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Tre grandi gallerie di New York si uniscono: nasce la nuova LGDR
Arte contemporanea
Tra i tanti e fondamentali meriti che vanno riconosciuti alle gallerie d’arte, forse è mancata fino a oggi la capacità – o la volontà – di fare squadra, di riunirsi in un’associazione, una lega, una corporazione, come la si voglia chiamare, per perseguire una strategia condivisa e ad ampio raggio. Magari saranno stati tempi diversi, di libera concorrenza su un settore dalle sconfinate possibilità ma, oggi, sembra che le cose stiano prendendo una piega diversa. Diversi mesi fa scrivevamo della GCC – Gallery Climate Coalition, organizzazione senza scopo di lucro formata da un gruppo di gallerie d’arte blue chip, impegnate nel green. Più di 550 sono i membri, provenienti da tutto il mondo ma, fino a ora, sembra che la missione di «Lavorare per un mondo dell’arte più sostenibile» sia rimasta più nelle nobili intenzioni che nella pratica. Decisamente più attiva la “sperimentazione” nostrana – suona quasi strano a dirsi –, con Italics Art and Landscape che, partita come piattaforma online dedicata ad arte, cultura e lifestyle raccontati dai grandi galleristi italiani, ha appena presentato la sua prima prova sul campo come consorzio di gallerie, con una mostra a Procida impegnativa e promettente (qui il nostro reportage dall’isola). E qualcosa di simile era in preparazione anche oltreoceano: con un tempismo storiograficamente significativo, Dominique Lévy, Brett Gorvy, Amalia Dayan e Jeanne Greenberg Rohatyn, tre personalità di primissimo piano nell’art system statunitense e newyorchese, hanno presentato una nuova società, la LGDR, che dovrebbe essere lanciata operativamente il prossimo anno, a partire dal gennaio 2022. Come si intuisce, il nome della nuova super galleria è un acronimo basato sui cognomi dei fondatori.
Oltre all’organizzazione di mostre, LGDR offrirà servizi strategici per collezionisti, artisti, istituzioni, organizzazioni filantropiche e aziende private. «Sulla scia della pandemia, come altri in molti settori, i co-fondatori di Lévy Gorvy hanno ripensato e rivalutato le loro pratiche, immaginando cosa significa essere una galleria d’arte in questo nuovo mondo», spiegano da Lévy Gorvy.
Questa fusione potrebbe formare un impero dal potenziale esplosivo, in una New York che già straborda di centri di potere, come Gagosian, Zwirner, Pace e Hauser & Wirth che, negli ultimi mesi, hanno ingranato la marcia, aprendo nuove sedi fisiche in tutto il mondo (tra le altre, Pace a Seoul e Hauser & Wirth a Minorca). Insomma, la massima “divide et impera” sembra essere stata sottoposta a una nuova interpretazione, dovuta chiaramente a una situazione sociale, economica, culturale e logistica segnata in maniera indelebile dalla pandemia. Se i grandi diventano talmente grandi da essere irraggiungibili, ai più piccoli non rimane che unirsi, per spostare la competizione e il profitto su altri campi, proponendo altri servizi e diverse modalità di fruire l’arte. Ciò non toglie che i grandi nomi non siano aperti a joint venture: per esempio, qualche mese fa Acquavella, Gagosian e Pace hanno formarono la loro società congiunta, la AGP, per accaparrarsi la prestigiosa collezione del finanziere Donald B. Marron prima delle case d’asta di punta, Sotheby’s, Christie’s e Phillips. E il colpaccio riuscì.
Il nuovo conglomerato LGDR vuole avere un orizzonte più ampio, rispetto a un singolo obiettivo, ma sarà anche più agile e, soprattutto, metterà in conto la fine delle attività portate avanti singolarmente. Le singole gallerie cesseranno di esistere, quella nata dalla fusione rappresenterà gli artisti già nelle rispettive scuderie ma non è improbabile che qualcuno rimarrà fuori. La galleria Lévy Gorvy lavora principalmente nel mercato secondario, rappresentando artisti ed estate come Alexander Calder, Enrico Castellani, Francesco Clemente, Willem de Kooning e Lucio Fontana. Fondata da Greenberg Rohatyn, Salon 94 rappresenta più di 30 artisti ed estate, tra cui Judy Chicago, Cesar, Niki de Saint Phalle, Derrick Adams, Betty Woodman e Laurie Simmons. Amalia Dayan è invece la fondatrice, insieme a Daniella Luxembourg, di Luxembourg & Dayan, che rappresenta Jean Dubuffet, Ed Ruscha e un nutrito gruppo di italiani, come Giulio Paolini, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Mario Schifano, Gino De Dominicis. L’anno scorso però Amalia e Daniella hanno deciso di separare le proprie strade.
La nuova galleria LGDR sarà ubicata al 3 East della 89 Strada, in uno spazio acquistato da Greenberg Rohatyn nel 2019 per 22,3 milioni di dollari. Lévy Gorvy rinuncerà al suo spazio in Madison Avenue come parte dell’accordo. La nuova società avrà degli uffici anche a Londra, Hong Kong e Parigi e saranno privilegiate le fiere asiatiche, a discapito di quelle nordamericane, come Art Basel Miami e Frieze New York.