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fino al 4.VII.2004 Croce Taravella Bagheria (pa), Villa Cattolica
sicilia
La maestà solenne del degrado materiale. Il fascino sinistro del disfacimento organico. Brandelli da cui fare nascere nuova vita. Con la forza, e l’incanto ancora, di nuove costruzioni poetiche. Materia, colore e struttura per i primi venti anni di Croce Taravella…
Venti anni di produzione artistica possono sembrare pochi per tirare un bilancio. Tanto più se l’artista in questione ne ha appena quaranta e ha davanti a sé una vita ancora di esperienze importanti da aggiungere al proprio curriculum. Eppure questa prima mostra antologica dedicata a Croce Taravella (Polizzi Generosa, 1964), ambiziosa nei numeri -sono oltre duecento le opere in mostra- e nell’impegno -un catalogo poderoso ed un allestimento lungo molti mesi- dà ragione della quantità e della qualità del lavoro di questo “giovane” artista che senza posa, negli anni, si è confrontato con più tecniche espressive, materiali e occasioni di riflessione.
La mostra, a cura di Eva di Stefano, si articola in ben tredici sezioni e passa in rassegna tutta l’attività di Croce. Dai primi anni Ottanta -quando si delineano già chiaramente i riferimenti cui l’artista impronterà tutta la sua futura ricerca: l’Informale e l’Espressionismo storico- fino alle più recenti produzioni. Si passa così dagli esordi pittorici delle Figure amorfe, delle Mutazioni e dei Santi Martiri, caratterizzati da una feroce gestualità, alle prime composizioni polimateriche –Nature morte organiche, Guerrieri– in cui l’assemblaggio di elementi di scarto -nel primo caso vere e proprie carcasse di animali in putrefazione, enfatizzate da un uso straniante del colore- traduce il sentimento di un passato ormai corroso, memento mori di esistenze fatue, ma coraggiosamente vive e vitali.
È l’anima immortale del Grande Guerriero a rivivere così nell’istallazione permanente realizzata nella sotterranea Stanza della Neve, nel giardino di Villa Cattolica. La calcificazione di un cadavere di nove metri per tre, giacente nella sua sepoltura su umili tronchi di legno, in una mortificazione quasi del suo glorioso passato, resiste fiera, con la sua stanca dignità di uomo e di combattente, all’assalto del tempo.
Se nelle sezioni Lamiere e Dissezioni è ancora forte il richiamo alle esperienze più significative dell’Informale europeo tra Burri, Tàpies e Millares, dai cicli Viaggio in Sicilia, Nuovi ritratti e Città emerge invece una meglio caratterizzata e più personale impronta artistica, una straordinaria intelligenza pittorica che si anima di mille colature, di segni nervosi, veloci e sicuri, su superfici frementi di vita e dolorosa consapevolezza.
Così nei bellissimi dipinti su fondo bianco realizzati contestualmente all’istallazione Beton nei sotterranei del Tacheles di Berlino; nei volti scavati e increduli dei Briganti madoniti; nella Autopsia del Guerriero: Totentanz -danza macabra- di lacerti anatomici vivisezionati con fare lucido e partecipe.
Berlino, Melbourne e Palermo sono le città cui l’artista ha dedicato intense serie di vedute, fotogrammi metropolitani filtrati al dominio di una personale interpretazione: profonde aperture in diagonale sotto un cielo tagliente nel primo caso; mineralizzazioni psichedeliche da bosco incantato nel secondo; sguardi melanconici che si inseguono all’infinito su una maglia grigia, nell’ultimo.
La serie dei 14 Trasparenti -dipinti ad inchiostro su lastre di plex- apre un ulteriore squarcio sul lavoro dell’artista, che rilegge a posteriori, come in una radiografia, la trama interna delle sue composizioni, in un contrasto positivo/negativo che neutralizza ogni tensione e risolve così l’aspirazione ad una struttura forte, ma permeabile, alle mutazioni imprevedibili del tempo che passa, impietoso.
