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One City: i valori del Bonus Civis, attraverso l’arte contemporanea
Progetti e iniziative
A Roma si gira l’angolo su via Giuseppe Arimondi e, bam!, ci si trova davanti a un imponente murale, steso su una superficie di circa ventitré metri di larghezza per nove metri di altezza, sopra a una delle pareti dell’edificio conosciuto come il “palazzo degli artisti”. Siamo, infatti, di fronte a un ex magazzino di Portonaccio, nel quartiere Casal Bertone dove, nel 2004, alcuni artisti (tra cui Gianni Dessì, Piero Pizzicannella, Claudio Abate, Elisabetta Benassi, Marco Colazzo, Veronica Botticelli, Caterina Silva, Alessandra Amici, Ivan Barlafante), capitanati da Mauro di Silvestre, si stabiliscono negli spazi del secondo piano, organizzando anche delle esposizioni con l’apertura dei loro studi ai visitatori, per mostrare i propri lavori.
Inaugurato il 30 ottobre scorso e realizzato da Alice Pasquini (Roma, 1980), questo murale ha dato avvio all’articolato e bel progetto ONE CITY. I circa 210mq di pittura stesi da Alicè, così la firma di Alice Pasquini, sono dedicati alla memoria di Ebru Timtik (1978-Istanbul, 27 agosto 2020). L’avvocata di origine curda e attivista dei diritti civili, morta a soli 42 anni, dopo 238 giorni di sciopero della fame per “la giustizia”: chiedeva infatti un processo equo, a seguito della condanna a 13 anni di carcere con l’accusa di “terrorismo.
Dicevamo che l’opera di Alice Pasquini ha inaugurato il progetto ONE CITY. Dunque, cos’è ONE CITY? ONE CITY, oltre a essere un eccellente progetto, è anche un ambizioso proponimento che vede coinvolti Arimondi Circle, associazione culturale di innovazione sociale presieduta dall’avvocata Luisa Melara, ideatrice del progetto stesso con la direzione artistica di Cesare Biasini Selvaggi, realizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Presidi Lazio, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma e la Fillea CGIL Nazionale. Il progetto è stato denominato ONE CITY (Città unita) perché l’obiettivo è quello di comunicare, attraverso l’arte contemporanea, l’unione nelle diversità di una metropoli e delle sue molteplici comunità che la popolano e che la arricchiscono. Dalla periferia al centro, dal centro alla periferia, il progetto prevederà il coinvolgimento di tutti i Municipi di Roma. Ogni Municipio ospiterà un’opera permanente di street art, a firma di autori di rilievo internazionale, collegata concettualmente a quelle che saranno progressivamente realizzate negli altri Municipi, per riscoprire il senso di unità tra concittadini e di appartenenza a Roma e ai suoi valori culturali e laici che, dall’antichità classica, sono diventati fondativi delle democrazie contemporanee, dello Stato di diritto e delle libertà civili che rappresentano una conquista dell’umanità. L’idea è quella di partire dai valori identitari del bonus civis descritti da Cicerone (dignitas, auctoritas, urbanitas, humanitas, clementia, pax, abstinentia, aequitas, consilium, costantia, gravitas, decorum, ecc.). A ogni Municipio della città saranno attribuiti alcuni di questi valori, a cui si ispirerà lo street artist scelto per intervenire con un suo murale nel territorio, in accordo con le amministrazioni locali.
Per meglio conoscere il progetto, ne abbiamo parlato con Alice Pasquini e Luisa Melara.
Alice, cosa ti ha spinto a partecipare al progetto ONCE CITY con un tuo murale?
Alice Pasquini: Col mio lavoro, che porto avanti da più di dieci anni, cerco sempre di realizzare delle opere che esprimano determinate tematiche sociali. In via Arimondi, oltre a esserci un tema, c’è un muro dove, contestualmente, gioca tantissimo quell’ambiente, un luogo di passaggio. Nel dipinto, oltre al colore salmone, che entra dentro la pittura, c’è una ferrovia (che rimanda a quella che passa lì vicino) e c’è una prospettiva di palazzi perché, secondo me, in fondo, un muro può essere anche terapeutico, dato che è qualcosa che ti ritrovi davanti, e avere almeno una prospettiva, è sempre una cosa che fa bene. E il tutto, per me, significa il viaggio inteso sia come fisico che fantastico. I valori del bonus civis che mi sono stati assegnati e ai quali mi sono ispitata sono humanitas, abstinentia, costantia e aequitas, quelli cioè incarnati dalla testimonianza di vita e dall’impegno civile e professionale di Ebru Timtik. In questo momento interpretare un progetto che si chiama ONE CITY che vuole parlare di valori comuni tra le persone, è per me molto importante, perché tutta la mia poetica parla di sentimenti umani ed è uno dei temi che sviluppo sempre sui muri in giro per il mondo. Certo, come presentare visivamente, in maniera figurativa, dei valori specifici non è facile. E questa è stata la sfida che mi è stata data dal progetto stesso.
