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The Final Christo: da Sotheby’s i progetti per l’Arco impacchettato
Mercato
Si conobbero nel 1958, a Parigi, quando la madre di Jeanne-Claude commissionò un ritratto a uno sconosciuto Christo Vladimiroff Javacheff. Gli inizi furono burrascosi: lei era fidanzata, prossima alle nozze, lui intraprese una relazione con sua sorella. Ma poco importa. Furono per sempre una cosa sola, Christo e Jeanne-Claude, per la vita intera, da The Gates in Central Park al Reichstag di Berlino, dal Pont Neuf Wrapped di Parigi a The Floating Piers sul Lago d’Iseo. E Christo continuerà a nominarla come fosse sempre lì con lui – mente e musa insieme – fino alla fine dei propri giorni.
A un anno e mezzo dalla scomparsa dell’artista bulgaro, Parigi ospita l’ultimo progetto del duo straordinario. Nessuna sovvenzione, nessun denaro pubblico: come da tradizione dei suoi ideatori, l’Arco di Trionfo impacchettato è stato finanziato attraverso la vendita delle opere dei due artisti. Guardare per credere. Fino al 3 ottobre, Sotheby’s espone i pezzi preparatori del progetto – lungo ben sei decenni – e devolve i proventi delle vendite private a L’Arc de Triomphe, Wrapped e alla Fondazione Christo e Jeanne-Claude. Dove? Al numero 76 di rue du Faubourg Saint-Honoré, nel cuore di Parigi. Ne abbiamo parlato con l’esperto di Sotheby’s Eddie Hautchamp.
Intervista a Eddie Hautchamp, specialist in Contemporary Art, Sotheby’s France
La mostra organizzata da Sotheby’s racconta la storia dell’incredibile progetto di Christo. Come spiegherebbe questi 60 anni di evoluzioni attraverso le 24 opere esposte?
«Fino al suo ultimo respiro, Christo ha lavorato instancabilmente a questo progetto, la sua ultima “mostra temporanea”, come gli piaceva chiamarla. Le opere esposte aprono una finestra sulla visione del defunto artista, sulla gioia e la meraviglia che ha trovato nel preparare la sua installazione più ambiziosa. Sono i lavori perfetti da condividere con il mondo in quest’epoca post-Covid, in effetti, il simbolo della libertà e dell’indipendenza artistica per cui i loro creatori hanno combattuto così duramente durante la propria vita. Ma non solo, perché quello che rende questi progetti ancora più speciali è che portano la storia di Christo e Jeanne-Claude a chiudere il cerchio nella loro amata Parigi. Christo è arrivato in città nel 1958 e ha vissuto inizialmente nella stanza di servizio di una famiglia aristocratica francese – con vista sull’Arco di Trionfo! Parigi fu anche la città dove Christo incontrò e si innamorò di Jeanne-Claude, sua moglie e co-creatrice dei progetti. Non ci sarebbe davvero nessun altro posto così speciale per ospitare e celebrare la loro eredità senza tempo».
Le opere in mostra sono in vendita per finanziare sia il progetto L’Arc de Triomphe, Wrapped che la Fondazione Christo e Jeanne-Claude. Qual è la loro fascia di prezzo?
«La fascia di prezzo va da 150.000 a 2,5 milioni di dollari».
In generale, come è cambiato il mercato di Christo nell’ultimo anno?
«Da quando, nel maggio 2020, il mondo ha perso uno dei più grandi artisti contemporanei del nostro tempo, abbiamo visto un’innegabile crescita della domanda per le opere di Christo. Non sorprende quindi che ci sia un’enorme eccitazione intorno all’impacchettamento dell’Arco di Trionfo – evento che sta naturalmente influenzando il suo mercato. E non è un segreto che l’opera di Christo sia stata sottovalutata nelle aste, ma ora sta ottenendo finalmente il profilo e il riconoscimento che merita. La vendita white gloves di Sotheby’s della collezione di Christo e Jeanne-Claude a Parigi, lo scorso febbraio, ha visto una forte competizione per molte opere originali, tra cui The Umbrellas che ha stabilito un nuovo record mondiale d’asta per l’artista (1,7 milioni di euro / 2,1 milioni di dollari). Vediamo sempre più collezionisti scoprire e riconoscere l’incomparabile visione di Christo. Nell’asta di Parigi, per esempio, il 54% dei partecipanti stava trattando con noi per la prima volta, mentre il 40% degli acquirenti complessivi aveva meno di 40 anni! È emozionante utilizzare la piattaforma di Sotheby’s per mostrare la genialità di Christo a un nuovo pubblico in tutto il mondo.
Come risponde alle critiche sui costi di realizzazione dell’empaquetage?
«”La nostra opera d’arte è un urlo di libertà” era il famoso grido di battaglia di Christo e Jeanne-Claude, la loro arte è stata un gesto di libertà irreprensibile. Rifiutarono sistematicamente sponsorizzazioni, sovvenzioni, lavoro volontario e tutte le forme di merchandising e monetizzazione. “Per mantenere questa libertà assoluta non possiamo essere vincolati a nessuno”, notava Christo. Le sue opere originali hanno garantito questa indipendenza artistica e l’hanno preservata fino all’ultimo. Questo modello di finanziamento era così pionieristico che è stato esplorato in un caso di studio alla Harvard Business School».