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Giovanni Ozzola invita Kiki Smith
La mostra pensata da Giovanni Ozzola per gli spazi della torre e inaugurata a maggio scorso, si apre ad un dialogo con Kiki Smith
Comunicato stampa
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La mostra di Ozzola si trasforma in un racconto a due voci che svela una sintonia sottilmente intensa tra i lavori dell'artista e quelli di Kiki Smith: la propensione ad una profonda escursione intimista che sonda una platea di emozioni vissute direttamente; l’attenzione e l’analisi del rapporto dell’uomo con la natura e con l’universo; l’aspetto universale del fare artistico che è il continuo rapporto ancestrale con la caducità e con la vulnerabilità della condizione umana rispetto alla complessità della vita.
“Giovanni Ozzola invita Kiki Smith” con i suoi lavori più recenti; quelli dove il registro dell’artista si fa più intimo e poetico; dove la Smith riflette sulla vastità dell’universo, sull’anima femminile e quella animale portatrici di un’armonia originaria oggi in parte perduta, spingendosi a scandagliare gli aspetti spirituali dell’essere umano, a comprendere le esperienze del mondo e del cosmo.
Nella sala d’ingresso Ozzola pone l’accento sul soffitto a volta trasformandolo in ‘sfera celeste’. “Contando estrellas” - omaggio a Giotto - è la riproduzione fedele di un cielo stellato, catturato durante il periodo di lockdown nel 2020. “Dal tetto di casa, dichiara l’artista, lo sguardo andava verso il cielo, contando le stelle, viaggiando verso un infinito più grande di qualsiasi pensiero. Quelle stelle che danno la nostra posizione precisa sulla terra, erano e sono, la via di fuga verso un luogo sconosciuto. Sono anche una misura del tempo, i giorni e le fasi, la direzione da seguire; un orizzonte senza limiti”. L’ingresso funge da punto di unione e di passaggio con la sala adiacente dove Ozzola interviene con un’installazione che ridefinisce lo spazio creando un nuovo orizzonte utilizzando, come altre volte in passato, la tecnica di stampa su cemento. “Le aperture che squarciano i muri sono cicatrici urbane, luoghi dalla simbologia così forte da farsi archetipo, per offrirci un’apertura verso altri mondi. (…) I segni e i graffiti sono le cicatrici che ricordano il nostro passaggio. Quelle strutture sono il nostro cranio e le prospettive il nostro sguardo”. Spiega l’artista. All’interno della sala Ozzola accoglie due sculture di Kiki Smith: profili di luna realizzati in bronzo che parlano non solo della bellezza delle forme naturali, ma anche delle forze che governano il nostro universo. “La luna è qualcosa a cui ti puoi rivolgere. Il Sole è più feroce; non puoi guardarlo negli occhi, mentre alla luna puoi rivolgere le tue preghiere, i tuoi desideri e la tua tristezza, puoi riversarci tutto”. (…) Ho sempre pensato che vorrei essere come la luna, vorrei essere la sua testimonianza sulla terra. (…) Che è una cosa strana da pensare per una persona nel mondo contemporaneo, ma io mi sento così, in un certo senso”. Così Kiki Smith descrive il proprio rapporto con la luna in una recente intervista.
La luna è un elemento che ricorre spesso nei lavori di Kiki Smith. La troviamo rappresentata anche in “Visitors (stars, multiple crescent moons)” l’arazzo installato nel nucleo più antico dello spazio torre. Gli arazzi della Smith, preziosamente realizzati su telai Jacquard, sono capitoli di un racconto mitologico a sfondo surreale sospesi tra l’affresco pompeiano, la pittura simbolista e i bestiari medievali. In quest’opera l’universo celeste - fatto di stelle, luna e pianeti - incontra quello animale consegnandoci l’idea di un’armonia spirituale che l’umanità, auspicabilmente, potrà ritrovare. Nella stessa sala Ozzola colloca una campana. Reduce forse da un naufragio, l’artista la recupera, la lucida, vi incide una frase regalandogli un nuovo stato ma non una nuova funzione; metafora dell’affermazione di sé, anche qui, come sulle navi, segnala la posizione: “Sono qui, nella notte, nel buio, o semplicemente ad occhi chiusi, mi sento, occupo questo luogo, sono parte di ciò che mi circonda ma sono un centro un punto nevralgico”, dichiara Giovanni Ozzola.
Se l’elemento marino nelle foto di Giovanni Ozzola è uno sguardo che abbraccia l’orizzonte, lo spazio e la luce in “Dormir”, di Kiki Smith, si cristallizza in un’onda sulla quale si adagia una figura femminile. Protagonista indiscussa dell’opera della Smith, la donna rappresenta l’armonia originaria oggi in parte perduta.
