Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nazgol Ansarinia – Pools and Voids
Con “Pools and Voids” l’artista iraniana Nazgol Ansarinia (Teheran 1979) presenta un nuovo nucleo di lavori. Fra i numerosi temi che Ansarinia ha affrontato, qui si concentra sullo sviluppo urbano di Teheran con il suo processo di demolizione e rapida ricostruzione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Dissolvendo le sostanze, l’acqua aiuta l’immaginazione nel suo compito di de-oggettivare e assimilare. L’acqua è l’elemento dei sogni, l’elemento che nell’aiutarci a smaterializzare il mondo oggettivo ci ispira a sognare.” — Gaston Bachelard, Psicanalisi delle acque.
La Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare "Pools and Voids", la seconda personale dell’artista iraniana Nazgol Ansarinia (Teheran 1979) a Milano. La mostra, allestita nello spazio di Via Stradella 7, presenta un nuovo nucleo di lavori nati in questi ultimi mesi ed esposti per la prima volta. Nel corso della sua carriera Ansarinia ha affrontato numerosi temi di analisi come il controllo, i ricordi associati ai luoghi abitati, lo sviluppo urbano di Teheran con il suo processo di demolizione e rapida ricostruzione, gli schemi e i motivi legati ai tappeti e ai mosaici a specchio persiani, il tutto poi tradotto in opere servendosi di differenti media quali video, scultura, disegno e collage.
Anche in questa mostra Ansarinia rivela la relazione fra le cose che accadono sulla superficie della città e le conseguenze presenti all’interno di essa. Nello specifico ha qui analizzato un aspetto peculiare dell’urbanistica di Teheran che nel tempo si è caricato di portati simbolici. A fine anni ’60 Victor Gruen Associates realizzò il piano di urbanizzazione della capitale dell’Iran su modello di quello di città americane quali Los Angeles. Molte sono le piscine private, poste su numerosi palazzi di Teheran, che furono costruite e sono rimaste inutilizzate come conseguenza della rivoluzione iraniana dal 1979 in poi, incredibilmente ancora presenti, vuote, in molte proprietà.
Ansarinia si è posta domande quali: cosa significa avere questi vuoti lasciati intatti per decenni in una città nella quale si cerca di sfruttare ogni singolo spazio per il costruito? La presenza di queste piscine esprime, come scrive l’artista, “… un desiderio di riutilizzo in un inatteso futuro, ma allo stesso tempo mantengono la memoria di quando furono colme di acqua e utilizzate”. Ansarinia ne ha ricavato la forma da documenti municipali donandogli poi profondità, dimensione e connettendone fra loro alcune per creare le sculture della serie "Connected Pools" (2020). A queste opere realizzate con la stratificazione di più livelli di stucco il cui colore rimanda a quello dell’acqua, Ansarinia ha dato un’altezza, ed esponendole vicine fra loro l’artista le ha trasformate in una sorta di nuova possibile urbanizzazione.
Analizzandolo attentamente, il progetto "Pools and Voids" rappresenta una sorta di inversione rispetto ai temi su cui, negli ultimi anni, Ansarinia ha spesso ragionato e tradotto in opere. Qui non vi è un’analisi del rapido cambiamento del costruito – quindi del demolito – e dell’urbanistica di Teheran, bensì un’analisi profonda su ciò che rimane – seppur edificato decenni fa. In questi nuovi lavori non stiamo osservando e ragionando su una memoria legata alla perdita del costruito, con tutto il suo portato di implicazioni socio-economiche, ma sull’altrettanta interessante memoria legata a ciò che è rimasto e che proprio perché ancora presente, ma abbandonato, è in grado di suscitare concetti legati al desiderio collettivo di un tempo che fu e che, in realtà, rimane come cristallizzato. Un desiderio la cui ombra si posa ancora sui nostri giorni.
L’opera "Private Waters" (2020) ci permette poi di analizzare in dettaglio, come fossero matrici di forme in scala, 52 volumi di piscine realizzati in resina semitrasparente posti su un lungo tavolo alcuni dei quali ritroviamo connessi nelle sette sculture "Connected Pools". Questo lavoro ci viene presentato in un ambiente le cui pareti e soffitto sono dipinti in blu scuro, dando l’impressione di trovarsi all’interno di una profonda piscina vuota.
Infatti, pensando alla conformazione architettonica della galleria al numero civico 7 che può creare un parallelo interessante con la forma delle piscine, Ansarinia presenta un nuovo video composto da due proiezioni: "Dissolving Substances" (2020). Focalizzando sulle superfici di una stessa piscina lasciata vuota per anni assistiamo, nella prima proiezione all’accelerazione, seppur con tenui passaggi e ‘velature’, del variare delle superfici avvenute nel tempo, nella seconda una porzione di quelle pareti si anima ricordandoci la superficie dell’acqua in movimento.
