27 settembre 2000

Fino al 28.X.2000 … Sul filo del millennio… Miniartexil 2000 Como, Ex Chiesa di S. Francesco

 
La storia di 10 anni di intrecci colorati, eseguiti a mano in raffinatissimi exempla, che testimoniano quanto il tessile possa essere arte e l'arte possa essere tessile…

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Nell’ex Chiesa di San Francesco, a Como, si svolge la decima edizione di Miniartexil, rassegna internazionale di arte contemporanea che offre, nell’ambito della fiber art, una panoramica unica nel suo genere, con opere di artisti provenienti da tutto il mondo.
Il titolo della rassegna, “Sul filo del millennio”, è un’importante occasione per fare il punto sullo stato dell’arte tessile, sul ruolo del “filo” lavorato con intenzionalità d’arte e sul significato proprio del fare filatura e tessitura, in un’epoca di passaggio e di grandi rivoluzioni tecnologiche.
La filatura e la tessitura, si domandano gli organizzatori, sono da considerarsi, oggi, arti minori, ormai messe fuori gioco dall’incedere dell’ipertesto?
Il prof. Luciano Caramel, curatore della mostra, risponde con una provocazione, non del tutto priva di fondamento: “Trama e ordito non possono forse prefigurare, seppur molto, molto latamente, e in termini certo altri, il codice binario della digitalizzazione? E il telaio Jacquard guidato da schede perforate non anticipa forse da lontano, ed elementarmente i primi computer?”.
Il filo, tema ispiratore e comune denominatore delle precedenti esposizioni, dalle “Trame del cuore” ai “Fili di luce”, da “Tessere la vita” a “Fili di speranza”, è utilizzato in accezioni materiche tra loro diverse: rame, seta, ferro, luce, lana, vetro, plastica….
Dall’edizione del 1997, accanto alle opere a tema, vengono esposte installazioni di artisti che si esprimono abitualmente attraverso la textil art (da Shihoko Fukumoto a Ellen Korth, da Anna Moro-Lin a Kenji Takahashi) e lavori di grandi maestri che, nel corso della loro attività, si sono cimentati con materiali tessili.
Sempre nel 1997, sono state presentate cinque sculture di Fausto Melotti, fra cui “Pioggia d’estate” (1976) e “Pene d’amore” (1976), l’anno successivo alcuni arazzi dello spagnolo Josep Grau-Garriga e, nel 1999, una selezione dei lavori di Barbara Shawcroft.
Quest’anno, l’abside dell’ex Chiesa San Francesco, ospita sedici pannelli e due arazzi di Josef Royo, artista catalano che, ancora giovanissimo, incontra e collabora con Juan Mirò e Antoni Tapies. Nel 1984, riceve l’incarico di realizzare un grande arazzo sopra un disegno originale di Mirò, l’opera verrà poi donata in esposizione permanente al centro pubblico del EE.UU di Barcellona. Royo usa una tecnica mista di grande effetto visivo. Il colore ad olio incontra il materiale tessile, la canapa, in un abbraccio espressivamente ricco e ridondante. I temi ricorrenti nella sua pittura sono la vegetazione, il clima mediterraneo e la cultura campestre.
Quasi tutti gli autori presenti in mostra, con opere “mini” o in maggiore scala, disposte in geometrica simmetria nelle cappelle laterali e nella navata centrale, elaborano la materia tessile, l’arte del “fare manualità”, mescolando quanto è tessile e quanto è invece riferibile ad altre tecniche combinatorie; spesso ricorrono, oltre che alla pittura, a collage, cuciture o ad altri mezzi di fissazione di materiali eterogenei.

Giuseppe Coco, artista installatore, gioca ad esempio con la dinamica dello spettacolo, pensando a una performance di giovani che indossano i suoi costumi in tela di sacco. Altri artisti intendono invece sottolineare la relazione dialettica o di interazione tra l’opera e lo spazio esterno.
Così Vito Capone (“Mistico”, dei pendents, come li chiama l’autore, in carta riciclata fatta a mano, filo, giunco, canapa, colorazione vegetale), Attiliana Argentieri (“Sacchi senza cusidure”, in canapa, lino, cotone e stoffa), Elise Kloppers (“Undualtion”, seimila etichette in cartone cucite tra loro a mano, a mimare un moto ondoso), Marialuisa Sponga (“S-composizione”, nove elementi in materiali tessili, naturali e artificiali, con fili di ottone e plastica).
Sul pavimento e sul muro di fondo si trovano ospitate le opere di Marie-Noelle Fontan (“Champs vus d’avion”, tessuto di fiori e lino) e Claude con Anurée Frossard (“Espaces e signes”, otto elementi di carta assemblati in verticale).
Sono numerosi, quest’anno oltre duecento, gli artisti che espongono lavori di dimensioni ridotte (20 x 20). Sono opere che per qualità, originalità dei materiali, e ricercatezza delle tecniche di realizzazione, reggono perfettamente il passo con le grandi installazioni, in un magico confronto di colori, luci e specchi.
L’intero ambiente espositivo è modulato dai suoni caldi e ritmati di “Sacred Spirit – Chant and Dances of the native Americans”, una musica etnica che ricorda terre lontane e paesaggi sconfinati.
Il visitatore è portato ad intraprendere un viaggio sul “filo” di una “trama” acustica e visiva, le cui origini si perdono là dove lo spazio e il tempo si confondono, là dove, nel silenzio, gli uomini hanno iniziato a “tessere” le strade della vita, là dove l’invisibile e il visibile si perdono in un sottilissimo granello di luce….

Tullio Pacifici



Dal 23 settembre al 28 ottobre 2000.
“..Sul filo del millennio” MINIARTEXIL – decima edizione
Como. Ex Chiesa di S. Francesco, Largo Spallino, 1
Ingresso libero
Orario d’apertura: da martedì a domenica, dalle 11 alle 18. Chiuso il lunedì
Per informazioni: Fondazione Antonio Ratti, tel. 031 270.592
Catalogo in vendita al pubblico a £ 50.000. Edizioni Gabriele Mazzotta – 110 pagine, 220 riproduzioni a colori. Introduzione critica in italiano e inglese, a cura di Luciano Caramel
Sponsor e sostenitori culturali: Fondazione Antonio Ratti – http://www.undo.net/Ratti_VisualArts e Mantero Seta
Patrocini: Comune di Como – Assessorato alla cultura – Amministrazione Provinciale – Settore Cultura
Regione Lombardia – Camera di Commercio di Como – Fondazione Setificio – Politecnico di Milano


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