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L’Università di Münster rimuove la Square Depression di Bruce Nauman
Arte contemporanea
«Ci dispiace moltissimo dover dire addio a quest’opera, almeno per il momento», ha dichiarato, al magazine Monopol, Hermann Arnhold, direttore dell’LWL – Museum für Kunst und Kultur di Münster, che a suo tempo acquistò la scultura. «A causa della scelta, il Museo perderà una delle opere più importanti della collezione per un periodo indefinito di tempo». Ideata nel 1977 da Bruce Nauman appositamente per l’Università di Münster, Square Depression ha la forma di una piramide rovesciata incuneata nel terreno ed estesa per ben 24 metri di diametro, ma dovrà essere spostata per far posto a un nuovo edificio universitario. L’intera superficie della scultura era calpestabile e veniva quindi considerata, sia dagli studenti che dai visitatori, come un comune punto di incontro e di scambio. Sempre secondo quanto è stato riferito da Monopol, successivamente alla disinstallazione, Square Depression verrà trasferita in un’altra posizione del Campus ma non sono stati ancora comunicati dettagli, né sul dove né sul quando.
Bruce Nauman aveva progettato Square Depression nel 1977, per la mostra decennale Skulptur Projekte Münster – la cui ultima edizione si è svolta nel 2017 – in occasione della quale era stato chiamato dal curatore Kasper Konig, insieme ad altri nove artisti, a ideare un’opera d’arte pubblica che fosse site-specific. Al termine dell’esibizione, gli abitanti di Münster avevano avuto la possibilità di acquisire qualsiasi pezzo, grazie a un insieme di donazioni sia pubbliche che private. Tra i pezzi acquistati dalla città, rimasti poi in esposizione permanente, ci sono delle opere di Claes Oldenburg, Richard Serra, Rebecca Horn e Nicole Eisenman.
I lavori per la realizzazione dell’opera di Nauman, nonostante fossero pianificati per la fine degli anni ’70, non sono però cominciati fino al 2007, anno in cui la scultura è stata installata tra i due edifici dell’università dedicati alle scienze naturali. La particolare struttura dell’opera – le cui quattro estremità scendevano a forma di imbuto verso il centro – era tale da mettere l’osservatore in condizione di vedere solo le pareti dalle quali era circondato, ma allo stesso tempo di essere completamente scoperto rispetto a chi si trovava all’inizio o al di fuori della stessa. Una volta l’artista stesso disse che il lavoro era stato pensato per far riflettere «sul confronto tra l’esperienza privata e esposizione pubblica».