Siamo felici di annunciare l’uscita, nella primavera del 2021, della prima grande monografia sull’artista pubblicata con Hatje Cantz Verlag.
La Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare "Pools and Voids", la seconda personale dell’artista iraniana Nazgol Ansarinia (Teheran 1979) a Milano. La mostra, allestita nello spazio di Via Stradella 7, presenta un nuovo nucleo di lavori nati in questi ultimi mesi ed esposti per la prima volta. Nel corso della sua carriera Ansarinia ha affrontato numerosi temi di analisi come il controllo, i ricordi associati ai luoghi abitati, lo sviluppo urbano di Teheran con il suo processo di demolizione e rapida ricostruzione, gli schemi e i motivi legati ai tappeti e ai mosaici a specchio persiani, il tutto poi tradotto in opere servendosi di differenti media quali video, scultura, disegno e collage.
Anche in questa mostra Ansarinia rivela la relazione fra le cose che accadono sulla superficie della città e le conseguenze presenti all’interno di essa. Nello specifico ha qui analizzato un aspetto peculiare dell’urbanistica di Teheran che nel tempo si è caricato di portati simbolici. A fine anni ’60 Victor Gruen Associates realizzò il piano di urbanizzazione della capitale dell’Iran su modello di quello di città americane quali Los Angeles. Molte sono le piscine private, poste su numerosi palazzi di Teheran, che furono costruite e sono rimaste inutilizzate come conseguenza della rivoluzione iraniana dal 1979 in poi, incredibilmente ancora presenti, vuote, in molte proprietà.
Ansarinia si è posta domande quali: cosa significa avere questi vuoti lasciati intatti per decenni in una città nella quale si cerca di sfruttare ogni singolo spazio per il costruito? La presenza di queste piscine esprime, come scrive l’artista, “… un desiderio di riutilizzo in un inatteso futuro, ma allo stesso tempo mantengono la memoria di quando furono colme di acqua e utilizzate”. Ansarinia ne ha ricavato la forma da documenti municipali donandogli poi profondità, dimensione e connettendone fra loro alcune per creare le sculture della serie "Connected Pools" (2020). A queste opere realizzate con la stratificazione di più livelli di stucco il cui colore rimanda a quello dell’acqua, Ansarinia ha dato un’altezza, ed esponendole vicine fra loro l’artista le ha trasformate in una sorta di nuova possibile urbanizzazione.
Analizzandolo attentamente, il progetto "Pools and Voids" rappresenta una sorta di inversione rispetto ai temi su cui, negli ultimi anni, Ansarinia ha spesso ragionato e tradotto in opere. Qui non vi è un’analisi del rapido cambiamento del costruito – quindi del demolito – e dell’urbanistica di Teheran, bensì un’analisi profonda su ciò che rimane – seppur edificato decenni fa. In questi nuovi lavori non stiamo osservando e ragionando su una memoria legata alla perdita del costruito, con tutto il suo portato di implicazioni socio-economiche, ma sull’altrettanta interessante memoria legata a ciò che è rimasto e che proprio perché ancora presente, ma abbandonato, è in grado di suscitare concetti legati al desiderio collettivo di un tempo che fu e che, in realtà, rimane come cristallizzato. Un desiderio la cui ombra si posa ancora sui nostri giorni.
L’opera "Private Waters" (2020) ci permette poi di analizzare in dettaglio, come fossero matrici di forme in scala, 52 volumi di piscine realizzati in resina semitrasparente posti su un lungo tavolo alcuni dei quali ritroviamo connessi nelle sette sculture "Connected Pools". Questo lavoro ci viene presentato in un ambiente le cui pareti e soffitto sono dipinti in blu scuro, dando l’impressione di trovarsi all’interno di una profonda piscina vuota.
Infatti, pensando alla conformazione architettonica della galleria al numero civico 7 che può creare un parallelo interessante con la forma delle piscine, Ansarinia presenta un nuovo video composto da due proiezioni: "Dissolving Substances" (2020). Focalizzando sulle superfici di una stessa piscina lasciata vuota per anni assistiamo, nella prima proiezione all’accelerazione, seppur con tenui passaggi e ‘velature’, del variare delle superfici avvenute nel tempo, nella seconda una porzione di quelle pareti si anima ricordandoci la superficie dell’acqua in movimento.
Siamo felici di annunciare l’uscita, nella primavera del 2021, della prima grande monografia sull’artista pubblicata con Hatje Cantz Verlag.
04
febbraio 2021
Nazgol Ansarinia – Pools and Voids
Dal 04 febbraio al 24 aprile 2021
arte contemporanea
Location
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Orario di apertura
martedì-sabato, 10-13 e 14.30-19
Sito web
Autore