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Colle Ameno fucina dell’arte contemporanea: reportage dal borgo storico
Progetti e iniziative
Una tensione utopica e filosofica, tra prassi e ricerca estetica, si dispiega nell’edificazione delle città ideali. Oggi, il settecentesco Borgo di Colle Ameno (Sasso Marconi, Bologna) — unico esempio che se ne conservi nella Valle del Reno — corrobora le proprie origini costituendosi fucina e officina di idee, nel segno della ricerca contemporanea e dell’arte. Mediante un apposito bando volto alla concessione di alcune storiche botteghe e delle dipendenze di Villa Davia, la cittadina torna a essere un centro urbano dove creatività, teatro, artigianato artistico e tradizionale si intrecciano con progetti di economia circolare.
A quasi cinque mesi dal taglio del nastro inaugurale, che annunciava la conclusione dei restauri e in ottemperanza alle odierne disposizioni, Open Studio ci introduce alle rinnovate prospettive del luogo secondo i vincitori. Riprendendo le parole di Marcello Tedesco, tra i membri del nucleo stabile del collettivo Capital Project, con Silla Guerrini e Francesco di Tillo: «Una scultura sociale di beuysiana memoria», che coinvolgerà appieno la comunità locale.
Opere che siano dispositivi fruibili dai cittadini, nuove agorà attorno alle quali riunirsi, spazi comuni destinati all’orticoltura e alla trasformazione degli scarti in nuovo valore mireranno ad indagare quei «margini di impensato» inerenti la dimensione giuridica ed economica dell’arte, necessari all’esercizio «del diritto alla felicità pubblica».
Le botteghe contemporanee di Colle Ameno
Appena giunta al termine, la residenza artistica Capital Project di Vale Palmi dischiude sublimi visioni perimortali. Durante Open studio, i versi ascendenti-discendenti della sua Confessioni dall’Acclivitas sono recitati dal culmine dello scalone di Villa Davia da Gabriele Duma e Antonella Franceschini di Opificio d’Arte Scenica. In dialogo con le Intus-Extra di Palmi, fotografie di Agnelli Sensibili disegnati vorticando la sanguigna e arrotolati, il duo guida lo sguardo dell’osservatore dentro il budello nella carta, attraverso la carcassa-tunnel dell’animale sacro in direzione della luminosa — citando l’artista — «Vita dopo la Vita».
Una ricerca ecosofica, fondata sulla interrelazione e non-contrapposizione di linguaggi eterogenei è condotta da Spazio relativo di Iside Calcagnile, che vede l’artista inoltrarsi nel suo progetto corale PLURIMO. Il corpo, la parola, la materia, il segno e il suono articoleranno un codice infinitamente decostruibile, permutabile e potenzialmente “parlabile” da tutti coloro che contribuiranno alla sua scrittura. Nell’atelier, ramoscelli rotti nei punti di raccordo configurano una pluralità segnica che distaccandosi dal muro preannuncia il suo ingresso nello spazio del reale.
Alla comunità, agli artisti e a ciascuno che lo desideri, Bobò LAB di Lucia Collina, Stefano Magnani e Francesco Venturi presta le proprie competenze a sostegno dei processi di produzione e apprendimento, dalla lavorazione del legno alla grafica d’arte al design object. Di particolare bellezza è la recente collaborazione con gli educatori di CSA Spa, volta a realizzare il laboratorio di stampa su linoleum per bambini nella prima di una serie di attività che saranno loro dedicate.