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Igor Moritz – Daffodils, grapes and wooden horses
A.MORE Gallery, Milano è lieta di presentare “Daffodils, grapes and wooden horses”. La mostra è la prima personale in Italia del giovanissimo artista, polacco d’origine e inglese d’adozione, Igor Moritz, classe 1996.
Comunicato stampa
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Igor Moritz - Daffodils, grapes and wooden horses
Testo di Domenico de Chirico
5 Maggio – 20 Giugno 2021
A.MORE Gallery, Milano è lieta di presentare “Daffodils, grapes and wooden horses”, prima mostra personale in galleria e in Italia del giovanissimo artista, polacco d’origine e inglese d’adozione, Igor Moritz, classe 1996, accompagnata da un testo critico a cura di Domenico de Chirico.
Il silenzio come prima parola o come parola prima della parola è ciò che risuona chiaramente dai grovigli di colore del giovane Igor Moritz. Si tratta di un silenzio carnoso, esso vive dentro e fuori il tratto, negli occhi dei personaggi rappresentati, dentro e fuori la loro bocca sino a sussurrare ronzii al di fuori della tela. Un silenzio non come risultato di un silenziarsi o silenziare qualcosa, ma un silenzio potente che dice nel non dire e accenna alla profondità degli odori del quotidiano. Un silenzio significante, dunque, come direbbe il filosofo e psicoanalista francese Jacques Lacan in contrapposizione alle parole intese come “necrologi del pensiero” secondo il dire “spettinato” dello scrittore polacco Stanisław Jerzy Lec.
Un non detto reso possibile dalla gestualità cromatica in cui l’atto pittorico regna indiscusso; per Moritz è come se il mondo fosse pregno di colore, come se esistesse una continuità gradiente tra la lingua di coloro che egli raffigura, l’aria che li circonda, l’ambiente che li accoglie e le parole non pronunciate da quella stessa lingua; tutto è colmo di significanza ed ogni cosa è eloquente nel suo sostare.
I ritratti di Igor Moritz flirtano con la mimesi, giocano con la prospettiva, con la cromia e con la forma, rendendo turbolenti e vivide le umane emozioni: ogni particella della tela è scossa. Questo modo di osservare la realtà e di donarla è una vera e propria via verso l’unicita.̀ Un momento unico e irripetibile si consuma di fronte ai nostri occhi, il risultato estetico finale fornito dall’artista nella sua visione di un accadimento è dato nella carica inconfondibile di quello specifico silenzio e non di un altro. Quel tavolo che sorregge gli stessi narcisi, l’uva e i cavalli di legno non sarebbe più lo stesso se dipinto in un altro momento, poiché il suo silenzio richiamerebbe varianti diverse e scuotimenti stravolti.
Moritz utilizza magistralmente il colore, trasforma lo spazio alterandone la prospettiva e le proporzioni e distorce le figure umane, visibilmente cariche di silente pathos, al fine di mostrare quell’armonia viscerale e tumultuosa che intercorre tra il loro sentire e il coro sussurrato e univoco del mondo circonstante.
Testo di Domenico de Chirico
5 Maggio – 20 Giugno 2021
A.MORE Gallery, Milano è lieta di presentare “Daffodils, grapes and wooden horses”, prima mostra personale in galleria e in Italia del giovanissimo artista, polacco d’origine e inglese d’adozione, Igor Moritz, classe 1996, accompagnata da un testo critico a cura di Domenico de Chirico.
Il silenzio come prima parola o come parola prima della parola è ciò che risuona chiaramente dai grovigli di colore del giovane Igor Moritz. Si tratta di un silenzio carnoso, esso vive dentro e fuori il tratto, negli occhi dei personaggi rappresentati, dentro e fuori la loro bocca sino a sussurrare ronzii al di fuori della tela. Un silenzio non come risultato di un silenziarsi o silenziare qualcosa, ma un silenzio potente che dice nel non dire e accenna alla profondità degli odori del quotidiano. Un silenzio significante, dunque, come direbbe il filosofo e psicoanalista francese Jacques Lacan in contrapposizione alle parole intese come “necrologi del pensiero” secondo il dire “spettinato” dello scrittore polacco Stanisław Jerzy Lec.
Un non detto reso possibile dalla gestualità cromatica in cui l’atto pittorico regna indiscusso; per Moritz è come se il mondo fosse pregno di colore, come se esistesse una continuità gradiente tra la lingua di coloro che egli raffigura, l’aria che li circonda, l’ambiente che li accoglie e le parole non pronunciate da quella stessa lingua; tutto è colmo di significanza ed ogni cosa è eloquente nel suo sostare.
I ritratti di Igor Moritz flirtano con la mimesi, giocano con la prospettiva, con la cromia e con la forma, rendendo turbolenti e vivide le umane emozioni: ogni particella della tela è scossa. Questo modo di osservare la realtà e di donarla è una vera e propria via verso l’unicita.̀ Un momento unico e irripetibile si consuma di fronte ai nostri occhi, il risultato estetico finale fornito dall’artista nella sua visione di un accadimento è dato nella carica inconfondibile di quello specifico silenzio e non di un altro. Quel tavolo che sorregge gli stessi narcisi, l’uva e i cavalli di legno non sarebbe più lo stesso se dipinto in un altro momento, poiché il suo silenzio richiamerebbe varianti diverse e scuotimenti stravolti.
Moritz utilizza magistralmente il colore, trasforma lo spazio alterandone la prospettiva e le proporzioni e distorce le figure umane, visibilmente cariche di silente pathos, al fine di mostrare quell’armonia viscerale e tumultuosa che intercorre tra il loro sentire e il coro sussurrato e univoco del mondo circonstante.
05
maggio 2021
Igor Moritz – Daffodils, grapes and wooden horses
Dal 05 maggio al 20 giugno 2021
arte contemporanea
personale
personale
Location
A.MORE GALLERY
Milano, Via Andrea Massena, 19, (MI)
Milano, Via Andrea Massena, 19, (MI)
Orario di apertura
Mercoledì - Venerdì: ore 14.30 - 18.30
Sabato: ore 15 - 18
Autore
Autore testo critico