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Claudia Giannuli – Silent Spring
La prima delle mostre del format Circuito del Contemporaneo al MArTA di Taranto: ispirata dal saggio omonimo della biologa Rachel Carson, “Silent Spring” della scultrice Claudia Giannuli è un percorso di installazioni inedite in continuità con le collezioni archeologiche tarantine.
Comunicato stampa
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Riparte dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto - MArTA, il Circuito del Contemporaneo, progetto strategico con la direzione artistica di Giusy Caroppo, che ha l’obiettivo di costituire stabilmente in Puglia una rete policentrica d’eccellenza per la produzione e fruizione di arte contemporanea (arti visive, performative, identitarie).
Chiuse ad ottobre 2020 le mostre INHUMAN, con opere di Kendell Geers, Oleg Kulik e Andres Serrano, ed HEIMAT di Jasmine Pignatelli al Castello di Barletta (BT), il Circuito del Contemporaneo tocca il Museo di Taranto in occasione della riapertura al pubblico, con SILENT SPRING mostra personale di Claudia Giannuli (Bari, 1979) a cura di Antonello Tolve, organizzata dal Museo MArTA in collaborazione con l’Associazione Culturale Eclettica - Cultura dell’Arte, vincitrice dell’avviso pubblico “Custodiamo la Cultura in Puglia” per la raccolta di progettualità artistico-culturali in attività di audience engagement, sviluppo e ricerca da realizzarsi nella Regione.
La mostra nasce dopo una lunga riflessione dell’artista, in sinergia con la politica di apertura a linguaggi e temi contemporanei avviata fin dall’insediamento da Eva Degl’Innocenti, Direttore del MArTA, museo archeologico fra i più importanti d’Italia, che espone reperti dalla Preistoria all’Alto Medioevo; un progetto che sigla il connubio tra l’alto valore culturale del Museo e il format di Giusy Caroppo che indica il MArTA di Taranto quale epicentro strategico del Circuito, aperto al Mediterraneo e a una rete di istituzioni museali nazionali e internazionali.
La presenza di arte contemporanea all’interno dei musei archeologici di per sé non è una novità, ma è certamente più rara una compenetrazione così forte dei processi che ci hanno condotto a questa mostra – dice la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti. All’esposizione di Claudia Giannuli – continua la direttrice – si giungerà attraverso una sorta di percorso catartico che dal passato condurrà al presente e al futuro, dal secondo al primo piano delle nostre collezioni, e attraverso le tracce cariche di simbolismo erotico e funerario, rintracciabili nei reperti del MArTA, fino a svelare la proposta della giovane artista contemporanea.
Alla mostra, che sarà inaugurata il 15 maggio, in occasione della “Notte Europea dei Musei”, e che sarà ospitata nelle sale espositive del primo piano del Museo, si potrà accedere dopo la visita alle collezioni del secondo piano, nei giorni di apertura del Museo.
Ispirata dal saggio omonimo della biologa statunitense Rachel Carson – figura influente nella costituzione dei movimenti femministi ed ecofemministi – è connotata da almeno due elementi di continuità con l’identità del Museo: il medium, la ceramica, che costituisce il materiale con cui è realizzata gran parte dei manufatti esposti nelle sale ospitanti la mostra; l’universo femminile, tema che ricorre nei miti di riferimento, come anche il legame con la natura.
Lontana dall’essere didascalica e intenzionalmente politically incorrect, la produzione scultorea di Claudia Giannuli si colloca lungo il percorso del Museo scandita in 5 tappe, con installazioni inedite che si inseriscono nella tradizionale visita tematica e cronologica. Si tratta di teche realizzate come dei terrari, e un paludario, in cui appaiono racchiusi paesaggi naturali e vitali, colpiti da una illuminazione rosea che li fa somigliare a una coltivazione in serra. Come un’evocazione di una silenziosa primavera rinchiusa, quale quella che viviamo.
Attraverso input narrativi e inserti multimediali, costituiti da video popolati da avatar che indossano le sculture-gioiello, Giannuli si rivolge a smuovere tabù in equilibrio instabile tra sensuale e sessuale; l’isolamento imposto dal lockdown ha portato l’artista a riflettere sulla funzione e relazione di organi e orifizi umani in rapporto al mondo esterno, inteso come spazio “naturale”, e a “sigillarli” con ornamenti scultorei. Il fruitore sarà portato a rintracciare parallelismi con l’immaginario iconografico dei fregi greci e l’uso delle piante come ornamenti, raccontati dall’archeologia e dai gloriosi “Ori di Taranto”. Accompagna il progetto espositivo, uno specifico programma di accessibilità fruibile anche in forma multimediale.
Chiuse ad ottobre 2020 le mostre INHUMAN, con opere di Kendell Geers, Oleg Kulik e Andres Serrano, ed HEIMAT di Jasmine Pignatelli al Castello di Barletta (BT), il Circuito del Contemporaneo tocca il Museo di Taranto in occasione della riapertura al pubblico, con SILENT SPRING mostra personale di Claudia Giannuli (Bari, 1979) a cura di Antonello Tolve, organizzata dal Museo MArTA in collaborazione con l’Associazione Culturale Eclettica - Cultura dell’Arte, vincitrice dell’avviso pubblico “Custodiamo la Cultura in Puglia” per la raccolta di progettualità artistico-culturali in attività di audience engagement, sviluppo e ricerca da realizzarsi nella Regione.
