28 agosto 2021

Storia, arte e territorio, nel nuovo progetto di Luogo Comune a Vetralla

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Luogo Comune, originale e profondo artista, ha presentato la sua nuova opera sul prospetto dell’IIS Canonica di Vetralla: ce ne parla in questa intervista

Luogo
Luogo Comune, Vetus Alia Natura Vei, Vetralla, ph. Sara Francola

Nell’ambito del programma di eventi che coinvolgono la residenza d’arte “PUBBLICA” di Vetralla, nasce VETUS ALIA NATURA VEI dell’artista Luogo Comune. Il progetto è curato da Carlo Vignapiano ed Elena Nicolini con Art’Officina s.r.l. in collaborazione con l’Associazione Culturale Kill The Pig. Si tratta di un’opera site specific pensata per il prospetto principale dell’Istituto IIS Canonica di Vetralla.

La scelta dell’edificio non è casuale, l’istituto è infatti il simbolo della crescita culturale dell’intera comunità, «Ripensato come epicentro di un acceso dialogo tra arte, cultura e lo spazio pubblico inteso come luogo condiviso», si legge nel comunicato stampa dell’evento. Il progetto VETUS ALIA NATURA VEI sarà raccolto, con foto e scritti inediti, in un Diario d’artista editato in edizione limitata dalla casa editrice Art’Officina.

Abbiamo intervistato in anteprima Luogo Comune per sapere di più su questo ambizioso progetto.

Luogo
Luogo Comune, Vetus Alia Natura Vei, Vetralla, ph. Sara Francola

Come nasce l’idea di VETUS ALIA NATUR VEI?

«L’idea nasce dalle suggestioni proposte da Elena e Carlo e dagli spunti ricevuti dalla mia ricerca sulla storia e sul luogo di Vetralla (VT), dove si inserisce l’intervento. Una grossa parte della mia ricerca si coniuga alla creazione di narrazioni tematiche e a storie conosciute o dimenticate del territorio; dopo alcune letture mi sono interessato alle radicate reminiscenze etrusche presenti in questi luoghi. Il misticismo e la misteriosa cultura etrusca mi hanno immediatamente catturato».

Il linguaggio visivo delle tue opere si basa su una ricerca carica di simboli che combina elementi della natura, oggetti e storie della tradizione locale. In che modo lo fa quest’opera?

«Il mio obiettivo per quest’opera era stratificare le diverse tematiche che sono emerse nella ricerca e nello studio rispetto a questi luoghi. La superficie individuata era molto grande e si prestava ad una narrazione articolata, complessa, che lasciava spazio ad una lettura dei singoli frammenti ma definita nella sua pienezza in un unico e solo atto creativo. In particolare mi interessava focalizzare l’attenzione sul concetto di rinascita e ciclicità della natura parendo dalle presenze etrusche rinvenute nei pressi del paese. Nel 2006 infatti è stato portato alla luce un tempio dedicato alla dea della fertilità Demetra (Vei in lingua etrusca). Da questo spunto è partito tutto il mio lavoro che vede la dea come protagonista principale affiancata ad una serie di altri elementi e contenuti nativi del territorio della Tuscia. In un luogo dove l’antropizzazione territoriale è presente ma in maniera piuttosto parziale, dove permangono ancora zone molto boschive e incontaminate un’opera che si relazionasse con esse mi sembrava il giusto grimaldello per innescare pensieri e riflessioni».

Luogo Comune, Vetus Alia Natura Vei, Vetralla, ph. Sara Francola
Luogo Comune, Vetus Alia Natura Vei, Vetralla, ph. Sara Francola

Quanto è importante il concetto di arte pubblica nel 2021?

