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Fulvio Morella – Pars Construens
Gaggenau e Cramum presentano a Milano la mostra “Pars Construens” curata da Sabino Maria Frassà e dedicata agli inediti quadri scultura tattili di Fulvio Morella. L’artista è noto per aver portato la tornitura del legno nell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
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lunedì 11 ottobre 2021 Gaggenau e Cramum presentano a Milano la mostra “Pars Construens” curata da Sabino Maria Frassà e dedicata alle opere inedite di Fulvio Morella, noto per aver portato la tornitura del legno nell'arte contemporanea. Il Gaggenau DesignElementi Hub di Milano ospiterà fino al 25 febbraio 2022 i quadri-scultura realizzati dall'artista unendo il legno tornito con il metallo, l'architettura, l'archeologia e con la scrittura in braille a 200 anni dalla sua ideazione. Morella ci invita con queste opere a ripensare al Mondo sotto una luce diversa, perché come lui stesso afferma il "futuro è assimilazione, mai negazione". Il risultato è un articolato percorso espositivo olistico e multisensoriale che ci porta a riflettere sul significato stesso di progresso e di limite.
Pars Construens costituisce la prima parte dell'inedito progetto artistico “Blind Wood”, con cui Fulvio Morella ha introdotto in modo compiuto la scrittura in braille all'interno della sua ricerca artistica. Per comprendere queste opere è necessario aiutarsi gli uni con gli altri, dal momento che nessuno è custode assoluto della realtà: la scrittura in braille viene impiegata infatti da un lato come elemento decorativo, dall'altro come chiave per comprendere e interpretare le forme delle opere, solo a prima vista astratte ma che rileggono in ottica contemporanea noti monumenti, luoghi storici e simboli di un'antichità ancora viva ai giorni d'oggi - dall'Anfiteatro di Milano, all’Arena di Verona, alle rosse cupole di Palermo. “Pars construens” finisce così per essere un inno alla rinascita e all'universalità del genio umano in grado di trasformare anche le difficoltà e i limiti in possibilità e basi per un futuro migliore.
Del resto l'origine del titolo della mostra Pars construens è da ricercarsi nella nota locuzione latina impiegata per la prima volta da Bacone nel XVI secolo per indicare un’attitudine propositiva nell’affrontare ogni aspetto dell’esistenza. "Morella impiega la storia dell'architettura e del braille per mostrarci l'attualità della riflessione del filosofo inglese Bacone, sostenendo che nella storia dell'umanità prevalga alla fine sempre l'aspetto propositivo e costruttivo, la pars construens, in grado di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ovvero di elaborare il passato e ciò che ci circonda per farne qualcosa di nuovo” spiega il curatore Sabino Maria Frassà, che continua spiegando che “Le nostre città sono il frutto di una stratificazione architettonica, di un'operazione secolare di assimilazione integrativa, che i più ignorano: dalle piante delle città di origine romana, alle chiese costruite sui templi pagani o su altre chiese precedenti, agli edifici costruiti con il materiale di quelli preesistenti. Fulvio Morella realizza così opere che celebrano i luoghi-simbolo di tale ri-uso: il ciclo degli anfiteatri (Verona, Milano, Lucca e Catania) ma anche i luoghi di culto rivissuti nei secoli (dal Pantheon alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo). L'artista non si limita però a realizzare delle maquette di noti monumenti italiani: la storia dell'architettura è solo il pretesto, il punto di partenza per raccontare come ogni aspetto della nostra esistenza sia imperniato sulla pars construens. Per tale ragione la mostra presenta anche opere che raccontano un più profondo sincretismo esistenziale: il "Cantami, o Musa" che apre la mostra è una chiara ed esplicita invocazione a preservare e nutrirsi del passato. Allo stesso modo il “Profumo di-Vino” ci invita a riflettere sul relativismo etico esemplificato dall'evoluzione storica del profumo, da elemento di culto a simbolo della vanità. Infine, “Omphalos”, l'opera dedicata all'oracolo di Delfi, è un invito a conoscere se stessi attraverso la comprensione di sé, del proprio passato e di ciò che ci circonda".
Pars Construens costituisce la prima parte dell'inedito progetto artistico “Blind Wood”, con cui Fulvio Morella ha introdotto in modo compiuto la scrittura in braille all'interno della sua ricerca artistica. Per comprendere queste opere è necessario aiutarsi gli uni con gli altri, dal momento che nessuno è custode assoluto della realtà: la scrittura in braille viene impiegata infatti da un lato come elemento decorativo, dall'altro come chiave per comprendere e interpretare le forme delle opere, solo a prima vista astratte ma che rileggono in ottica contemporanea noti monumenti, luoghi storici e simboli di un'antichità ancora viva ai giorni d'oggi - dall'Anfiteatro di Milano, all’Arena di Verona, alle rosse cupole di Palermo. “Pars construens” finisce così per essere un inno alla rinascita e all'universalità del genio umano in grado di trasformare anche le difficoltà e i limiti in possibilità e basi per un futuro migliore.
Del resto l'origine del titolo della mostra Pars construens è da ricercarsi nella nota locuzione latina impiegata per la prima volta da Bacone nel XVI secolo per indicare un’attitudine propositiva nell’affrontare ogni aspetto dell’esistenza. "Morella impiega la storia dell'architettura e del braille per mostrarci l'attualità della riflessione del filosofo inglese Bacone, sostenendo che nella storia dell'umanità prevalga alla fine sempre l'aspetto propositivo e costruttivo, la pars construens, in grado di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ovvero di elaborare il passato e ciò che ci circonda per farne qualcosa di nuovo” spiega il curatore Sabino Maria Frassà, che continua spiegando che “Le nostre città sono il frutto di una stratificazione architettonica, di un'operazione secolare di assimilazione integrativa, che i più ignorano: dalle piante delle città di origine romana, alle chiese costruite sui templi pagani o su altre chiese precedenti, agli edifici costruiti con il materiale di quelli preesistenti. Fulvio Morella realizza così opere che celebrano i luoghi-simbolo di tale ri-uso: il ciclo degli anfiteatri (Verona, Milano, Lucca e Catania) ma anche i luoghi di culto rivissuti nei secoli (dal Pantheon alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo). L'artista non si limita però a realizzare delle maquette di noti monumenti italiani: la storia dell'architettura è solo il pretesto, il punto di partenza per raccontare come ogni aspetto della nostra esistenza sia imperniato sulla pars construens. Per tale ragione la mostra presenta anche opere che raccontano un più profondo sincretismo esistenziale: il "Cantami, o Musa" che apre la mostra è una chiara ed esplicita invocazione a preservare e nutrirsi del passato. Allo stesso modo il “Profumo di-Vino” ci invita a riflettere sul relativismo etico esemplificato dall'evoluzione storica del profumo, da elemento di culto a simbolo della vanità. Infine, “Omphalos”, l'opera dedicata all'oracolo di Delfi, è un invito a conoscere se stessi attraverso la comprensione di sé, del proprio passato e di ciò che ci circonda".
11
ottobre 2021
Fulvio Morella – Pars Construens
Dall'undici ottobre 2021 al 25 febbraio 2022
arte contemporanea
Location
GAGGENAU DESIGNELEMENTI HUB
Milano, Corso Magenta, 2, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 2, (Milano)
Orario di apertura
10-19 su appuntamento
Sito web
Autore
Curatore
Produzione organizzazione