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Pasquale Lovero – Per un’architettura effettuale
Interno e esterno umano e spaziale dialogano e si interrogano
tra loro e trovano la loro realizzazione e armonia attraverso
un’architettura effettuale e concreta (non-sperimentale),
concepita come la sola a poter arricchire le nostre vite dei
dialoghi con noi stessi e con gli altri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra in corso riflette sul bisogno di architettura,
riconoscendola come elemento fondante e essenza degli spazi
che ci accolgono e ci uniscono nuovamente dopo l’emergenza
sanitaria. Essa sistematizza “il già conosciuto” e ne accartoccia
ciò che non va. Riparte dalla concretezza del disegno; dal
bianco e dal nero; dalla grafite su carta con l’obbiettivo di
dare nuovo colore alla realtà e tingerla di famiglia, sogni,
cinema e verità.
Ci immerge così nella dimensione intima del nostro essere
considerandone le radici per costruire una casa, uno spazio
intimo e sicuro, un luogo familiare e che, come tale, sia in grado
di accompagnare il nostro sguardo verso il mondo esterno,
verso l’altro e il diverso da noi.
Quest’ultimo trova la sua concretizzazione nella progettazione
di un cinema, inteso come luogo di condivisione, un dopo-Itaca
che ci permette di guardare il mondo oltre la nostra realtà
individuale per poi riscoprirla con occhi curiosi e rinnovati.
Interno e esterno umano e spaziale dialogano e si interrogano
tra loro e trovano la loro realizzazione e armonia attraverso
un’architettura effettuale e concreta (non-sperimentale),
concepita come la sola a poter arricchire le nostre vite dei
dialoghi con noi stessi e con gli altri.
Dopo l’emergenza sanitaria la città ci riunisce e ci riaccoglie nei suoi campi, calli e locali.
Anche la Biennale di Architettura 2021, a tema “How will we live together?”, finalmente riapre e riconosce proprio
all’architettura il ruolo di essenza e elemento fondante nel permettere nuovamente un’occasione di dialogo e
condivisione.
È in questo contesto culturale e all’urgente bisogno di architettura che la mostra “Per una architettura effettuale”
di Pasquale Lovero si inserisce e risponde. Fiduciosa che sia dal disegno, dalla grafite su carta che si possa
ridefinire e costruire una realtà effettuale e di rinnovata armonia con noi stessi e con gli altri, essa riveste la
galleria Ikona Photo Gallery dei panni di uno studio architettonico tingendola di bianco e di nero come le
assonometrie, le sezioni e i plastici presentati.
La mostra documenta un progetto ‘di ricerca’ (“Casa unifamiliare a blocco aperto”, 2020) e un progetto ‘di
concorso’ (“Cinema Futurismo – Cinema 2030”, 2020) elaborati dall’architetto Pasquale Lovero. Denominatore
comune è un approccio concreto (non-sperimentale) all’architettura che possa risistematizzare “il già conosciuto”
per aggiornarlo nelle sue caratteristiche e renderlo vivibile secondo armonia e condivisione.
“Casa unifamiliare a blocco aperto” parte dalle fondamenta dell’architettura proponendo una casa la cui
superficie lorda è di mq. 273,80 (superficie netta di mq. 246,42) con una altezza di m. 4. L’artefatto risulta dallo
sviluppo di un tipo edilizio “a blocco aperto”. Dotato di “pareti ventilate”, esso ha struttura in acciaio, solai in
lamiera grecata e soletta collaborante. Le finestre sono in legno, ad eccezione di quelle del corpo dell’ingresso,
dove sono in acciaio.
Di essa Lovero indaga l’essenza dell’intimità e della gioia del vivere insieme. Supera l’isolamento, la
frammentarietà e la disgregazione a cui il concetto di casa e di famiglia sono stati condannati negli ultimi anni e
propone un nuovo spazio comune, un porto sicuro volto ad accogliere un singolo nucleo familiare.
In dialogo e in estensione allo spazio intimo e introspettivo della casa si inserisce il secondo progetto: l’ideazione
di un cinema. “Cinema Futurismo – Cinema 2030” si sviluppa attraverso la sovrapposizione di tre specie di sale,
allo scopo di coinvolgere diversamente il suolo e la luce naturale. La struttura è in acciaio, mentre i solai sono in
cemento. Le finestre del foyer e quelle della sala principale sono in acciaio, le altre in legno. Il progetto non ignora
i cambiamenti che ha comportato l’era della digitalizzazione. Riconosce le “armi” che i computer e gli smartphone
hanno adottato in relazione alla presentazione delle immagini e se ne serve attraverso soluzioni organizzative e
originali per risistematizzare la sua struttura e riacquistare una posizione competitiva con i suoi concorrenti. Lo
spazio viene così concepito come un luogo di incontro, quasi opposto nel significato alla realtà introspettiva della
casa. Di essa infatti, rappresenta una controparte, un bilanciamento insito nella natura umana di necessità di
apertura e di esperire l’altro e il diverso da sé. Quest’ultimo riconosce la sua piena concretizzazione nel cinema,
che a differenza degli altri dispositivi digitali, se riconsiderato nella sua struttura, è ancora in grado di essere il
solo a abbracciare gli individui e immergerli interamente nella dimensione evinta dai film promettendogli sogni,
viaggio e arricchimento.
