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Ora che il mercato dell’arte digitale sembra in piena espansione, gli NFT sembrano il mezzo adatto per rivoluzionare anche le altre industrie creative e, in particolare, la filiera della moda. Ma prima di approfondire, facciamo un recap delle puntate precedenti: gli NFT – Non Fungible Tokens sono una tecnologia utilizzata per autenticare e tracciare il percorso di un oggetto digitale. L’autenticazione avviene attraverso una struttura dati chiamata blockchain. Questo nuovo trend ha trovato terreno fertile nel mondo dell’arte, al punto da diventare la grande notizia di quest’anno, anche grazie a una serie di vendite all’asta da record, dal codice sorgente del World Wide Web in NFT, recentemente battuto all’asta da Sotheby’s per 5,4 milioni di dollari, a Beeple, alias Mike Winklemann, la cui opera Everydays—The First 5000 Day, è stata venduta per la cifra monstre di 69 milioni di dollari a marzo da Christie’s.
Uno dei primi contatti tra il mondo della moda e quello degli NFT è sicuramente la collaborazione tra il digital artist Fewocious e RTFKT. RTFKT è un’azienda che si occupa della creazione di sneakers e oggetti da collezione virtuali e Fewocious è un artista giovanissimo (ha solo 18 anni). La prima uscita di questa collaborazione, a febbraio 2021, è andata sold-out con un profitto pari a 3.1 milioni di dollari. Questo risultato è un chiaro segnale di crescita della moda digitale che dà speranza a molti altri progetti simili.
The Business of Fashion, a questo proposto, ha intervistato Benoit Pagotto, co-founder di RTFKT. Piccola curiosità: Pagotto è anche un curatore ed è molto vicino al mondo dell’arte e della cultura. Lui stesso attribuisce il successo di RTFKT all’attenzione che il digital brand dedica a un’audience giovanissima, cresciuta con i videogames, i social media e la realtà virtuale.
Qualche tempo fa vi abbiamo anche raccontato del primo NFT creato da Gucci, ispirato alla collezione Aria. Con una base d’asta di 20mila dollari, la maison italiana ha destinato i proventi della vendita a UNICEF USA, per la campagna di supporto alla vaccinazione globale.
Anche i piccoli brand stanno sperimentando con gli NFT, molte in volte in maniera anche più coraggiosa. Clothia, un collettivo di fashion designer impegnato nel creare un network di giovani creativi, ha deciso di mettere all’asta vestiti NFT. Insieme all’acquisto il cliente riceve anche il prodotto fisico, un unicum legato al digitale.
The Fabricant, una start-up che ha già fatto molto parlare di sé, in un 2019 che sembra lontanissimo ha venduto la prima versione digitale di un vestito haute couture per 9.500 dollari. Ora, insieme a RTFKT, permette di trasformare un pezzo di moda in un vero e proprio investimento grazie alla tecnologia blockchain.
Sicuramente, in un panorama post-pandemico dove volare dall’altra parte del mondo per partecipare a una sfilata di moda è diventato poco sostenibile, le priorità sono cambiate, portando i brand a pensare più digitalmente rispetto al passato. L’orizzonte verso cui si sta muovendo la moda, infatti, è quello di un’industria attenta ai temi ambientali. Uno scenario molto simile a quello che sta animando il mondo dell’arte e che potrebbe spiegare anche la prossimità sempre più evidente fra queste due realtà. Per il momento, il mondo della moda non si è ancora immerso del tutto nella dimensione degli NFT ma qualcosa si sta muovendo.
Sono tante le aziende digital-native che stanno esplorando il terreno. The Fabricant è una di queste e nello specifico si occupa esclusivamente di abiti per il digitale. Una realtà come la PFW – Paris Fashion Week, fortemente legata al passato, proprio in questi giorni si è aperta al mondo dei Non Fungible Tokens. Gli accrediti della PFW sono stati accompagnati da opere NFT di Richard Haines, un illustratore di moda che ha collaborato con RTFKT per creare NFT ispirati alla città francese proprio in occasione della settimana della moda. Una settimana della moda molto meno frequentata rispetto all’era pre-COVID-19.