La mostra nasce dopo una lunga riflessione dell’artista, in sinergia con la politica di apertura a linguaggi e temi contemporanei avviata fin dall’insediamento da Eva Degl’Innocenti, Direttore del MArTA, museo archeologico fra i più importanti d’Italia, che espone reperti dalla Preistoria all’Alto Medioevo; un progetto che sigla il connubio tra l’alto valore culturale del Museo e il format di Giusy Caroppo che indica il MArTA di Taranto quale epicentro strategico del Circuito, aperto al Mediterraneo e a una rete di istituzioni museali nazionali e internazionali.
La presenza di arte contemporanea all’interno dei musei archeologici di per sé non è una novità, ma è certamente più rara una compenetrazione così forte dei processi che ci hanno condotto a questa mostra – dice la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti. All’esposizione di Claudia Giannuli – continua la direttrice – si giungerà attraverso una sorta di percorso catartico che dal passato condurrà al presente e al futuro, dal secondo al primo piano delle nostre collezioni, e attraverso le tracce cariche di simbolismo erotico e funerario, rintracciabili nei reperti del MArTA, fino a svelare la proposta della giovane artista contemporanea.
Alla mostra, che sarà inaugurata il 15 maggio, in occasione della “Notte Europea dei Musei”, e che sarà ospitata nelle sale espositive del primo piano del Museo, si potrà accedere dopo la visita alle collezioni del secondo piano, nei giorni di apertura del Museo.
Ispirata dal saggio omonimo della biologa statunitense Rachel Carson – figura influente nella costituzione dei movimenti femministi ed ecofemministi – è connotata da almeno due elementi di continuità con l’identità del Museo: il medium, la ceramica, che costituisce il materiale con cui è realizzata gran parte dei manufatti esposti nelle sale ospitanti la mostra; l’universo femminile, tema che ricorre nei miti di riferimento, come anche il legame con la natura.
Lontana dall’essere didascalica e intenzionalmente politically incorrect, la produzione scultorea di Claudia Giannuli si colloca lungo il percorso del Museo scandita in 5 tappe, con installazioni inedite che si inseriscono nella tradizionale visita tematica e cronologica. Si tratta di teche realizzate come dei terrari, e un paludario, in cui appaiono racchiusi paesaggi naturali e vitali, colpiti da una illuminazione rosea che li fa somigliare a una coltivazione in serra. Come un’evocazione di una silenziosa primavera rinchiusa, quale quella che viviamo.
Attraverso input narrativi e inserti multimediali, costituiti da video popolati da avatar che indossano le sculture-gioiello, Giannuli si rivolge a smuovere tabù in equilibrio instabile tra sensuale e sessuale; l’isolamento imposto dal lockdown ha portato l’artista a riflettere sulla funzione e relazione di organi e orifizi umani in rapporto al mondo esterno, inteso come spazio “naturale”, e a “sigillarli” con ornamenti scultorei. Il fruitore sarà portato a rintracciare parallelismi con l’immaginario iconografico dei fregi greci e l’uso delle piante come ornamenti, raccontati dall’archeologia e dai gloriosi “Ori di Taranto”. Accompagna il progetto espositivo, uno specifico programma di accessibilità fruibile anche in forma multimediale.
15
maggio 2021
Claudia Giannuli – Silent Spring
Dal 15 maggio al 25 luglio 2021
arte contemporanea
Location
MARTA – MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO
Taranto, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 10, (Taranto)
Taranto, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 10, (Taranto)
Biglietti
I biglietti saranno disponibili on-line sul sito del Museo all’indirizzo www.shopmuseomarta.it
Orario di apertura
Come previsto dalla normativa vigente e dalle procedure per il contenimento del virus COVID-19, si accederà alla mostra e al Museo con prenotazione obbligatoria e con l’acquisto del biglietto unicamente on-line, dal martedì alla domenica; il sabato e i giorni festivi la prenotazione (e quindi l’acquisto) del biglietto dovrà avvenire il giorno prima della visita, sempre on-line. Il Museo è aperto dal martedì al sabato dalle ore 8,30 alle ore 19,30, con ultimo accesso alle ore 17,30; la domenica dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,30 alle ore 19,30, con ultimo accesso alle ore 17,30. Il lunedì è riservato ai gruppi (un gruppo è costituito da un numero minimo di 3 persone e da un numero massimo di 15 persone). Il lunedì il Museo è aperto dalle ore 8,30 alle ore 19,30, con ultimo accesso alle ore 17,30.
Come previsto dalla normativa vigente e dalle procedure per il contenimento del virus COVID-19, si può accedere al Museo in un numero massimo di 15 persone ogni 30 minuti.
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione