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Una campagna di crowdfunding per pagare la maxi multa al Rialto di Roma
Attualità
di Lia Celona
Il Rialto Santambrogio è stato uno dei centri culturali indipendenti più vivi dei primi anni del nuovo secolo. Da sempre orientato al sostegno del teatro e dell’arte contemporanea, per circa un quindicennio è stato una sorta di residenza ante litteram, un luogo di incontro per gli artisti, teatranti e musicisti che avevano modo di produrre, provare ed esporre il proprio lavoro in modo indipendente. Chi conosce il Rialto sa che tipo di attività veniva svolta al suo interno: tra il 2000 e il 2015 sono state sostenute e ospitate circa 300 compagnie teatrali, 200 concerti di musica sperimentale e 50 mostre. L’attività del Rialto ha promosso e partecipato a più di 80 festival, nonostante i cinque anni di stop dal 2009 al 2014, durante i quali sono state attive diverse esperienze di formazione teatrale. Il Rialto ospitava 11 mesi l’anno di prove teatrali in quattro diversi spazi, dando vita a una residenza artistica informale che ha contribuito a disegnare la scena artistica di oggi. E tutto questo alla collettività non è costato nulla.
Quel lavoro, sostenuto dall’autofinanziamento e dal volontariato, oggi viene accusato di essere abusivo. Ma l’arte “abusiva” è stata per oltre un decennio l’unica scena artistica indipendente possibile a Roma, per gli artisti della capitale e per chi, da fuori, voleva presentare lì il proprio lavoro. Oggi, a cinque anni dalla chiusura, un provvedimento colpisce quattro dei soci fondatori del circolo Arci, i quali dovranno rispondere di una sanzione di 183mila euro. Perché dal punto di vista della burocrazia l’attività del Rialto non era culturale ma commerciale. Decade così il regime fiscale del circolo Arci che viene considerato d’ufficio una società di persone con i nomi di quattro soci.
Sarà per questo che quando si è diffusa la notizia della sanzione che ha colpito i soci la cosa ha provocato un grande coro di indignazione. Questo provvedimento sembra un tassello ulteriore del crollo che ha travolto Roma, dal punto di vista degli spazi culturali indipendenti, da sempre particolarità positiva di questa città, altrimenti preda di furori autodistruttivi per aver la possibilità di fiorire culturalmente a livello europeo.
Risale a dicembre 2020 la contestazione che vede la riduzione della cifra a 92mila euro in parte sostenuta dal crowdfunding. È, invece, di settembre 2021 l’ultima contestazione fatta recapitare all’associazione. Nonostante tutti i dibattiti abbiano confermato la natura associativa e culturale dell’attività del circolo Arci romano, la burocrazia prosegue nel considerare le attività del circolo come frutto di attività di impresa. A settembre, infatti, appena sbloccate le notifiche dopo la sospensione dovuta al Covid, è stata inviata una nuova multa di 41mila euro per l’attività del 2015, lunga nemmeno due mesi: dal 24 febbraio di quell’anno i locali dell’associazione sono stati chiusi.
Tanti artisti, tra i volti più noti e meno noti, si sono mossi per raccogliere fondi: Mario Martone, Michele Riondino, Isabella Ragonese, Lino Guanciale, Elio De Capitani, Giorgio Barberio Corsetti e molti altri ancora. La campagna di solidarietà partita nel marzo del 2020 è stata straordinaria, il crowdfunding ha raccolto quasi 35mila euro con i quali sono state pagate le rate della sanzione imposta ingiustamente al Rialto fino a ora. Mancano però 25mila euro per centrare l’obiettivo di poco meno di metà della cifra contestata, che renderebbe più sostenibile per i soci dell’associazione affrontare questa situazione.
È bene non dimenticare che c’è tempo fino a Natale per arrivare alla cifra di 45mila euro che permetterebbe di far fronte alle scadenze più urgenti. Sono state realizzate, inoltre, delle “obbligazioni patafisiche”, dei multipli d’artista che non hanno alcun valore di compravendita, ma si concretizzano come un gesto artistico-politico. Ogni obbligazione del “valore” di 200 euro sarà inviata a chiunque sottoscriverà la cifra alla raccolta come forma di ringraziamento.
L’obiettivo che la campagna di raccolta si propone è il gesto artistico ma soprattutto civico e politico di comprare i debiti del Rialto, il quale negli anni ha prodotto un sostegno ineguagliabile alla scena culturale e artistica contemporanea. L’unica reazione possibile a quest’ingiustizia è che il debito riesca a essere sanato e che quel valore collettivo non vada sprecato bensì rinvestito per la comunità.
Per partecipare alla raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma Gofundme, potete cliccare qui.
Dopo un lungo periodo di oscurantismo artistico della città di Roma, c’è la necessità di risentire parole, musica, versi, ed angoli dove viverli. Perchè i bisogni essenziali non sono quelli che ci hanno raccontato per troppo tempo…
Sono con voi!