Nato a Firenze nel 1982, Giovanni Ozzola attualmente vive e lavora alle Isole Canarie, Spagna. Ha esposto il suo lavoro a livello internazionale presso numerose istituzioni pubbliche e private, tra queste: MAC – Museo De Arte Contemporaneo De Sao Paulo, Sao Paulo, Brasile, Gangnam-Gu, Seoul, Corea, Habitat Art Space, Shanghai, Cina, Ocean Flower Island Museum, Hainan, Cina nel 2021; Museo Villa Croce, Genova, Italia, OCAT, Shanghai, Cina, Chao Art Center, Beijing, Cina, Fosun Foundation Shanghai, Cina nel 2020; Foro Romano e Palatino, Parco Archeologico del Colosseo, Roma, Italia, Centro Foundacion UNICAJA de Almeria, Almeria, Spagna nel 2019; Palacio de los Marqueses de Moctezuma, Museo Unicaja Joaquin Peinado, Ronda (Málaga), Spagna, Fundación Unicaja, CUC Centro Unicaja de Cultura de Antequera, Spagna, Rotary Waregem, Claessens Canvas, Waregem, Belgio, Foundation Louis Vuitton, Parigi, Francia, Palazzo Mazzarino, Palermo, Italia (evento collaterale MANIFESTA 12), MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma, Italia nel 2018; Untitled Association Lynchen, Berlino, Germania, Macro, Roma nel 2017; District 6 Museum, Cape Town, Sud Africa, Sms, Pisa, Italia, Abu Dhabi Art, Abu Dhabi, Emirati Arabi nel 2016. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il MART di Rovereto, in Italia; Chelsea Art Museum a New York, Stati Uniti; Sharjah Maraya Art Center a Dubai; Mori Museum a Tokyo in Giappone; Schunck-Glaspaleis a Herleen, Paesi Bassi; Künstlerhaus Palais Thurn Und Taxis, a Bregenz in Austria; Man Museo d'Arte, Nuoro, Italia; Waseda University, Tokyo, Giappone; Centre d'Art Bastille, Grenoble, Francia; GC, AC, Monfalcone, Italia; Viafarini Docva, Milano, Italia; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italia; OCAT - Contemporay Art Terminal, Shanghai, Guandong Museum of Art, Guangzhou, Cina; 2139, Jeddah, Arabia Saudita; District Six Museum, Città del Capo, Sudafrica, Star Museum, Shanghai, Cina. Tra I premi: “Premio Terna” (2008), “The Talent Prize” (2010) e il “Premio Cairo” (2011), Seat Pagine Gialle, Regione Toscana (2007).
Kiki Smith nasce a Norimberga nel 1954, vive e lavora a New York e nella valle dell’Hudson; è professore associato presso la Columbia University e la New York University. Dopo aver esposto in collettive ai margini del tradizionale circuito delle gallerie, inizia a partecipare ad eventi presso le più prestigiose istituzioni internazionali tra queste, nel 1990, il Museum of Modern Art di New York, il Centre d’art Contemporain di Geneva, l’Institute of Contemporary Art di Amsterdam e successivamente, tra gli altri, nel 1993 l’Österreichisches Museum fur Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2005 la prima retrospettiva al Museum of Modern Art di San Francisco che viaggia anche al Walker Art Center di Minneapolis, al Contemporary Arts Museum di Houston, al Whitney Museum of American Art di New York e alla Colección Jumex di Città del Messico. Nel 2008 la mostra “Kiki Smith: Her Home” viene presentata al Haus Esters Museum di Krefeld, alla Kunsthalle di Norimberga, alla Fundació Joan Miró di Barcelona e all’Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art del Brooklyn Museum di New York. Tra le Biennali ricordiamo la Whitney Biennial di New York (1991,1993, 2002), la Biennale di Firenze (1996–1997; 1998) e quella di Venezia (1993, 1999, 2005, 2009, 2011, 2017). I lavori di Kiki Smith sono inclusi in più di cinquanta collezioni pubbliche in tutto il mondo. L’artista ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali: Lifetime Achievement Award dell’International Sculpture Center (2017), United States Art in Embassies Award (conferitole da Hillary Clinton nel 2013), Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); 50th Edward MacDowell Medal (2009); Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006), Skowhegan Medal for Sculpture (2000). Nel 2006 la rivista TIME l’ha indicata tra i “TIME 100”, le persone più influenti del mondo. L’artista è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters e dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 2019 per la prima volta un museo pubblico italiano, le Gallerie degli Uffizi, dedica una mostra monografica all’artista: “What I saw on the road”, allestita presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, curata da Eike Schmidt e Renata Pontus, il catalogo della mostra nella sua versione inglese è stato realizzato con il con il supporto di Galleria Continua. Sempre nel 2019 la Smith espone al Monnaie de Paris – questa è la prima personale dell’artista in una istituzione pubblica francese - al Museo Belvedere di Vienna, alla Deste Foundation Project Space di Atene.