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Mostra a cura di Eva di Stefano, promossa dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia e dal Comune di Bagheria, con il contributo dell’Assessorato Regionale al Turismo e della Fondazione Federico II.
Catalogo Eugenio Maria Falcone Editore, testi di Eva di Stefano, Marco Carapezza, Sergio Troisi e Stefano Vastano.
Museo d’Arte Contemporanea “Renato Guttuso”
Villa Cattolica
Via Consolare, 9 (SS 113)
90011 Bagheria (PA)
T. + 39 091 94 39 02
F. + 39 091 93 33 15
villacattolica@tiscali.it
www.museoguttuso.it
tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
chiuso lunedì
[exibart]
Se a qualcuno fosse sfuggito un po del pessimo guttuso se a qualcuno fosse sfuggito un po di quell’arte per nulla innovativa ma piena di retaggi del passato , se a qualcuno fosse sfuggito un po di costruzione poetica del banale e’ la mostra da non perdere!!
la cura dice tutto!! ecco di cosa si riempiono i musei siciliani ….che facilmente chiudono le porte ad idee espositive di artistie veramente indispensabili!!
grazie !! grazie!!
Ma l’informale non lo facevano negli anni 50?? C’era bisogno di spendere tanti soldi per esporre tanta m….? é questa l’arte in Sicilia? Io non ci sto! Concordo con c.a.s.a. la curatela della mostra la dice lunga!!!
Ma Taravella è in putrefazione come la sua arte?
….la mostra, curata da Eva di Stefano, si articola in ben 13 sezioni….. ci aiutate a capire come si articolano le sezioni! Sembra tutto uguale, e comunque nessuno aveva dubbi sul fatto che solo la Di Stefano poteva curare questa mostra……… ai posteri l’ardua sentenza.
Finalmente!! Finalmente l’ennesimo abbominio partorito dalla Di Stefano volge al termine, grazie per averci propinato l’ennesima orrenda mostra! Grazie per avere esposto le opere di un pessimo artista! Grazie per averci fatto credere che questa sia “Arte” e sopratutto che sia Arte siciliana! Grazie per continuare a diseducare, grazie per continuare a fregarci soldi facendoli finire in pessime iniziative e ancor peggiori cataloghi! Grazie se vi togliete dai c……!
E’ finita!! E non l’hanno neanche prorogata!! Santa Rosalia ha fatto un’altro miracolo!! Viva Palermo e S. Rosalia!! Buon Festino, la almeno i soldi pubblici se li godono un pò tutti e non solo artisti e curatrici!
:Chi quando ride rutta?
Al mio paese si dice “se l’invidia fosse vallera saremmo tutti vallerusi” itanializzato s’intende…e traduco che se l’invidia fosse ernia scrotale saremmo tutti con l’ernia…capisciammè…
Caro anonimo duro, ma il tuo paese è per caso lo stesso di Taravella? E poi, una risposta del genere la dice lunga sull’idea che hai dell’arte, invidie, ernie etc. etc.
L’arte è leggera come una nuvola di vapore (vedi Pipilotti Rist), cambia la vita di chi vi si accosta, fa riflettere ed a volte mette in crisi.
Ernie scrotali (?) ed invidie denotano il livello culturale di chi apprezza Taravella.
Pipilotti Rist…mi fa pensare a qualcosa di…hi..e qualche cosa…video…fili…bit…che bello! E navigar m’è dolce…Ma ahimé la realtà è ben altra cosa, l’arte vista come SEGAMENTALE è una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso. Soffrire spesso fa male ma altrettanto fa riflettere, che la realtà è disfacimento, che la realtà non è BIT e che l’arte SERVE!
Non sono del paese di Taravella, cioè quello anagrafico, sono dell’universo di Taravella, quello dell’arte.
Vergogna!
fa schifo la mostra orribile.e poi caravella e famoso solo in una citta di zombi (di stefano e il suo circo) come palermo molto meglio uwe che e’ jim morrison .