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Qaammat, il padiglione di vetro dell’UNESCO per la Groenlandia
Architettura
Il progetto
Le pareti ondulate del padiglione sono costituite da cinque tonnellate di mattoni di vetro opaco, prodotti in Italia, sviluppati da WonderGlass grazie alla ricerca condotta dallo stesso Konstantin Ikonomidis in collaborazione con Faidra Oikonomopoulou e Telesilla Bristogianni della TU Delft University, fissati a pali metallici affondati nella roccia, un metodo mutuato dalle tradizioni edilizie locali. Le due pareti hanno due strette aperture, che lasciano il visitatore in uno spazio intimo ma esposto allo stesso tempo.
Come dice Ikonomidis, a seconda delle condizioni atmosferiche, della stagione o dell’ora, l’esperienza intorno o dentro Quaammat è sempre diversa. I giochi di luce, la trasparenza del vetro e i colori, creano ogni volta effetti diversi e sorprendenti.
Il villaggio di Sarfannguit
Con una popolazione di 100 abitanti, Sarfannguit è, in termini groenlandesi, grande e prospera. Molti dei villaggi più piccoli del paese sono abbandonati e in rovina. L’industrializzazione e la politica del governo danese di trasferire gli abitanti dei villaggi in città più grandi, in particolare la capitale, Nuuk, hanno lasciato la Groenlandia disseminata di villaggi fantasma. Sarfannguit è infatti l’unico centro attivo rimasto nella nuova area da poco nominata Patrimonio dell’Unesco, mentre nelle vicinanze si trova un villaggio abbandonato. Ikonomidis immagina il suo padiglione come collegamento tra i due avamposti, tra passato e presente. È anche pensato per essere un waymaker o un faro su un sentiero escursionistico pianificato tra Sarfannguit e Nipisat, un’estensione dell’attuale sentiero del Circolo Polare Artico e quindi un mezzo per attirare l’attenzione dei visitatori sul villaggio.