“Giovanni Ozzola invita Kiki Smith” con i suoi lavori più recenti; quelli dove il registro dell’artista si fa più intimo e poetico; dove la Smith riflette sulla vastità dell’universo, sull’anima femminile e quella animale portatrici di un’armonia originaria oggi in parte perduta, spingendosi a scandagliare gli aspetti spirituali dell’essere umano, a comprendere le esperienze del mondo e del cosmo.
Nella sala d’ingresso Ozzola pone l’accento sul soffitto a volta trasformandolo in ‘sfera celeste’. “Contando estrellas” - omaggio a Giotto - è la riproduzione fedele di un cielo stellato, catturato durante il periodo di lockdown nel 2020. “Dal tetto di casa, dichiara l’artista, lo sguardo andava verso il cielo, contando le stelle, viaggiando verso un infinito più grande di qualsiasi pensiero. Quelle stelle che danno la nostra posizione precisa sulla terra, erano e sono, la via di fuga verso un luogo sconosciuto. Sono anche una misura del tempo, i giorni e le fasi, la direzione da seguire; un orizzonte senza limiti”. L’ingresso funge da punto di unione e di passaggio con la sala adiacente dove Ozzola interviene con un’installazione che ridefinisce lo spazio creando un nuovo orizzonte utilizzando, come altre volte in passato, la tecnica di stampa su cemento. “Le aperture che squarciano i muri sono cicatrici urbane, luoghi dalla simbologia così forte da farsi archetipo, per offrirci un’apertura verso altri mondi. (…) I segni e i graffiti sono le cicatrici che ricordano il nostro passaggio. Quelle strutture sono il nostro cranio e le prospettive il nostro sguardo”. Spiega l’artista. All’interno della sala Ozzola accoglie due sculture di Kiki Smith: profili di luna realizzati in bronzo che parlano non solo della bellezza delle forme naturali, ma anche delle forze che governano il nostro universo. “La luna è qualcosa a cui ti puoi rivolgere. Il Sole è più feroce; non puoi guardarlo negli occhi, mentre alla luna puoi rivolgere le tue preghiere, i tuoi desideri e la tua tristezza, puoi riversarci tutto”. (…) Ho sempre pensato che vorrei essere come la luna, vorrei essere la sua testimonianza sulla terra. (…) Che è una cosa strana da pensare per una persona nel mondo contemporaneo, ma io mi sento così, in un certo senso”. Così Kiki Smith descrive il proprio rapporto con la luna in una recente intervista.
La luna è un elemento che ricorre spesso nei lavori di Kiki Smith. La troviamo rappresentata anche in “Visitors (stars, multiple crescent moons)” l’arazzo installato nel nucleo più antico dello spazio torre. Gli arazzi della Smith, preziosamente realizzati su telai Jacquard, sono capitoli di un racconto mitologico a sfondo surreale sospesi tra l’affresco pompeiano, la pittura simbolista e i bestiari medievali. In quest’opera l’universo celeste - fatto di stelle, luna e pianeti - incontra quello animale consegnandoci l’idea di un’armonia spirituale che l’umanità, auspicabilmente, potrà ritrovare. Nella stessa sala Ozzola colloca una campana. Reduce forse da un naufragio, l’artista la recupera, la lucida, vi incide una frase regalandogli un nuovo stato ma non una nuova funzione; metafora dell’affermazione di sé, anche qui, come sulle navi, segnala la posizione: “Sono qui, nella notte, nel buio, o semplicemente ad occhi chiusi, mi sento, occupo questo luogo, sono parte di ciò che mi circonda ma sono un centro un punto nevralgico”, dichiara Giovanni Ozzola.
Se l’elemento marino nelle foto di Giovanni Ozzola è uno sguardo che abbraccia l’orizzonte, lo spazio e la luce in “Dormir”, di Kiki Smith, si cristallizza in un’onda sulla quale si adagia una figura femminile. Protagonista indiscussa dell’opera della Smith, la donna rappresenta l’armonia originaria oggi in parte perduta.
