02 novembre 2020

Capolavori da collezioni italiane: Giorgio Vasari all’asta da Pandolfini

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Compare uno straordinario Vasari tra i dipinti antichi di Pandolfini: l'opera, secondo gli esperti, è praticamente identica a quella di Palazzo Pitti

Giorgio vasari, Le tentazioni di San Girolamo. Pandolfini
Giorgio Vasari, Le tentazioni di San Girolamo. Pandolfini

Anche un’opera di Giorgio Vasari tra i Capolavori da collezioni italiane all’asta da Pandolfini il 3 novembre: si tratta de LE TENTAZIONI DI SAN GIROLAMO, uno degli ultimi dipinti del Vasari rimasti in mani private, il più simile – secondo gli esperti – a quello custodito nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

«Un quadre grande di braccia due e mezzo alto e braccia due largo», riporta il grande critico cinquecentesco in un Ricordo del 1541, «drentovi un San Ieronimo in penitenzia che, tenendo un Crocifisso in mano, si percuote il petto: e mentre Venere abbracciando i suoi amori si fuggie et il giuoco lo strigne per un braccio e Cupido gli tira la freccia, sendo cascati gli arnesi amorosi, l’orazione rompe ogni cosa venerea. Quale si lavorò con diligenzia, montò detto quadro scudi cinquanta, cioè scudi 50»; e lo scrive in merito alla tavola fiorentina, in realtà, ma l’opera è pressoché identica a quella che sfilerà domani all’incanto.

In effetti – sottolinea Pandolfini – è proprio il Vasari a ricordare altre versioni della stessa composizione, eseguite rispettivamente per Messer Tommaso Cambi, nel 1545, e per Monsignor de’ Rossi dei conti di San Secondo, nel 1547. E così, insieme a un nucleo di arredi, oggetti d’arte, sculture e dipinti antichi, trova spazio anche un sorprendente LE TENTAZIONI DI SAN GIROLAMO: un esemplare proveniente dal Castello di Vincigliata, a Fiesole (e, più precisamente, dalla collezione Graetz), che nel 1960 è stato esposto alla Mostra dei tesori segreti delle case fiorentine, a Firenze. La stima? A richiesta, secondo quanto indicato sul catalogo, ma sembra che si aggiri intorno ai 300mila euro.

«Celebrato per la sua fondamentale attività di storiografo e critico d’arte, oltre che pittore e architetto», commenta Ludovica Trezzani, Responsabile Dipartimento Dipinti antichi di Pandolfini, «Vasari legò principalmente il suo nome a Firenze e alle grandi committenze pubbliche dei Medici, della cui politica culturale fu regista e artefice. La tavola che oggi presentiamo si lega appunto, almeno nella sua ideazione, a una commissione medicea, quella di Ottaviano de’ Medici che nel 1541 ordinò al pittore aretino un tema che celebrasse il potere dello spirito e della preghiera sulle lusinghe dei sensi e dei piaceri terreni, a cui alludevano invece la Venere e la Leda che Vasari aveva dipinto per lui su cartoni di Michelangelo. Il successo di questa invenzione colta e sofisticata e insieme riflesso di un nuovo clima religioso all’apertura del Concilio di Trento, fece sì che il dipinto per Ottaviano, oggi a palazzo Pitti, fosse replicato pochi anni dopo per altri due importanti collezionisti, Tommaso Cambi, mercante fiorentino amico e committente di Vasari, e il vescovo di Pavia, Rosso di San Secondo. La tavola che oggi siamo orgogliosi di presentare è appunto una di queste».

Altre opere all’asta Capolavori da collezioni italiane

A sfilare all’incanto di Pandolfini, oltre al capolavoro del Vasari, anche CANAL GRANDE DA SAN GREGORIO VERSO LA CARITÀ, un piccolo olio su cartone di Canaletto, esposto, prima d’oggi, solo alla mostra del 2001 Canaletto prima maniera (stima: 80.000/120.000 euro). Seguono il MERCATO DI FIORI o LA BOTTEGA DELLA FIORAIA di Giacomo Favretto e il RITRATTO DI MATHILDE HIRSCH di Antonio Mancini, insieme alle tre sculture monumentali e realistiche (anche nelle dimensioni) di un CROCEFISSO, della figura della MADONNA e quella di SAN GIOVANNI EVANGELISTA (disponibili in due stime separate: 40.000/60.000 euro per il Crocifisso e 60.000/90.000 euro per i dolenti).

Canaletto, Il Canal Grande da San Gregorio verso la Carità. Pandolfini
Canaletto, Il Canal Grande da San Gregorio verso la Carità. Pandolfini

In vendita anche un raffinatissimo BUSTO DI CLAUDIO, realizzato in porcellana dura e smalto bianco nella Manifattura Carlo Ginori tra il 1754 e il 1760 circa (stima: 30.000/50.000 euro). Il XVI secolo è al centro delle proposte del dipartimento di Mobili, Arredi e Oggetti d’Arte che presenta due manufatti del Cinquecento lombardo e uno del Cinquecento veneziano: una ricercata FIASCHETTAPER POLVERE, realizzata per un personaggio di alto rango (stima: 10.000/15.000 euro) e un PICCOLO FORZIERE in ferro, interamente decorato con un tripudio di grottesche, mascheroni, figure, animali e festoni vegetali, incisi sul fondo dorato (stima: 40.000/60.000 euro). Qui trovate l’e-catalogue completo: Capolavori da collezioni italiane, 3 Novembre 2020, Firenze

Opere di eccezionale interesse storico-artistico

La giornata del 3 novembre si concluderà, da Pandolfini, con un’asta unica nel suo genere, la sola ad aver tramutato il tanto temuto “vincolo di notifica” in un’ulteriore conferma del valore delle opere. Tra i capolavori di importanza museale presentati in questa sessione ricordiamo, tra gli altri, SANT’ANTONIO ABATE E SAN LORENZO CON STORIE DELLA LORO VITA: una pala d’altare opera di un artista ben preciso, ma non ancora identificato, ribattezzato Maestro del 1343 (stima:  70.000/100.000 euro).

E, ancora, la quattrocentesca MADONNA CHE REGGE IL BAMBINO SUL DAVANZALE del Vivarini, (stima: 100.000/150.000 euro), definita da Rodolfo Pallucchini “capolavoro di Alvise”, insieme al RE SALOMONE di Defendente Ferrari, proposto per 10.000-15.000 euro. Qui trovate l’e-catalogue completo: Opere di eccezionale interesse storico-artistico, 3 Novembre 2020, Firenze

Alvise Vivarini, Madonna che regge il Bambino sul davanzale. Pandolfini
Alvise Vivarini, Madonna che regge il Bambino sul davanzale. Pandolfini

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