Luisa, perché hai deciso di realizzare questo progetto?
Luisa Melara: La decisione nasce da un moto di ribellione, tra un lockdown e l’altro, in reazione alla paura, all’isolamento e all’immobilismo diffuso a tutti i livelli, dalle istituzioni alle imprese alla società civile, complice l’esplosione degli effetti devastanti della pandemia e della crisi economica, e la conseguente radicalizzazione di un individualismo diffuso e di sopravvivenza. In questo clima di disorientamento e declino, ho riconosciuto alcune delle dinamiche che mi trovo ad affrontare tutti i giorni, assistendo da avvocato e manager d’impresa, le aziende in difficoltà: la salvaguardia del valore attraverso una progettualità, con visione per il riscatto e la rinascita dalla crisi. Ed è proprio dall’idea di rinascita, ripartendo dai valori, pensando soprattutto ai più deboli e alle nuove generazioni, che ha preso vita il progetto ONE CITY – I valori del bonus civis e della Costituzione attraverso l’arte contemporanea.
Com’è nata l’idea di compierlo attraverso l’arte contemporanea, e in particolare la street art?
Luisa Melara: L’idea affonda le sue radici in una scelta di vita che mi ha portato dapprima a frequentare e poi a vivere nel palazzo degli artisti di via Arimondi 3. È proprio in questo edificio, ex-deposito di auto e furgoni e, fin dai primi anni Duemila, condominio di artisti, fotografi e creativi del mondo dell’arte e della cultura, che ho voluto aprire la mia casa al progetto di comunità Arimondi Circle. Si tratta di una piattaforma non virtuale, circolare e aperta, di rete sinergica e di partecipazione attiva, per la condivisione del pensiero e di progetti e azioni in cui la Cultura e le Arti siano sempre al centro di ogni processo. È proprio grazie a uno di questi incontri, con la gallerista e amica, Alexandra Mazzanti di Dorothy Circus Gallery, e alla sua scuderia di street artist nazionali e internazionali, che è nata l’idea di parlare dei valori della ‘buona cittadinanza’ attraverso il linguaggio della street art. Oggi, la street art è universalmente riconosciuta come una forma espressiva di grande impatto visivo, che può contribuire a rigenerare e valorizzare, in chiave artistica, i “non luoghi” della Città. Con questa prospettiva le istituzioni hanno fatto importanti passi avanti, come la costituzione, da parte del MIBACT, di una direzione nuova denominata “creatività contemporanea” che si occuperà anche di street art. Nonché la proposta di legge n. 222 del 26 giugno 2020, recante la disciplina per la valorizzazione, promozione e diffusione della street art che è stata approvata dal Consiglio Regionale del Lazio il 9 dicembre 2020.
Quali sono le prossime tappe e i prossimi street artists coinvolti?
Luisa Melara: L’idea è che ogni Municipio ospiti un’opera permanente di street art, a firma di un artista di rilievo internazionale. Man mano che verranno individuate le pareti, saranno individuati gli artisti. Tutte le opere saranno collegate idealmente e concettualmente tra loro, perché ciascuna di esse si dovrà ispirare ai valori del bonus civis descritti da Cicerone. L’invito che abbiamo esteso ai presidenti di tutti i Municipi di Roma, in occasione dell’inaugurazione della prima tappa di ONE CITY, è stato accolto con grande entusiasmo e, nonostante tutte le complessità che la pandemia presenta, stiamo già lavorando con Sabrina Alfonsi, Presidente del I Municipio, al secondo progetto artistico in programma per marzo 2021. Molto probabilmente l’opera verrà realizzata nel quartiere del mercato Esquilino, in collaborazione anche con il Gruppo Ferrovie dello Stato, che quest’anno celebra i settant’anni della Stazione Termini.
Come sono scelti i luoghi dove concretizzare i lavori?
Luisa Melara: È il Municipio interessato dall’intervento artistico che propone il luogo in cui dovrà essere realizzata l’opera, perché nessuno, meglio degli amministratori locali conosce il territorio e i luoghi dove anche simbolicamente sia più opportuno portare la forza rigenerante della street art. A conclusione del progetto ONE CITY, le opere di street art andranno a collegare e a unire idealmente tutti i Municipi e la loro cittadinanza. Ripercorrendo l’itinerario di questi interventi artistici, i cittadini, ma anche i turisti, avranno così l’opportunità di conoscere Roma sotto una prospettiva inedita: i valori laici della democrazia e della nostra Costituzione, attraverso i linguaggi inclusivi dell’arte contemporanea.