30 agosto 2021

Art x Space: tre opere d’arte di Amoako Boafo vanno nello spazio. E tornano sulla Terra

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L'artista ghanese Amoako Boafo ha realizzato il primo Trittico Suborbitale, spedito a 100 chilometri dalla Terra su un razzo di Blue Origin: le opere sono state recuperate in perfette condizioni

Courtesy Blue Origin

Tre opere d’arte di Amoako Boafo sono state lanciate nello spazio a bordo di New Shepard, il razzo suborbitale riutilizzabile costruito dalla Blue Origin, la società aerospaziale privata di Jeff Bezos. Dopo un volo di circa 10 minuti, i dipinti – Self Portrait with Pink Tulips, Shormeh’s Gold Earrings, White and Gold Head Wrap – sono ritornati sulla Terra e recuperati in perfette condizioni nel deserto del Texas. La domanda è: perché? Il lancio fa parte di “Art x Space”, un ambizioso e un po’ oscuro programma di Uplift Aerospace, azienda aerospaziale impegnata nello sviluppo di «Tecnologie avanzate per un’economia multiplanetaria, per rivoluzionare la connessione dell’umanità con lo spazio e promuovere la conservazione della Terra». Sembra Asimov e in effetti ci siamo quasi. Insomma, il visionario settore di Uplift è – oppure sarà – quello della logistica spaziale e la collaborazione con la società di Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, potrebbe segnare una svolta nella storia dei servizi di corriere espresso. Obiettivo dichiarato di Blue Origin è fornire, entro il 2025, i mezzi necessari per il trasporto di strumenti e persone sulla Luna, in modo da trasferire sul nostro Satellite più romantico l’industria pesante.

Dipinte su tre pannelli della capsula paracadute, le opere fanno parte del “Trittico suborbitale”, serie appositamente realizzata da Boafo e composta da un autoritratto e da due ritratti, uno sua madre e l’altro di un suo amico d’infanzia, l’artista Otis Kwame Kye Quaicoe. «Un autoritratto che alza gli occhi al cielo spiega al meglio cosa significa per me questo progetto. Sono cresciuto sapendo il cielo era il limite e ora riesco a lavorare su un progetto che va oltre il cielo come lo conosciamo», ha dichiarato Boafo.

L’artista ghanese, classe 1984, uno dei più influenti e più quotati al mondo, un vero astro nascente, ha dovuto utilizzare materiali speciali per garantire che le opere sopravvivessero al loro breve ma intenso viaggio nello spazio e non bruciassero durante il rientro nell’atmosfera. «La vernice aveva un odore insolitamente forte, quindi ho indossato una maschera per tutto il tempo durante la produzione. Era acquoso, quindi i pannelli dovevano essere appoggiati per evitare segni indesiderati. Poiché si asciugava molto velocemente, ho dovuto lavorare con rapidità», ha spiegato Boafo.

La capsula, completamente automatizzata e senza equipaggio, ha raggiunto un’altitudine di 105 chilometri, prima di ricadere paracadutata, una decina di minuti dopo il decollo, nelle vicinanze del sito di lancio, nei pressi della cittadina di Van Horn, Texas, atterrando in posizione verticale. Cinque stelle per la spedizione le meritano tutte e non sono scontate, considerando quanto successo a Trevor Paglen, le cui opere si persero nello spazio. «Siamo onorati di far volare le opere d’arte di Amoako nello spazio e di farle tornare a bordo di New Shepard», ha dichiarato Erika Wagner, portavoce di Blue Origin, in una nota diffusa alla stampa. «I suoi splendidi ritratti catturano la gioia dei Neri e il tipo di futuro condiviso che speriamo di creare per tutti noi nello spazio: vibrante, bello e pieno di meraviglia».

La missione aveva anche altri scopi scientifici. Sull’esterno del razzo sono stati montati due strumenti, il Navigation Doppler Lidar e Descent Landing Computer, che permettono di determinare posizione e velocità del veicolo spaziale durante l’avvicinamento alla Luna. L’esperimento è servito per valutare la possibilità di allunare in zone con terreno più accidentato, come quello vicino ai crateri. C’era poi da testare OSCAR – Orbital Syngas / Commodity Augmentation Reactor, strumento che trasforma i rifiuti generati durante le missioni spaziali in risorse utili, come acqua e propellenti. Insomma, ci si prepara ad affrontare la frontiera spaziale.

Anche Art X Space non si fermerà qui e, dopo la serie di Boafo, Uplift commissionerà altri trittici ad altri artisti. «Sono ispirato dall’idea che questa incredibile opera d’arte verrà illuminata da galassie lontane, con la Terra come sfondo. Spero che questo consentirà agli spettatori di avvicinare la propria connessione con il cosmo e con il prezioso pianeta che chiamiamo casa», ha dichiarato Josh Hanes, CEO di Uplift.

Per ogni “Suborbital Triptych”, Uplift Aerospace effettuerà anche una donazione a un istituto benefico scelto dall’artista. Per il primo lancio, Boafo ha scelto Little Big Souls e Love’s Closet Foundation, organizzazioni internazionali non-profit impegnate nella cura della mortalità infantile e nell’assistenza sanitaria per i bambini in Africa.

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