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Storica direttrice del Museo Statale Pushkin di Mosca, istituzione guidata ininterrottamente dal 1961 al 2013, protagonista della vita culturale dell’URSS, esperta di Rinascimento italiano, appassionata di Impressionismo, Irina Antonova è morta il 30 novembre 2020, a 98 anni, a causa del Covid-19. Ad annunciare la notizia con una nota diffusa alla stampa, lo stesso museo, tra i più importanti in Russia e al mondo, grazie in particolare alle collezioni di arte impressionista e post impressionista dei due famosi mercanti Sergej Ščukin (di cui scrivevamo qui, in occasione di una mostra alla Fondation Louis Vuitton) e Ivan Morozov.
Donna dal carattere forte, fervente sostenitrice del governo Putin, sotto la sua direzione il museo Pushkin poté ospitare la Gioconda di ritorno dalla sua tournee in Giappone, nel 1974. Prima di allora, il capolavoro di Leonardo da Vinci era stato prestato dal Louvre solo in un’occasione, per una mostra negli Stati Uniti voluta da Jackie Kennedy, nel 1962. USA 1 – 1 URSS.
A esprimere le sue doglianze anche il Presidente Putin, definendola una «storica dell’arte eccezionale». Tra i componenti della Camera civica della Federazione Russa, Irina Antonova era considerata anche in Italia come una influente storica dell’arte e nel 2000 fu insignita del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
«Ricordo con particolare nostalgia le ore passate insieme durante la mostra ‘Raffaello, la Poesia del Volto’ al Museo Pushkin quattro anni fa: le sue osservazioni su dipinti anche notissimi riuscivano ad essere sempre nuove e illuminanti», ha dichiarato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi. «E avevamo parlato di un suo auspicato viaggio in Italia circa un anno fa, quando la vidi per l’ultima volta, in margine al Forum culturale a San Pietroburgo. Donna di straordinaria cultura, cosmopolita – parlava le altre lingue europee senza accento – e di un’inesausta energia e tenacia anche nei suoi ultimi anni, Irina Aleksandrovna ha costruito la reputazione globale del Museo Pushkin da lei prima diretto e quindi presieduto, difendendo con patriottismo esemplare gli interessi della Russia e della sua città natale, Mosca», ha continuato Schmidt.
Nata il 20 marzo 1922, Irina Aleksandrovna Antonova visse con i suoi genitori in Germania dal 1929 al 1933. Negli anni della Seconda guerra mondiale, dopo aver completato i corsi di infermieristica, lavorò nell’ospedale di Krasnaya Presnya. Dal 1940 studiò storia dell’arte con Boris Vipper all’Università di Mosca, laureandosi nel 1945. Nello stesso anno entrò a far parte dello staff del Museo Pushkin. Nel febbraio 1961 Nikita Krusciov le affidò alla direzione del museo. Antonova organizzò importanti mostre internazionali, come le grandi antologiche dedicate a ad Amedeo Modigliani, William Turner, Claude Monet, Marc Chagall e Pablo Picasso. Autrice di oltre 100 pubblicazioni, tra cataloghi, articoli, album, programmi televisivi, sceneggiature di film divulgativi, per alcuni anni insegnò al Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università Statale di Mosca e all’Istituto di Lingue Orientali di Parigi.
Antonova supervisionò le collezioni d’arte avviate dall’Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale, anche con opere prese dalla Germania. Il “suo” Museo Pushkin conserva ancora il Tesoro di Priamo, preso come trofeo dall’Armata Rossa dopo la battaglia di Berlino.