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Scripta Festival 2020. L’arte a parole nella città che sale
Fiere e manifestazioni
La pandemia e lo stato di crisi che stiamo attraversando hanno portato Scripta Festival, giunto nel 2020 alla quarta edizione, a cambiare veste. Esce dai tradizionali luoghi dell’arte per approdare nelle “case del popolo” della periferia fiorentina, luoghi storicamente caratterizzati dalla frequentazione di lavoratori e da un forte spirito sociale e di mutualità. Pietro Gaglianò, direttore del Festival sin dalla sua prima edizione – e prima ancora quando Scripta era solo una rassegna – rivede quindi il consueto schema secondo il quale si svolgeva l’evento, per diluirlo nell’arco di due settimane, dal 16 al 31 ottobre 2020.
Il titolo di quest’edizione, La città che sale, si rifà al famoso dipinto di Umberto Boccioni realizzato tra il 1910 e il 1911, oggi al Museum of Modern Art di New York, mostrato al pubblico per la prima volta alla Casa di lavoro di Milano, nell’ambito dell’Esposizione d’Arte Libera. È facile quindi creare uno stretto collegamento tra il tema del lavoro trattato da Boccioni, le case del popolo e la vocazione di Scripta di portare l’arte in luoghi inconsueti.
Scripta Festival: l’arte in libreria e con la Scuola di Santa Rosa
Presidio culturale di Scripta e cuore pulsante del Festival è la libreria Brac, organizzatrice e promotrice dell’evento sin dai suoi esordi e da quest’anno affiancata dall’Associazione Scripta.
Marta dell’Angelo (1970), per la libreria, ha pensato a una singolare installazione site-specific, Tableau Vivant 2020 (inaugurazione venerdì, 16 ottobre, ore 18.30) che si pone sulla scia della sua ricerca, portata avanti da lungo tempo, che esplora la possibilità di rappresentazione del corpo umano attraverso i diversi linguaggi dell’arte e focalizzandosi sul gesto e la postura. Dell’Angelo, infatti, ha appeso al soffitto, quasi a sfiorare la testa delle persone, sagome di braccia, a grandezza naturale; sono immagini tratte da un suo dipinto a olio, fotografate e stampate su alluminio. Braccia che rimandano alla forza lavoro evocata da Boccioni nella Città che sale e che sembrano vagare nel vuoto muovendosi in continuazione a seconda degli spostamenti dell’aria e proponendo quindi punti di vista sempre diversi.
L’intento sociale che affiora dall’opera di Boccioni e la rappresentazione di una città in crescita, osservata dalla posizione della strada e del lavoro, sono gli argomenti che stanno alla base di Scripta Festival 2020, nella consapevolezza che i fortini della cultura debbano essere resi accessibili a tutti, anche quando gli argomenti trattati paiono destinati a pochi eletti.
Entra dunque in scena anche la Scuola di Santa Rosa, fondata da Francesco Lauretta e Luigi Presicce che in vari spazi in Italia e all’estero portano avanti un simposio di disegno dal vero aperto a tutti, una scuola senza insegnanti dove gli strumenti pedagogici sono dati dallo scambio, dalla riflessione e dal riconoscimento dell’altro.
Presentazioni, reading e concerti
Ecco dunque che, per tre sabati consecutivi, le case del popolo diventano i luoghi prescelti sia per ospitare il simposio di disegno (ore 17) sia per accogliere presentazioni di libri, incontri, concerti e reading.
Si parte sabato 17 (ore 18,30) alla casa del popolo di Settignano con la presentazione del volume Hyperpolis. Architettura e Capitale, scritto da Serge Latouche e Marcello Faletra che attraverso l’analisi dello spazio urbano smontano l’ideologia di un capitalismo sempre più estetico, vettore di controllo sociale attraverso la cultura. Faletra sarà a Scripta per un confronto a più voci con l’antropologo Franco La Cecla e l’artista Andrea Masu.
Alle 21.30, l’attrice Anna Bonaiuto terrà il reading Libertà, letture da testi politici e testi poetici con brani da Hanna Arendt, Michail Bakunin, Antonio Gramsci, Karl Marx, Pablo Neruda, Bartolomeo Vanzetti.
Secondo appuntamento, sabato 24 (ore 18.30) alla Casa del Popolo “Il progresso”, in via Vittorio Emanuele, dove Angela Maderna presenterà il volume L’altra metà dell’avanguardia quarant’anni dopo, dedicato alla mostra che Lea Vergine realizzò nel 1980 con opere di oltre cento artiste attive all’interno dei movimenti d’avanguardia d’inizio Novecento che erano state ingiustamente cancellate dalla storiografia. Sui temi dell’arte, della parità, delle egemonie, l’autrice si confronterà con la storica dell’arte Laura Lombardi e con l’attivista fiorentina Antonella Bundu. Seguirà alle 21.30 un concerto dei musicisti Jacopo Andreini / Al Mustaqil.
Il terzo e ultimo appuntamento, sabato, 31 ottobre, sarà alla SMS di Peretola dove Flavio Favelli presenterà il libro Bologna la rossa, un diario per immagini, disegni e memorie di quella stessa Italia drammatica che ha segnato l’educazione estetica dell’artista, con Pietro Gaglianò, il giornalista Stefano Fabbri e l’assessore Tommaso Sacchi. Il gruppo Sorrentini / Galli / Lovo / Volpi in Floating Head Lovers concluderà il festival, a partire dalle ore 21.30.