Nato a Firenze nel 1982, Giovanni Ozzola attualmente vive e lavora alle Isole Canarie, Spagna. Ha esposto il suo lavoro a livello internazionale presso numerose istituzioni pubbliche e private, tra queste: MAC – Museo De Arte Contemporaneo De Sao Paulo, Sao Paulo, Brasile, Gangnam-Gu, Seoul, Corea, Habitat Art Space, Shanghai, Cina, Ocean Flower Island Museum, Hainan, Cina nel 2021; Museo Villa Croce, Genova, Italia, OCAT, Shanghai, Cina, Chao Art Center, Beijing, Cina, Fosun Foundation Shanghai, Cina nel 2020; Foro Romano e Palatino, Parco Archeologico del Colosseo, Roma, Italia, Centro Foundacion UNICAJA de Almeria, Almeria, Spagna nel 2019; Palacio de los Marqueses de Moctezuma, Museo Unicaja Joaquin Peinado, Ronda (Málaga), Spagna, Fundación Unicaja, CUC Centro Unicaja de Cultura de Antequera, Spagna, Rotary Waregem, Claessens Canvas, Waregem, Belgio, Foundation Louis Vuitton, Parigi, Francia, Palazzo Mazzarino, Palermo, Italia (evento collaterale MANIFESTA 12), MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma, Italia nel 2018; Untitled Association Lynchen, Berlino, Germania, Macro, Roma nel 2017; District 6 Museum, Cape Town, Sud Africa, Sms, Pisa, Italia, Abu Dhabi Art, Abu Dhabi, Emirati Arabi nel 2016. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il MART di Rovereto, in Italia; Chelsea Art Museum a New York, Stati Uniti; Sharjah Maraya Art Center a Dubai; Mori Museum a Tokyo in Giappone; Schunck-Glaspaleis a Herleen, Paesi Bassi; Künstlerhaus Palais Thurn Und Taxis, a Bregenz in Austria; Man Museo d'Arte, Nuoro, Italia; Waseda University, Tokyo, Giappone; Centre d'Art Bastille, Grenoble, Francia; GC, AC, Monfalcone, Italia; Viafarini Docva, Milano, Italia; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italia; OCAT - Contemporay Art Terminal, Shanghai, Guandong Museum of Art, Guangzhou, Cina; 2139, Jeddah, Arabia Saudita; District Six Museum, Città del Capo, Sudafrica, Star Museum, Shanghai, Cina. Tra I premi: “Premio Terna” (2008), “The Talent Prize” (2010) e il “Premio Cairo” (2011), Seat Pagine Gialle, Regione Toscana (2007).
Kiki Smith nasce a Norimberga nel 1954, vive e lavora a New York e nella valle dell’Hudson; è professore associato presso la Columbia University e la New York University. Dopo aver esposto in collettive ai margini del tradizionale circuito delle gallerie, inizia a partecipare ad eventi presso le più prestigiose istituzioni internazionali tra queste, nel 1990, il Museum of Modern Art di New York, il Centre d’art Contemporain di Geneva, l’Institute of Contemporary Art di Amsterdam e successivamente, tra gli altri, nel 1993 l’Österreichisches Museum fur Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2005 la prima retrospettiva al Museum of Modern Art di San Francisco che viaggia anche al Walker Art Center di Minneapolis, al Contemporary Arts Museum di Houston, al Whitney Museum of American Art di New York e alla Colección Jumex di Città del Messico. Nel 2008 la mostra “Kiki Smith: Her Home” viene presentata al Haus Esters Museum di Krefeld, alla Kunsthalle di Norimberga, alla Fundació Joan Miró di Barcelona e all’Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art del Brooklyn Museum di New York. Tra le Biennali ricordiamo la Whitney Biennial di New York (1991,1993, 2002), la Biennale di Firenze (1996–1997; 1998) e quella di Venezia (1993, 1999, 2005, 2009, 2011, 2017). I lavori di Kiki Smith sono inclusi in più di cinquanta collezioni pubbliche in tutto il mondo. L’artista ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali: Lifetime Achievement Award dell’International Sculpture Center (2017), United States Art in Embassies Award (conferitole da Hillary Clinton nel 2013), Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); 50th Edward MacDowell Medal (2009); Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006), Skowhegan Medal for Sculpture (2000). Nel 2006 la rivista TIME l’ha indicata tra i “TIME 100”, le persone più influenti del mondo. L’artista è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters e dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 2019 per la prima volta un museo pubblico italiano, le Gallerie degli Uffizi, dedica una mostra monografica all’artista: “What I saw on the road”, allestita presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, curata da Eike Schmidt e Renata Pontus, il catalogo della mostra nella sua versione inglese è stato realizzato con il con il supporto di Galleria Continua. Sempre nel 2019 la Smith espone al Monnaie de Paris – questa è la prima personale dell’artista in una istituzione pubblica francese - al Museo Belvedere di Vienna, alla Deste Foundation Project Space di Atene.
11
settembre 2021
Giovanni Ozzola invita Kiki Smith
Dall'undici settembre al 14 novembre 2021
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
da lunedì a domenica, 10-13 e 14-19, su appuntamento
Vernissage
11 Settembre 2021, 18-20.30
Sito web
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore