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Palazzo del Melograno, a Genova, è in fermento. Il 18 e il 19 marzo l’asta di Dipinti Antichi e del XIX secolo di Wannenes animerà le sue sale, in una sfilata di opere rare e intrise di storie. Diamo un’occhiata al catalogo dell’incanto, lasciandoci guidare da quattro carismatiche protagoniste.
Quattro highlights dell’asta
Il primo capolavoro della nostra ricognizione è un elegantissimo Ritratto di dama proveniente dalla Galleria Zabert di Torino, con attribuzione a Scipione Pulzone o Rodrigo de Villandrando (lotto 1176, stima: 5.000 – 8.000 euro). Il soggetto? Una figura femminile che ostenta fiera la ricchezza del suo abito, dei suoi gioielli, di quella gorgiera che incornicia un sorriso appena accennato. «In Italia e in modo particolare a Firenze», spiegano dalla maison, «un simile gusto si riscontra nei ritratti Medici riferiti a Tiberio Titi, con figure in piedi definite nei contorni da un puntiglioso calligrafismo».
Ma la dama della Galleria Zabert, di dimensioni superiori al vero, non è la sola gentildonna del catalogo di Wannenes. Siamo nella seconda metà del Seicento, Giovanni Maria Delle Piane, detto il Mulinaretto, è il pittore più richiesto dalla nobiltà locale; conosce i segreti della ritrattistica di Rigaud, di Largillière, e le famiglie più prestigiose – inclusi i Doria, i Durazzo e poi, a Parma, i Farnese – fanno a gara per abitare le sue tele. La dama del lotto 962, riccamente vestita, è tra le fortunate protagoniste dei suoi lavori (stima: 7.000 – 8.000 euro).
È il turno di un soggetto inconfondibile, Giuditta e Oloferne, forse commissionato dal principe del Liechtenstein Johann Adam Andreas a Paolo Gerolamo Piola (lotto 1180, stima 8.000 – 12.000 euro). Una rappresentazione macabra, che coglie l’eroina nel momento più tragico della narrazione quando, per salvare il suo popolo, ha già decapitato il generale assiro; ne trattiene la testa sanguinante con una mano, come nell’opera di Cristofano Allori custodita agli Uffizi, e i colori sgargianti dei suoi abiti si contrappongono all’atmosfera tetra che domina il dipinto. Guarda verso il cielo la Giuditta di Piola, sembra sorridere, certa e fiera della protezione divina. «Lo sfumare dei colori distesi con intensità e l’ambientazione», leggiamo sul catalogo, «con la quinta scenica di tessuto che allude alla tenda del generale assiro, crea un elegante effetto teatrale di gusto barocco».
Arriviamo così all’ultima femme del nostro viaggio. Figura di donna (lotto 1327, stima 5.000 – 7.000 euro) è datata 1862; nasce dalla mano di Leonardo Gasser, allievo di Michele Gordigiani e assiduo frequentatore del Caffè Michelangiolo, un punto d’incontro fondamentale per artisti come Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini. «Dopo aver eseguito alcuni quadri d’ispirazione letteraria», raccontano gli esperti, «Gasser si dedicò con successo al ritratto femminile, attento alla gamma cromatica e tonale dei dipinti e pronto a descrivere con eleganza la vita mondana. Le sue doti», non a caso,«furono apprezzate anche nell’ambiente dei Macchiaioli».