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Cattelan, Kentridge e altri 98 artisti, per la mostra dei 100 disegni dalla quarantena
Arte contemporanea
La mostra “100 Drawings from Now”, visitabile al Drawing Center di New York, curata da Claire Gilman, Rosario Guiraldes, Isabella Kapur e dal direttore dell’istituzione newyorchese, Laura Hoptman, ha iniziato a prendere forma ad aprile, quando, in piena emergenza Covid-19, molti artisti, dalle loro case, hanno preso – o ripreso – la pratica del disegno e della pittura. «Molto presto, dopo la chiusura e mentre stavamo iniziando a vedere il mondo sullo schermo», ha raccontato Gilman, «ci siamo resi conto che c’era questa svolta da parte di molti artisti. Alcuni disegnano regolarmente ma per molti il disegno non è il mezzo principale». In effetti, l’elenco degli artisti partecipanti è eterogeneo: Maurizio Cattelan, Cao Fei, Mika Rottenberg, Cecily Brown, Paul Chan, Rachel Harrison e Paul Giamatti. Sì, quel Paul Giamatti, l’attore di Cinderella Man, La versione di Barney e Spiderman 2. Loro e altri 96, tutti insieme per una mostra che rappresenta la loro produzione artistica nel periodo della quarantena.
100 Drawings from Now al Drawings Center
Sono infatti presenti tutti i temi che hanno dominato il dibattito pubblico nell’ultimo semestre: la violenza di Stato, una rinnovata indagine dello spazio domestico, la mediazione tecnologica delle immagini.
In alcuni casi, espressi esplicitamente, come nel caso di un disegno a inchiostro su carta di Michael Armitage, Study for Curfew, in cui viene rappresentato un uomo in uniforme militare che frusta una figura indistinta, distesa a terra. Più astratta è l’illustrazione di William Kentridge, popolata di frammenti di testo che suggeriscono una condizione di isolamento, come «Escaping our fate» e «I Alone», «Sfuggire al nostro destino» e «Io, solo». Katherine Bernhardt ha approfondito un aspetto diverso della quarantena, attraverso un’opera ad acquerello in cui compaiono mozziconi di sigarette e pillole di Xanax. C’è però anche una certa dose di astrazione, per esempio negli studi sulla forma di Xylor Jane e Sam Moyer. Ci sono anche parecchi autoritratti, come quelli del grande fumettista Robert Crumb e di Marcus Jahmal.
«Non abbiamo cercato necessariamente opere che rispondessero a idee specifiche. Volevamo che fosse un ritratto molto naturale del tempo. Abbiamo pensato che tutti gli artisti avevano qualcosa da dire», ha spiegato Gilman. E tra le tante cose che ha raccontato questa mostra, anche il sentimento di generosità: tutte le opere esposte sono state infatti donate dagli artisti al Drawing Center.