilprogetto al NTU CCA Singapore nel 2016. Nel 2017 e 2018 è stata coordinatrice e co-curatrice diBack to the Future di Artissima, di cui ha curato il public program nel 2019. E’ stata tra le fondatricidel Forum dell’arte contemporanea italiana. Dal 2020 è membro del board del Torino Social ImpactArt Award e del Comitato Promotore dell’Archivio Atelier Pharaildis Van Den Broeck. Partecipacome curatrice alle ricerc-azioni dell’associazione di promozione sociale Il Limone Lunare. Insiemea Giuseppe Mirigliano e Mara Perissinotti sta collaborando al progetto multidisciplinare #INSIEME Costruire ponti oltre l’emergenza promosso dall’Associazione Mirai.
08
ottobre 2020
Giuseppe Mirigliano – 1420,405 MHz
Dall'otto ottobre al 21 novembre 2020
arte contemporanea
Location
PRISMA STUDIO
Genova, Vico dei Ragazzi, 14/r, (Genova)
Genova, Vico dei Ragazzi, 14/r, (Genova)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato 16-19
Vernissage
8 Ottobre 2020, ore 18
Sito web
Ufficio stampa
Prisma Studio
Autore
Curatore
Autore testo critico