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«Ogni quadro che faccio è un dettaglio di questa singola tela, un frammento dell’insieme, e porta con sé un frammento del tutto». Con queste parole Roman Opalka – pittore polacco di origine francese – descriveva Détail, la sequenza infinita di numeri con cui, dagli anni ’60, ha catturato ogni particolare «del tempo, della vita, della morte». Una progressione numerica continua, bianca, da sinistra verso destra, che trova un naturale prolungamento nell’opera successiva, e si staglia su sfondi grigi sempre più chiari – con l’1% di bianco in più per ogni nuova tela. L’obiettivo? «Arrivare al bianco su bianco ed essere ancora vivo», diceva; ma la morte lo coglierà nel 2011, prima della riuscita della sua personalissima missione. A distanza di 10 anni da allora, uno dei suoi dipinti infiniti segna un nuovo world record, aggiudicato all’asta di Sotheby’s Milano per €1,2 milioni (stima: € 400.000 – 600.000).
Si chiama OPALKA 1965/1 – ∞ Détail 185086 – 218302, misura 195,3×135,3 cm e – spiegano gli esperti – è «uno straordinario esempio della prima “fase grigia”». Fu esposto presso il Salone Annunciata di Milano nel 1972 insieme ad altri Détail mentre, in sottofondo, la voce dell’artista registrata su nastro scandiva senza sosta tutti i numeri ad alta voce, come un mantra, quasi una preghiera. Proprio in quell’occasione, OPALKA 1965/1 fu acquistato dal suo ultimo proprietario, che l’ha custodito per quasi 50 anni prima di metterlo in vendita. Come gli altri esemplari della serie, la tela racchiude in sé un pezzo unico di infinito e trasmette i codici di un passato-presente-futuro svelato dal 185086 fino al numero 218302.
Da Leoncillo a Pino Pascali: tutti gli highlights della Contemporary Art
Ma Roman Opalka, con il suo iconico Détail, non è stato l’unico protagonista dell’asta di Sotheby’s Milano, che si è conclusa con un totale di €10.231.410 e l’87% dei lotti venduti – il 68,5% dei quali a prezzi superiori alle loro stime massime (qui il catalogo completo). «I 66 lotti offerti», sottolinea al termine dell’asta Marta Giani, Director, Head of Milan Sale, Contemporary Art, «sono stati contesi da collezionisti italiani e internazionali, dimostrando quanto il mercato sia dinamico e globalizzato».
Qualche esempio? L’opera Jan.23.1991, from “Today” series no. 1 di On Kawara ha raddoppiato la sua stima ed è passata di mano per €532.800 (stima €200.000-300.000); il San Sebastiano bianco di Leoncillo, datato 1962, è stato venduto per € 569.100 (stima 200.000-250.000 €), guidando una ricercata selezione di ceramiche italiane; la Natura Morta di Giorgio Morandi del 1942 ha confermato la sua valutazione più alta, toccando il tetto di €1.004.700 (stima €800.000-1.000.000); e ancora Pino Pascali, il cui Baco da setola del 1968 ha quintuplicato la stima minima (€50.000-70.000), tagliando con €239.400 un nuovo traguardo per un lavoro della serie.