«Innanzitutto credo che sarebbe importante capire che cosa intendiamo per “arte pubblica”. Penso che da alcuni anni a questa parte stiamo assistendo ad un cambiamento molto radicale della pratica denominata genericamente “street art”. Se siamo in quella fase in cui ormai il linguaggio è ben consolidato e riconosciuto dal pubblico da una parte assistiamo ad una forte istituzionalizzazione del movimento, con soggetti come gli enti pubblici che la utilizzano come un bel vestito nuovo o come opere acchiappa turisti; dall’altra si vedono spuntare ogni giorno grandi murali legati a brand, marketing e temporary “art-wall” pubblicitari – già comuni all’estero e che da poco sono arrivati in anche in Italia.

A fronte di tutto ciò, in un calderone già piuttosto complesso, variegato e di facile fraintendimento e/o confusione si aggiunge un tassello ulteriore su cosa sia arte pubblica e cosa no. Penso che la pratica dell’arte pubblica – scevra da velleità pubblicitarie e sensazionalistiche dove si sceglie di utilizzare lo spazio pubblico per lasciare un messaggio –  rimanga comunque un forte ambito di ricerca e di azione. Uno degli ambiti dove ancora si può far riflettere lo spettatore, lo si può stimolare ad un ragionamento e porre delle domande e dove, se si agisce con responsabilità si può veramente cambiare un tessuto urbano.

Il mio auspicio è che tra gli artisti che dipingono in strada il dibattito e il confronto rimanga sempre molto alto, che si generi consapevolezza sul proprio ruolo e su quello che si sta facendo come artisti, nell’ottica della creazione di opere ricche di contenuti, di estetica e di politica. Un compito per nulla facile insomma. Infine questo muro si inserisce nel più grande progetto PUBBLICA di Kill The Pig, che ha scelto questo nome non per i risultati ottenuti ma come necessario auspicio che il lavoro possa restare nel tempo fino a trasformare queste azioni di arte urbana in opere PUBBLICHE; intese come patrimonio artistico».

La tua opera non è solo un’azione di rigenerazione di spazi collettivi ma rappresenta un concreto impegno nella progettazione e creazione di un’arte destinata a entrare nel patrimonio artistico di Vetralla. Perché questa scelta? Quanto è importante parlare di creazione piuttosto che rigenerazione?

«Per gli stessi motivi accennati sopra. La parola rigenerazione è un concetto che nell’ultima decade è stato abusato ed utilizzato per abbagliare pubblico e promotori, quando nella maggior parte dei casi dopo gli interventi realizzati nulla è cambiato, anzi si è solo speculato. Vedo l’arte pubblica come un punto di partenza all’interno di un percorso di rigenerazione, non un intervento auto conclusivo e bastevole a sé stesso. Un bel muro colorato da solo serve a poco se non vengono affiancati processi per mantenere vivo il progetto, creare affezione e partecipazione da parte di chi lo vive quotidianamente.

Dal mio punto di vista l’anelito seppur nella caducità di un intervento pubblico, transitorio e mai eterno, dovrebbe essere quello mitopoietico: dell’attribuzione ad una narrazione dal particolare valore di punto di riferimento, di faro culturale per la comunità».

Luogo
Luogo Comune, Vetus Alia Natura Vei, Vetralla, ph. Sara Francola

Luogo Comune: biografia

Illustratore e muralista italiano, Jacopo aka Luogo Comune attualmente vive e lavora a Bologna. La sua pratica artistica e le sue opere abbracciano spazi interni ed esterni, con opere murarie che possono essere viste in Italia, Polonia, Austria, Inghilterra, Spagna, Grecia e Marocco.

Un suo grande interesse è sfidare gli aspetti dello spazio urbano attraverso dipinti murali di grandi dimensioni e con particolare attenzione alle opere d’arte site-specific. Un personale linguaggio visivo che si basa su un lavoro ricco di simbolismo che combina elementi della natura, oggetti e storie della tradizione locale. Utilizza per lo più una tavolozza di colori piatti e un approccio grafico come punti chiave per discutere la condizione umana e riflettere sulle attuali situazioni sociali.

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