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Massimo Kaufmann / Gonçalo Mabunda
La Galleria Giovanni Bonelli apre la stagione espositiva 2021 con una doppia personale di Massimo Kaufmann (Milano) e -grazie alla collaborazione con Lis10Gallery- dell’artista Gonçalo Mabunda (Maputo, Mozambico). I lavori astratti su tela di Kaufmann dialogheranno con le maschere e troni di Mabunda
Comunicato stampa
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La Galleria Giovanni Bonelli è orgogliosa di aprire la stagione espositiva 2021 con una doppia personale di Massimo Kaufmann e -grazie alla collaborazione con Lis10Gallery- Gonçalo Mabunda.
Nella produzione degli ultimi dieci anni di Massimo Kaufmann emerge la volontà di rendere visibile la durata del processo creativo insito in ognuno dei suoi quadri. Le opere, definibili come delle astratte atmosfere pittoriche, sono il risultato di un meticoloso e sorvegliato dropping sulla tela posta orizzontalmente di fronte a sé. Kaufmann stesso spiega che dipinge “senza alcun supporto narrativo o descrittivo (…) utilizzando un colore, tutti i colori per evitare tranelli simbolici”. La sua pittura composta da stratificazioni di trasparenze di colore può essere letta come un processo di crescente meditazione in cui i gesti vengono gradualmente ridotti al minimo.
Alcune opere di grandi dimensioni dell’artista italiano saranno presentate in dialogo con le sculture di Gonçalo Mabunda che, nel 2019, ha rappresentato la sua nazione (Mozambico) alla Biennale di Venezia. Mabunda trasforma materiali bellici -oggi dismessi- che furono utilizzati durante i sanguinosi anni della guerra civile che ha afflitto il Mozambico per ben 16 anni. L’artista si appropria di qualsiasi tipo di scarto bellico -proiettili, bombe, fucili- assemblando le varie parti per comporre maschere e troni. Le sua maschere hanno un forte potere evocativo e riescono a mantenere i valori simbolici e rituali delle antiche maschere tribali -che sono parte della cultura e della tradizione dell’artista- pur convertendole in una veste totalmente contemporanea.
Massimo Kaufmann (1963, Milano. Vive e lavora a Milano) è esponente di rilevo della generazione artistica affermatasi nei primi anni Novanta a Milano, imponendosi sulla scena italiana dopo l’Arte Povera e la Transavanguardia, utilizzando i più disparati mezzi espressivi, dall’installazione alla pittura, dalla fotografia al video e sfuggendo alle catalogazioni ed ai manifesti programmatici. Oltre al MAMbo, il suoi lavori fanno parte delle Collezioni di importanti Musei internazionali: Parigi (Fondation Cartier), Berlino (Martin Gropius Bau, Metropolis), Amsterdam (De Appel), Vienna (Palais Liechtenstein, Fondazione Ludwig), New York (Sperone-Westwater, Bronx Museum), Phoenix, Nizza (Musee d’Art Contemporaine), Roma Galleria Nazionale d’arte Moderna, (Quadriennale 1996 e 2005 , Galleria Nazionale d’Arte Moderna), Milano (PAC, Triennale, Collezione Palazzo Reale) e nei musei di Graz, Sarajevo, Tel Aviv.
Gonçalo Mabunda (1975, Maputo District, Mozambico. Vive e lavora a Maputo)
Nonostante l’infanzia trascorsa in un paese devastato dalla guerra civile (1975-1991) Mabunda ha potuto frequentare le scuole della capitale del Mozambico (Maputo): ha iniziato a dipingere a 17 anni e dai 22 anni ha iniziato a lavorare come artista a tempo pieno. Ha al suo attivo la partecipazione ad esposizioni in prestigiose istituzioni di livello internazionale quali ad esempio: il Centre Georges Pompidou di Parigi (2005); il Mori Museum di Tokyo (2006); il Guggenheim di Bilbao (2016); Palazzo Reale di Milano (2016); il Palais de Tokyo di Parigi (2018). La sua prima presenza alla Biennale di Venezia risale al 2015 mentre quest’anno (2019) è stato selezionato per rappresentare il Mozambico nel padiglione nazionale. A livello internazionale collabora con la Jack Bell Gallery di Londra. Numerosi riconoscimenti internazionali gli sono stati conferiti per il suo impegno di attivista contro la guerra trasmesso attraverso i suoi lavori.