-Carlotta Bondesan
riconoscendola come elemento fondante e essenza degli spazi
che ci accolgono e ci uniscono nuovamente dopo l’emergenza
sanitaria. Essa sistematizza “il già conosciuto” e ne accartoccia
ciò che non va. Riparte dalla concretezza del disegno; dal
bianco e dal nero; dalla grafite su carta con l’obbiettivo di
dare nuovo colore alla realtà e tingerla di famiglia, sogni,
cinema e verità.
Ci immerge così nella dimensione intima del nostro essere
considerandone le radici per costruire una casa, uno spazio
intimo e sicuro, un luogo familiare e che, come tale, sia in grado
di accompagnare il nostro sguardo verso il mondo esterno,
verso l’altro e il diverso da noi.
Quest’ultimo trova la sua concretizzazione nella progettazione
di un cinema, inteso come luogo di condivisione, un dopo-Itaca
che ci permette di guardare il mondo oltre la nostra realtà
individuale per poi riscoprirla con occhi curiosi e rinnovati.
Interno e esterno umano e spaziale dialogano e si interrogano
tra loro e trovano la loro realizzazione e armonia attraverso
un’architettura effettuale e concreta (non-sperimentale),
concepita come la sola a poter arricchire le nostre vite dei
dialoghi con noi stessi e con gli altri.
Dopo l’emergenza sanitaria la città ci riunisce e ci riaccoglie nei suoi campi, calli e locali.
Anche la Biennale di Architettura 2021, a tema “How will we live together?”, finalmente riapre e riconosce proprio
all’architettura il ruolo di essenza e elemento fondante nel permettere nuovamente un’occasione di dialogo e
condivisione.
È in questo contesto culturale e all’urgente bisogno di architettura che la mostra “Per una architettura effettuale”
di Pasquale Lovero si inserisce e risponde. Fiduciosa che sia dal disegno, dalla grafite su carta che si possa
ridefinire e costruire una realtà effettuale e di rinnovata armonia con noi stessi e con gli altri, essa riveste la
galleria Ikona Photo Gallery dei panni di uno studio architettonico tingendola di bianco e di nero come le
assonometrie, le sezioni e i plastici presentati.
La mostra documenta un progetto ‘di ricerca’ (“Casa unifamiliare a blocco aperto”, 2020) e un progetto ‘di
concorso’ (“Cinema Futurismo – Cinema 2030”, 2020) elaborati dall’architetto Pasquale Lovero. Denominatore
comune è un approccio concreto (non-sperimentale) all’architettura che possa risistematizzare “il già conosciuto”
per aggiornarlo nelle sue caratteristiche e renderlo vivibile secondo armonia e condivisione.
“Casa unifamiliare a blocco aperto” parte dalle fondamenta dell’architettura proponendo una casa la cui
superficie lorda è di mq. 273,80 (superficie netta di mq. 246,42) con una altezza di m. 4. L’artefatto risulta dallo
sviluppo di un tipo edilizio “a blocco aperto”. Dotato di “pareti ventilate”, esso ha struttura in acciaio, solai in
lamiera grecata e soletta collaborante. Le finestre sono in legno, ad eccezione di quelle del corpo dell’ingresso,
dove sono in acciaio.
Di essa Lovero indaga l’essenza dell’intimità e della gioia del vivere insieme. Supera l’isolamento, la
frammentarietà e la disgregazione a cui il concetto di casa e di famiglia sono stati condannati negli ultimi anni e
propone un nuovo spazio comune, un porto sicuro volto ad accogliere un singolo nucleo familiare.
In dialogo e in estensione allo spazio intimo e introspettivo della casa si inserisce il secondo progetto: l’ideazione
di un cinema. “Cinema Futurismo – Cinema 2030” si sviluppa attraverso la sovrapposizione di tre specie di sale,
allo scopo di coinvolgere diversamente il suolo e la luce naturale. La struttura è in acciaio, mentre i solai sono in
cemento. Le finestre del foyer e quelle della sala principale sono in acciaio, le altre in legno. Il progetto non ignora
i cambiamenti che ha comportato l’era della digitalizzazione. Riconosce le “armi” che i computer e gli smartphone
hanno adottato in relazione alla presentazione delle immagini e se ne serve attraverso soluzioni organizzative e
originali per risistematizzare la sua struttura e riacquistare una posizione competitiva con i suoi concorrenti. Lo
spazio viene così concepito come un luogo di incontro, quasi opposto nel significato alla realtà introspettiva della
casa. Di essa infatti, rappresenta una controparte, un bilanciamento insito nella natura umana di necessità di
apertura e di esperire l’altro e il diverso da sé. Quest’ultimo riconosce la sua piena concretizzazione nel cinema,
che a differenza degli altri dispositivi digitali, se riconsiderato nella sua struttura, è ancora in grado di essere il
solo a abbracciare gli individui e immergerli interamente nella dimensione evinta dai film promettendogli sogni,
viaggio e arricchimento.
-Carlotta Bondesan
21
luglio 2021
Pasquale Lovero – Per un’architettura effettuale
Dal 21 luglio al 05 settembre 2021
architettura
Location
IKONA GALLERY – INTERNATIONAL SCHOOL OF PHOTOGRAPHY
Venezia, Cannaregio, 2909, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 2909, (Venezia)
Orario di apertura
Tutti i giorni escluso il sabato dalle 11 alle 19.
Vernissage
21 Luglio 2021, 18
Sito web
Ufficio stampa
ikona gallery
Autore
Curatore
Allestimento