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Come creare un ecosistema culturale: l’esperienza di Microclima, a Venezia
Progetti e iniziative
Una serra, un cinema sull’acqua, la vendita di agrumi rari, diventano pratiche di ricerca artistiche e culturali, per far dialogare cultura e natura: accade a Venezia con Microclima, un programma di ricerca indipendente nato nel 2011 per esplorare ecosistemi urbani, concentrandosi sul mondo naturale, sul patrimonio culturale e sulla sfera pubblica. Una genesi non casuale, in una città emblematica dove il complesso rapporto di interazione tra uomo e ambiente si presta a essere laboratorio per sperimentazioni locali, in grado di riflettersi su un piano globale.
Il dialogo tra ambienti e sistemi culturali di Microclima si intuisce già dal luogo di nascita e sede principale: la Serra dei Giardini di Biennale, una orangerie costruita nel 1894 per conservare le piante esotiche che decoravano le prime Esposizioni Internazionali d’Arte di Venezia. Sotto la direzione artistica di Paolo Rosso, la Serra è diventata un centro aggregativo, che ospita attività eterogenee legate alla conoscenza della natura. Qui prendono forma le pratiche più “consuete”, quali esposizioni temporanee ed eventi collaterali di Biennale. L’ultima mostra, in ordine di tempo, è la personale di Angelica Tulimiero, “Particelle”, ceramiche fitomorfe che evocano funzioni organiche, microscopiche e macroscopiche, dove segni, movimenti e ripetizioni raccontano di una intercomunicazione tra gli elementi che costituiscono ogni realtà (fino al 21 novembre 2021).
Nato dalla necessità di sviluppare in città attività culturali e di aggregazione attraverso nuove forme di dialogo e partecipazione, Microclima ha dato vita al Cinema Galleggiante – “Acque Sconosciute”, arrivato alla sua seconda edizione, quest’anno dal 20 agosto al 4 settembre 2021.
Lungi dall’essere il solito cinema estivo all’aperto, ma un vero e proprio insediamento anfibio, con una programmazione in cui si avvicendano proiezioni, presentazioni, performance e interventi, che si svolgono su una piattaforma nel mezzo della laguna. Un’occasione per rigenerare il rapporto tra natura, spazio urbano, ambiente e cittadini, a cui occorre spesso nuova linfa. Un’azione collettiva a cui partecipano importanti realtà culturali quali Ocean Space – TBA21–Academy, Pentagram Stiftung, Palazzo Grassi – Punta della Dogana – Pinault Collection, Fondazione In Between Art Film e Lamyland – Owenscorp.
In questa originale rete di ecosistemi e pratiche di ricerca, dall’autunno del 2020 ha trovato spazio anche la vendita di agrumi rari, antichi e sconosciuti: “frutti culturali”, provenienti dalla tenuta di Vicente Todolì, il direttore artistico della Fondazione Pirelli HangarBicocca, che a Palmera (Valencia) ha dato vita al più grande vivaio al mondo. Varietà di limoni, lime, aranci, pomeli e cedri, che finiscono sui banchi di un ristretto numero di botteghe veneziane e nella naranseria di Rialto: un’azione filologica nel cuore commerciale di Venezia, il luogo originariamente destinato alla vendita degli agrumi.
Quella di Microclima è una spinta alla ricerca continua, che dalla serra veneziana è arrivata in diversi luoghi del mondo, con il progetto Guwahati Research Program in Assam, India (2011), la residenza artistica Los Caminos del Café a Santiago de Cuba (2014-2015) e il progetto di ricerca internazionale RedHero ad Ulaanbaatar, Mongolia (2015). Programmi geograficamente distanti, accumunati da una visione: creare nuovi microclimi culturali, ospitanti e accoglienti, in grado di innescare sinergie sperimentali, azioni scoperta (o ri-scoperta) di un’area, dei suoi aspetti sociali, simbolici.