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Sette tornate, oltre 1300 lotti, un caleidoscopio di mondi e di passioni da scoprire. Dal 20 al 23 aprile, l’asta di Arredi e Dipinti Antichi de Il Ponte punta i riflettori sui beni di Cesare e Gina Romiti, di Villa Orlando a Bellagio, dell’indimenticabile Philippe Daverio (ve ne parlavamo qui); e ancora su mobili, dipinti, maioliche, oggetti d’arte da private committenze, che trasformano Palazzo Crivelli in una camera delle meraviglie. È il Capo Dipartimento Vittorio Belloni a introdurci il nucleo di Dipinti Antichi all’incanto, con opere «accessibili a diverse tipologie di collezionisti».
Intervista a Vittorio Belloni, Capo Dipartimento di Dipinti Antichi
I dipinti proposti in questo nucleo abbracciano un arco di tempo molto ampio, circa quattrocento anni di storia. Quali sono le opere più antiche presentate in catalogo?
«Oltre ad abbracciare un arco temporale estremamente vasto, questo nucleo di dipinti antichi si inserisce a catalogo portando con sé un ragguardevole prestigio. Lunghe ricerche e assidui confronti con illustri professionisti del settore sono stati preparatori alla schedatura di ogni opera. Le più antiche si inseriscono in un periodo compreso tra il XV e XVI secolo e, seguendo un ordine cronologico, troviamo dapprima il Martirio di San Filippo, tavola del Maestro della Cappella Bracciolini, attivo dall’ultimo decennio del secolo XIV al 1426 (Lotto 149, stima € 10.000 – 12.000); seguito dalla Madonna col Bambino in gloria del Maestro di Montefloscoli, attivo a Firenze nella prima metà del secolo XV (Lotto 152, stima € 40.000 – 50.000) e una Madonna con bambino pubblicata in Officina Ferrarese, datata da Roberto Longhi attorno al 1480 come Maestro Modenese. L’elenco prosegue con i San Cassiano vescovo e San Cassiano martire del 1491 di Andrea de’ Passeris (Lotto 154, stima € 62.000 – 68.000), una tavola raffigurante Santi e profeti, dipinta intorno al 1512-1513 dal Maestro di San Martino Alfieri (Lotto 153, stima € 45.000 – 50.000) e una tavola della prima metà del XVI secolo di Benvenuto Tisi, detto il “Garofalo” (Lotto 150, stima € 22.000 – 28.000)».
Tra le opere dei maestri “primitivi” incontriamo anche il top lot dei Dipinti Antichi, le due tavole fondo oro di Andrea de’ Passeris. Ci racconta qualche dettaglio sulla loro storia?
«Allievo di Baldassarre Estense a Ferrara, il pittore Andrea de’ Passeris va identificato, con grande probabilità, in quell’Andrea giovane comasco che nel 1471 lavorò tra Milano e Pavia. Le due raffinate tavole presentate in asta, raffiguranti San Cassiano in veste di vescovo e di martire, sono state individuate come seconda opera certa dell’artista (in ordine cronologico) e quali scomparti laterali della Madonna col Bambino in trono (già Oxford, Ashmolean Museum datata 1491), nota in bibliografia fin dal 1857 in quanto appartenente alla collezione di James Morrison, famoso uomo d’affari britannico e rinomato collezionista».
In questi giorni si è tornati a parlare molto del Salvator Mundi attribuito a Leonardo, l’Old Master più costoso di sempre. Anche tra i lotti di quest’asta figura un dipinto con lo stesso soggetto, ma viene rappresentato con una rara soluzione iconografica…
«Si conoscono pochi dipinti seicenteschi con una rappresentazione di Gesù Bambino simile a quella della tela in esame. Frutto dell’ispirazione del pittore siciliano Giovan Bernardino Azzolino, attivo nel sud Italia durante il XVII secolo, il Gesù Bambino come Redentore e Salvator Mundi (lotto 147, stima € 36.000 – 38.000) costituisce, infatti, una felice combinazione di soluzioni nella resa del soggetto, con diversi aspetti desunti da Caravaggio, come la resa addolcita e pacatamente comunicativa dei soggetti sia sacri che profani. Erto seminudo su un paesaggio deserto e sostenuto da tre biondi cherubini, questo “Cristo Bambino” s’impone sul peccato e sulla morte sollevando con la mano destra una spiga di grano e un ramo di ulivo, mentre con quella sinistra si appoggia alla croce lignea conficcata nel terreno accanto allo scheletro di Adamo, da cui sbuca un serpente dalla bocca di fuoco, evidente allusione al Demonio».
Qual è la fascia di prezzo per i Dipinti Antichi all’incanto?
«La fascia di prezzo è davvero variabile, poiché il catalogo si compone di beni accessibili a diverse tipologie di collezionisti. Si spazia quindi da opere che partono da una base d’asta di € 62.000 ad altre caratterizzate da stime decisamente più contenute. L’intento è sempre offrire a tutti gli appassionati del settore, anche a coloro che intendono approcciarsi con investimenti moderati, la possibilità di aggiudicarsi opere di qualità e tracciata provenienza».
Il settore dell’Antico, in generale, ha registrato dati confortanti nel 2020 de Il Ponte, totalizzando oltre 3 milioni di euro. Quali sono le aspettative per questa vendita?
«Questa vendita si presenta davvero come eclettico omaggio all’antico in tutte le sue forme d’espressione, periodi, interpretazioni territoriali ed anche con rivisitazioni di temi e soluzioni proposti in opere più tarde, a cavallo tra Ottocento e Novecento, nelle tre tornate dedicate alle collezioni di Cesare e Gina Romiti (21 aprile), Villa Orlando a Bellagio (22 aprile) e Philippe Daverio (23 aprile). Da quando il catalogo online è diventato strumento unico di consultazione (date le limitazioni agli spostamenti connesse al Covid) le richieste di condition report sono aumentate in modo esponenziale, così come le iscrizioni all’asta e le visite ai contenuti di approfondimento (schede critiche, tour virtuali e video di promozione). Queste considerazioni rappresentano per noi già una conferma significativa rispetto all’interesse intercettato lo scorso anno e avvalorano la grande fiducia riposta dai clienti nel modus operandi della casa d’aste».