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Un laboratorio plurale: il nuovo Museo Spazio Pubblico apre a Bologna
Arte contemporanea
Venerdì, 14 maggio, alle ore 17, inaugura a Bologna, in via Curiel 13/D, Museo Spazio Pubblico, un luogo di cultura a carattere transdisciplinare, intergenerazionale e plurale. Da un’idea di Luisa Bravo, studiosa, imprenditrice sociale e attivista, Museo Spazio Pubblico è un progetto di City Space Architecture, associazione culturale senza scopo di lucro, e di Genius Saeculi, impresa operante nel campo delle Digital Humanities.
Museo Spazio Pubblico nasce con lo scopo di promuovere attività di ricerca, residenze, conferenze, mostre, workshop, dialoghi multiculturali, performance e si configurerà come laboratorio permanente di innovazione scientifica per attività di formazione e per l’ideazione di progetti e iniziative che sperimentano metodologie all’intersezione tra tecnologia, arte e architettura espressamente pensato per creare opportunità di incontro, studio e approfondimento, di condivisione e discussione.
Il Museo stesso si configura come un “intervento” atipico sul territorio, nato dalla volontà di porsi come possibile centro di aggregazione attiva per il quartiere Porto-Saragozza e non solo: uno spazio aperto, in dialogo con il mondo, capace di intercettare e interpretare i grandi temi della globalità. Esemplare, in tal senso, è la proposta del “parklet” esterno (inaugurato il 4 ottobre 2020), vale a dire uno spazio di sosta pedonale, senza scopo di lucro, ricavato in sostituzione di tre posti auto, arredato con sedute e immerso nel verde di piante e arbusti e dotato di wi-fi gratuito, in funzione della creazione di uno spazio pubblico temporaneo, a disposizione di tutti i cittadini per piccoli eventi e iniziative a carattere sociale.
Con l’apertura del Museo, verrà presentata l’opera Raffaello 500 di Flavio Favelli (Firenze, 1967), un intervento pittorico su soffitto pensato per lo spazio che riproduce, a mano libera, l’immagine della celebre banconota da 500.000 lire dedicata a Raffaello. «Considerata dai numismatici un vero capolavoro, sia dal punto di vista artistico che da quello della sicurezza contro le contraffazioni, le 500mila lire è la banconota meno conosciuta e con la più bassa circolazione della storia della Repubblica, l’ultimo taglio prima dell’avvento dell’euro», ha spiegato Favelli.
«La banconota italiana col più alto valore, le 500mila lire, è quindi rappresentata da Raffaello Sanzio, generalmente identificato come l’artista più spirituale. Il denaro, con la sua realtà concreta, inconscia, simbolica e psichica, è, oltre che lo sterco del demonio, l’angelo custode del genere umano, proprio come quello che appare nell’opera», ha continuato l’artista. «Non è la prima volta che propongo una pittura su muro di banconote, ma in ambito pubblico ho spesso avuto contrasti e censure: l’ambiguità del denaro, il fare buoni affari, come sentenziava Andy Warhol, è tanto raccomandato e desiderato, quanto, se rappresentato, evitato come ambiguo e denso di ombre. Ma è proprio questo il terreno dell’artista, che tenta di dare, anche se contrastato e censurato dagli stessi adoratori del denaro, un differente punto di vista».
Alle 18 Favelli discuterà l’opera insieme a Lorenzo Balbi, direttore artistico MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Claudio Musso, docente dell’Accademia di Belle Arti di Bergamo e curatore indipendente. La conferenza si potrà seguire in presenza (ingresso libero fino a esaurimento posti) e in diretta streaming sulla pagina Facebook @museospaziopubblico.
[…] poi di “Deflagrazione artist’s cut”, personale di Vincenzo D’Argenio (Benevento, 1982) al Museo Spazio Pubblico, è oltretutto l’occasione per riprendere con il racconto affidato alle opere della prima mostra […]