Nella produzione degli ultimi dieci anni di Massimo Kaufmann emerge la volontà di rendere visibile la durata del processo creativo insito in ognuno dei suoi quadri. Le opere, definibili come delle astratte atmosfere pittoriche, sono il risultato di un meticoloso e sorvegliato dropping sulla tela posta orizzontalmente di fronte a sé. Kaufmann stesso spiega che dipinge “senza alcun supporto narrativo o descrittivo (…) utilizzando un colore, tutti i colori per evitare tranelli simbolici”. La sua pittura composta da stratificazioni di trasparenze di colore può essere letta come un processo di crescente meditazione in cui i gesti vengono gradualmente ridotti al minimo.
Alcune opere di grandi dimensioni dell’artista italiano saranno presentate in dialogo con le sculture di Gonçalo Mabunda che, nel 2019, ha rappresentato la sua nazione (Mozambico) alla Biennale di Venezia. Mabunda trasforma materiali bellici -oggi dismessi- che furono utilizzati durante i sanguinosi anni della guerra civile che ha afflitto il Mozambico per ben 16 anni. L’artista si appropria di qualsiasi tipo di scarto bellico -proiettili, bombe, fucili- assemblando le varie parti per comporre maschere e troni. Le sua maschere hanno un forte potere evocativo e riescono a mantenere i valori simbolici e rituali delle antiche maschere tribali -che sono parte della cultura e della tradizione dell’artista- pur convertendole in una veste totalmente contemporanea.
Massimo Kaufmann (1963, Milano. Vive e lavora a Milano) è esponente di rilevo della generazione artistica affermatasi nei primi anni Novanta a Milano, imponendosi sulla scena italiana dopo l’Arte Povera e la Transavanguardia, utilizzando i più disparati mezzi espressivi, dall’installazione alla pittura, dalla fotografia al video e sfuggendo alle catalogazioni ed ai manifesti programmatici. Oltre al MAMbo, il suoi lavori fanno parte delle Collezioni di importanti Musei internazionali: Parigi (Fondation Cartier), Berlino (Martin Gropius Bau, Metropolis), Amsterdam (De Appel), Vienna (Palais Liechtenstein, Fondazione Ludwig), New York (Sperone-Westwater, Bronx Museum), Phoenix, Nizza (Musee d’Art Contemporaine), Roma Galleria Nazionale d’arte Moderna, (Quadriennale 1996 e 2005 , Galleria Nazionale d’Arte Moderna), Milano (PAC, Triennale, Collezione Palazzo Reale) e nei musei di Graz, Sarajevo, Tel Aviv.
Gonçalo Mabunda (1975, Maputo District, Mozambico. Vive e lavora a Maputo)
Nonostante l’infanzia trascorsa in un paese devastato dalla guerra civile (1975-1991) Mabunda ha potuto frequentare le scuole della capitale del Mozambico (Maputo): ha iniziato a dipingere a 17 anni e dai 22 anni ha iniziato a lavorare come artista a tempo pieno. Ha al suo attivo la partecipazione ad esposizioni in prestigiose istituzioni di livello internazionale quali ad esempio: il Centre Georges Pompidou di Parigi (2005); il Mori Museum di Tokyo (2006); il Guggenheim di Bilbao (2016); Palazzo Reale di Milano (2016); il Palais de Tokyo di Parigi (2018). La sua prima presenza alla Biennale di Venezia risale al 2015 mentre quest’anno (2019) è stato selezionato per rappresentare il Mozambico nel padiglione nazionale. A livello internazionale collabora con la Jack Bell Gallery di Londra. Numerosi riconoscimenti internazionali gli sono stati conferiti per il suo impegno di attivista contro la guerra trasmesso attraverso i suoi lavori.
18
febbraio 2021
Massimo Kaufmann / Gonçalo Mabunda
Dal 18 febbraio al 03 aprile 2021
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIOVANNI BONELLI
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-19
Vernissage
18 Febbraio 2021, A seconda delle normative vigenti la mostra sarà aperta dalle ore 13
Sito web
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