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Sotto il segno della rarità. La Filatelia secondo Il Ponte Casa d’Aste
Mercato
«Trasformare lo scorrere della propria esistenza in una serie d’oggetti salvati dalla dispersione, o in una serie di righe scritte, cristallizzate fuori dal flusso continuo dei pensieri». Diceva così Italo Calvino nel suo Collezione di sabbia, descrivendo quel bisogno di ordine che spinge l’uomo a raccogliere cose – le più disparate – e a dar loro un senso. Carte geografiche, biglietti ferroviari, manichini; ma anche i «francobolli degli stati d’animo» che raccontano storie lontane, tutte da immaginare. Nella sede centrale de Il Ponte Casa d’Aste, nel cuore di Brera, tutto è pronto per l’incanto di Filatelia – forse il collezionismo per definizione, quello più proverbiale. A parlarcene è il Capo Dipartimento Alberto Coda Canati.
Intervista ad Alberto Coda Canati, Capo Dipartimento di Filatelia de Il Ponte
Iniziamo dalle origini. Quando nasce e come si diffonde la filatelia?
«L’origine della filatelia intesa come collezionismo di francobolli è da collocarsi pochi anni dopo l’emissione del primo esemplare, il celebre “Penny Black”, nel 1840, e si diffonde a livello mondiale nel 1880».
Possiamo osare, oggi, un identikit del collezionista-tipo in questo settore?
«Il filatelico oggi è una persona con un’età media al di sopra dei cinquant’anni, che può ricoprire diverse cariche professionali e il cui interesse per il collezionismo è molto trasversale».
Qualche nome altisonante?
«Certamente in passato non sono mancati nomi illustri. Tra questi spiccano Re Giorgio V (1865 – 1936), il quale contribuì personalmente alla creazione della Royal Philatelic Collection, e anche il Presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin Delano Roosevelt (1882 – 1945). Per quanto riguarda il presente, i collezionisti ad oggi attivi preferiscono mantenere l’anonimato».
Qual è il pezzo più costoso mai venduto nell’universo dei francobolli? E della storia postale?
«Il record raggiunto nel campo del francobolli risale al 2014, quando da Sotheby’s il “British Guiana One-Cent Magenta” è stato battuto per $ 9.48 milioni, mentre nell’ambito della storia postale sono numerose le aggiudicazioni sopra i 2 milioni. Di recente, il 26 giugno 2021, il “Mauritius Ball Cover” del 1847 è stato venduto per oltre 12 milioni di dollari».
Qual è invece, attualmente, il record di dipartimento de Il Ponte?
«Il record per il dipartimento lo si è raggiunto il 7 luglio 2020 con l’aggiudicazione da €98.750 per una busta affrancata con una striscia di 4 rari esemplari del 5c. in verde giallo del Governo Provvisorio di Parma».
In generale, quali fattori determinano il valore sul mercato di questi esemplari?
«La domanda e l’offerta stabiliscono come sempre i prezzi, di conseguenza troviamo esemplari estremamente rari ma che interessano solamente una nicchia di collezionisti e possono essere acquistati anche a poche migliaia di euro; ed esemplari invece più diffusi ma con un’audience collezionistica più ampia che permette di arrivare a prezzi davvero ragguardevoli. A livello internazionale un esempio è dato dall’“Inverted Jenny” americano, emesso per il servizio di posta aerea inaugurato il 15 maggio 1918 sulla rotta Washington-Filadelfia-New York. La sua rarità si deve, come evocato dal nome, all’errata stampa della vignetta: sono noti soltanto 100 esemplari di questo francobollo e il valore di ciascuno supera il mezzo milione di dollari».
La scorsa primavera, a Palazzo Crivelli, abbiamo assistito a un traguardo mondiale stabilito dal Cosmogramma Apollo 14. Che cosa vedremo nell’asta di Filatelia di domani, 22 settembre?
«Anche in questa occasione abbiamo il piacere di condividere un catalogo davvero molto autorevole nelle proposte. Nella prima parte spicca un’importante collezione sugli Antichi Stati italiani con ricercati pezzi di Sicilia – tra cui una lettera rimasta “nascosta” per quasi quarant’anni e affrancata da sette esemplari del 2 grana (lotto 480, stima € 1.000 – 1.500). Un excursus molto interessante riguarda inoltre le colonie e le occupazioni italiane e include un 50 Cent. del ‘43 emesso in Libia durante l’occupazione francese del territorio del Fezzan (ex colonia italiana). La leggenda vuole che la sovrastampa, con dicitura R.F (République Française), venne realizzata incidendo il fondo di un proiettile (lotto 607, stima € 3.000 – 4.000)».
La punta di diamante del catalogo e il lotto che consiglierebbe a un neo-collezionista.
«L’esemplare più raro del catalogo è il 10 corone di Venezia Giulia emesso nel 1918 (lotto 554, stima € 14.000 – 16.000), un francobollo di Austria sovrastampato a mano per celebrare l’annessione al Regno d’Italia dei territori della Venezia Giulia di cui sono noti solo 37 esemplari. Al neofita consiglierei invece di contattare il sottoscritto, così da individuare insieme un tema che possa essere per lui interessante, che si tratti della storia postale della sua regione, oppure, delle grandi trasvolate degli anni ‘30. È davvero importante nella fase iniziale farsi affiancare da un professionista del settore, anche se poi nel tempo le passioni possono mutare e il collezionista saprà trovare la sua identità».
Forse ho il francobollo d8 50 C.Il su commento è stato interessante.Lo facci spesso.
Ne ho 3 in fila orizzontale e 2 in fila verticale tutti da 50 cent.
Poi uno da 30 cent
Qualcuno è interessato? Vorrei venderli.