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Spazi pubblici da “vendere” e curare, con l’arte: il progetto di Giovanni Scotti
Progetti e iniziative
di Fabio Avella
«Ripristinare l’identità delle architetture e degli spazi pubblici degradati e lasciati a se stessi, tramite il coinvolgimento critico dei cittadini sul territorio». Così Giovanni Scotti racconta Innobiliare Sud Ovest (ISO) progetto artistico che riguarda la rigenerazione urbana e che ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli. Supportato da galleria aA29 Project Room, con il coinvolgimento della scrittrice Chiara Zocchi, dello storico dell’arte e docente Diego Mantoan, della curatrice Lara Gaeta e dell’editor Ernesto Tedeschi, il progetto ha avuto inizio con una campagna fotografica nel quartiere di Bagnoli, a Napoli, un territorio ascritto fra le capitali mondiali della de-qualificazione.
Nel parco divertimenti di Edenlandia, si è inaugurata la prima sede di ISO, in pratica un’agenzia immobiliare sui generis che mette in vendita beni comuni che apparterrebbero già ai cittadini. E dove il termine “innobiliare” è la negazione del termine nobile.
Il tuo progetto ha un tema specifico e si relaziona all’abbandono degli spazi pubblici. Quale, per te, dovrebbe essere il loro utilizzo?
«In generale, è difficile dire quale dovrebbe essere l’utilizzo di questi spazi sparsi su tutto il territorio nazionale. Ma potrebbero certamente rivivere in tanti modi. È importante avere un’idea di questi spazi, delle loro potenzialità, poi che ci sia la volontà effettiva di sanare certe fratture, che si avverta la necessità di un progetto concreto di riqualificazione che abbia una funzione determinante nei processi di emancipazione sociale.
Insomma, quando si parla di spazi e beni pubblici, cioè che appartengono alla collettività, penso che bisognerebbe innanzitutto tenere conto dei diritti sociali, delle esigenze reali di una comunità. Come ci ricorda il nostro editor Ernesto Tedeschi in una sua nota, la “caratteristica dello spazio pubblico è l’inevitabilità. È impossibile nello spazio pubblico ignorare le fratture che percorrono la società. Se vediamo le società come somma delle sue fratture, l’abbandono dello spazio pubblico è l’abbandono della società”.
La nostra missione è in primis quella di rendere i cittadini consapevoli allo stesso tempo delle carenze e delle opportunità del proprio territorio.
Un esempio è l’ex Collegio Costanzo Ciano di Bagnoli, noto come la ex base NATO e punto di partenza di ISO. Eppure, l’intero complesso è da anni inutilizzato ed è attualmente in uno stato di semi abbandono. In questo caso specifico, abbiamo maturato la nostra idea di Costanzo Ciano, proprietà della FBNAI -Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, come piattaforma di espressione artistica dedicata e riservata proprio all’infanzia: seguendo la tradizione storica del complesso di Bagnoli, ci piacerebbe restituire le sale dell’ex base NATO innanzitutto ai bambini, con l’intento di educarli, ma soprattutto di farli divertire, con l’arte.
La nostra proposta, in accordo con la stessa fondazione, sarebbe quella di creare all’interno del complesso quello che abbiamo chiamato l’Atelier dei Piccoli Artisti».
Quale ruolo politico può avere l’arte sulla collettività?
«Credo che l’arte abbia sempre avuto (anche) un ruolo politico, in tutte le epoche, seppure esercitato attraverso canoni e codici estetici. In altre parole, l’arte usa l’estetica per fare politica. Di contro, credo che la mancanza di senso estetico in politica sia uno dei maggiori problemi delle società attuali.
L’arte deve interrogare, mentre trovare risposte agli interrogativi è compito della politica. ISO nasce dal bisogno di superare il canone produttivo classico del sistema dell’arte, che troppo spesso contiene l’opera in una dinamica di scambio di tipo elitario, per approdare a una dimensione in cui operare per la collettività, in maniera diretta. Ci siamo definiti come un collettivo di artivisti che opera nel mercato dei beni comuni: fittiziamente proponiamo ai nostri clienti transazioni sulla proprietà pubblica; in realtà esploriamo, studiamo e sperimentiamo forme di rigenerazione urbana attraverso il linguaggio dell’arte. Il nostro obiettivo è ridisegnare il paesaggio del nostro vivere in comune attraverso la pratica dell’invenzione creativa.
ISO utilizza il gioco e la parodia, a cominciare dal proprio marketing, per innescare rinnovati procedimenti di partecipazione e attivazione sociale; ISO mette al centro il cittadino (lo spettatore), invitandolo a firmare il “Contratto per l’Esercizio delle Funzioni di Cittadino Attivo”, atto costitutivo di una performance collettiva di consapevolezza e attivazione sociale, quale forma di investimento del proprio interesse nel bene comune.
L’obiettivo è catalizzare idee, creare una rete di conoscenze e competenze, proporre l’intelligenza connettiva come principale risorsa materiale di quei territori che incolpevolmente restano ai margini dell’apporto speculativo di capitali.
Attraverso il modello e lo stereotipo dell’agenzia immobiliare, vogliamo anche evidenziare e denunciare situazioni in cui prevalgono interessi personali e ragioni utilitaristiche; e proporre così un ideale rovesciamento del sistema valore-mercato che è alla base della logica consumistica.
Parlaci del futuro di Innobiliare…
«Grazie alla collaborazione della curatrice Lara Gaeta, che rappresenta il sostegno al progetto della galleria aA29 Project Room, Innobiliare Sud Ovest ha potuto ampliare il proprio confine operativo, rivolgendosi a nuovi ambiti geografici per integrare il proprio bagaglio di scambi e informazioni.
A settembre 2021, nel centro storico di Tresigallo, nel ferrarese, è prevista l’inaugurazione di una seconda sede dell’agenzia Innobiliare, che in questo caso, per la specifica localizzazione geografica, cambierà il nome in Innobiliare Nord Est (INE).
Tresigallo è, come l’ex base NATO di Bagnoli, un bene architettonico da preservare nella sua interezza. Parliamo di una città di rifondazione, progettata a tavolino durante il periodo fascista e costruita completamente in stile razionalista. É la città metafisica e utopica per eccellenza. Perfetta situazione innobiliare. Ho già effettuato dei sopralluoghi cittadini, raccolto documentazione e realizzato una serie fotografica, ancora inedita, all’interno di uno degli edifici simbolo della città: l’ex Sanatorio Boeri, chiuso definitivamente nel 2013, si trova ora in stato di abbandono.
Siamo già in contatto con alcuni “cittadini attivi” di Tresigallo che sono stati coinvolti nel progetto: in particolare i rappresentanti dell’associazione culturale Torri di Marmo, che ogni anno organizzano le Giornate Metafisiche, un festival con convegni, conferenze, inaugurazione di mostre e visite guidate, che animano la città».