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“Creazione e pubblicazione di materiale pornografico”, questa è l’accusa ufficiale mossa contro Yulia Tsvetkova, artista russa di 27 anni, che ha richiesto che il processo si svolga in pubblico e ha portato avanti uno sciopero della fame, dal primo maggio al 7 maggio. La condanna prevede fino a sei anni di carcere. Tsvetkova sta combattendo contro simili accuse dal 2019 e ha trascorso già diverso tempo agli arresti domiciliari.
Disegni “femministi” o materiale pornografico?
Le immagini, pubblicate sul gruppo di social media femminista The Vagina Monologues, includono anche riproduzioni astratte di genitali femminili destinate a promuovere la body positivity. La corte aveva stabilito che il processo sarebbe stato chiuso al pubblico perché potevano essere discussi i dettagli “intimi” ed esaminati i materiali “pornografici”. Ma l’artista ha dichiarato: «Chiedo che il mio processo sia aperto al pubblico, poiché le ragioni per chiuderlo sono inverosimili», evidenziando come anche altri artisti siano sottoposti ad accuse simili: «Il mio caso non è l’unico».
Nel febbraio 2020, il Centro commemorativo dei diritti umani della Russia ha riconosciuto Tsvetkova come prigioniera politica. Lo Stedelijk Museum di Amsterdam ha annunciato lo scorso ottobre di aver acquisito i suoi disegni. In una dichiarazione del 9 aprile, Amnesty International ha affermato che le autorità russe devono smetterla di cercare di insabbiare questi processi e garantire la piena libertà artistica.