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Antonio Radice – Rituali occidentali
L’artista presenta opere dove tutto muove da un corpo, di cavallo o di donna, temi e volàno della sua arte, così con essi è come avere un infinito dentro il corpo finito.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Andy Ceausu, Francesco Cutugno, Sergio Gimelli, Patrizia Quadrelli, Antonio Radice, Lucia Tramontana.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Motivo centrale nell’opera di Antonio Radice è stato il vivere e il fare nella complessità del tempo e dello spazio, e dello spazio -anche quello corporale- in funzione del tempo. Dagli anni del realismo fino alle più recenti rarefazioni delle immagini, con uno sguardo alla superba quadreria del Licini e delle sue Amalasunte, un immaginario così articolato perché innestato sulla mitologia della donna e del cavallo ha trovato in Radice la sua sintesi più coraggiosa, chiudendo un cerchio vitale che passa dal corpo allo spirito, attraverso la massima rappresentazione dell’uomo che è l’Arte. Affermati artisti contemporanei hanno opere ispirate alla figura del cavallo, tema che alimenta ancora il mondo dell'arte moderna, figura reale e mistica assieme, idea primordiale che nel corso del '900 ha tuttavia subìto, al pari di altri soggetti figurativi, mutamenti e singolari deformazioni espressive; opere che diverse per caratteri estetico-formali e per appartenenza a correnti artistiche, delineano pertanto una sorta di evoluzione iconografica dell'immagine del cavallo, sicuramente uno fra i soggetti più amati e riproposti nella storia millenaria dell'arte dell'Ottocento e non solo; pittori e scultori di fama nazionale ed internazionale, Floriano Bodini, Pedro Cano, Mario Ceroli, Enzo Cucchi, Ugo Guidi, Marino Marini, Mimmo Paladino, Augusto Perez, Agostino Pisani, Vettor Pisani, Mario Schifano, Francesco Somaini, Giovanni Stradone e Valeriano Trubbiani.
I lavori di Antonio Radice si accendono sugli “sguardi” e sulla carne, sulle movenze corporali. Le citazioni della carne, viste come la massima rappresentazione della pittura, portano al barocco il periodo dove gli artisti hanno dato il massimo spazio alla rappresentazione, anche molto realistica, dove rimane traccia e memoria di più raffinate pitture e rappresentazioni, uscite dalle mani di grandi artisti del passato. Ma anche l’arte contemporanea ha incontrato corpo e carne, come da ultimo Jenny Saville che lo ha utilizzato in modo quasi ossessivo per raggiungere un immediato contatto visivo con la gente; e come prezioso simbolo ricco di significato e di racconto. L’itinerario alla scoperta della donna come protagonista delle diverse arti, parte dalla Bibbia e da Omero per giungere al romanticismo e alla poesia contemporanea. Corpo, sguardo e carne della donna, ma anche la forza sinuosa del cavallo al galoppo sono al centro del suo interrogarsi, e costituiscono densa metafora. Di pari passo, vivono gli sguardi, gli occhi che lasciano leggere l’interiorità, il dramma, l’esistenza, il battito, movendo una sorta di fil rouge tra “sguardo e cuore” tanto da rammemorare Dante Alighieri per il quale la parola cuore si fa immagine significante: “Ne gli occhi porta la mia donna Amore/... e cui saluta fa tremar lo core”.
Nel suo lungo percorso artistico dalla citazione realistica in cui la donna vive un suo “rituale occidentale”, via via l’accensione cromatica, le forme sinuose e il segno descrittorio si lasciano via via rarefarre, ma tutto irradia sempre l’energia sommersa verso reticolati di vene e raggi che lasciano l’immagine come su un altare nello spazio circostante, lasciandosi percepire come reliquia vivente e scultura. La sua arte è toccante perché fisiologica, anatomica, naturale, c’è vita chiassosa e sgargiante in certi disegni e dipinti, con un’emozione pulsante e sotterranea. Tutto muove da un corpo, di cavallo o di donna, temi e volàno della sua arte, così con essi è come avere un infinito dentro il corpo finito, e l’arte del nostro artista è arte dell’anima, sincera e catturante, ma è arte ormai ritualizzata e mitizzata, simbolo, dove corpo, materia, colore e luce, sono paesaggi dell’immaginario, fonti di vita”.
Biografia dell'artista
Antonio Radice nasce a Meda nel 1948, ma vive e lavora a Milano. Si è diplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha insegnato Educazione Artistica nella scuola media statale dal 1970 al 2005. Ecco le sue mostre personali più importanti: nel 1971 all’Arengario di Monza, nel 1971 alla Galleria Abba di Brescia, nel 2003 alla Galleria Annotazioni d’Arte di Milano con la mostra “Amore e Psiche”, nel 2004 alla Galleria Eclettica di Milano, nel 2009 alla Galleria Sassetti Cultura di Milano con la mostra “Oh!”, nel 2015 alla Galleria Hernandez Art Gallery di Milano con la mostra “Giostrando”. Nel novembre 2021 è l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, ad invitarlo a tenere una mostra personale dal titolo “Rituali Occidentali” al Plus Florence di Firenze nel Progetto “Scenari”. Ha partecipato a Collettive e Concorsi d’Arte dal 1968 al 1978 in più città d’Italia. Nel 2005 è alla Fiera di Parma e alla Fiera di Montichiari presentato alla Galleria Concetti d’Arte di Osnago. Nel 2007 a seguito di un concorso indetto dalla Chiesa umbra e dalla Regione Umbria, gli viene affidato l’incarico di realizzare un’opera di grandi dimensioni dal tema “Il sacrificio di Isacco” per la ricostruita chiesa di Santa Maria di Scopoli di Foligno, ove ora si trova l’opera. Del suo lavoro hanno scritto vari critici tra cui Franco De Faveri e altri e recentemente il Critico e Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano, ecc. ). Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protogonista della Cultura 2020.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Motivo centrale nell’opera di Antonio Radice è stato il vivere e il fare nella complessità del tempo e dello spazio, e dello spazio -anche quello corporale- in funzione del tempo. Dagli anni del realismo fino alle più recenti rarefazioni delle immagini, con uno sguardo alla superba quadreria del Licini e delle sue Amalasunte, un immaginario così articolato perché innestato sulla mitologia della donna e del cavallo ha trovato in Radice la sua sintesi più coraggiosa, chiudendo un cerchio vitale che passa dal corpo allo spirito, attraverso la massima rappresentazione dell’uomo che è l’Arte. Affermati artisti contemporanei hanno opere ispirate alla figura del cavallo, tema che alimenta ancora il mondo dell'arte moderna, figura reale e mistica assieme, idea primordiale che nel corso del '900 ha tuttavia subìto, al pari di altri soggetti figurativi, mutamenti e singolari deformazioni espressive; opere che diverse per caratteri estetico-formali e per appartenenza a correnti artistiche, delineano pertanto una sorta di evoluzione iconografica dell'immagine del cavallo, sicuramente uno fra i soggetti più amati e riproposti nella storia millenaria dell'arte dell'Ottocento e non solo; pittori e scultori di fama nazionale ed internazionale, Floriano Bodini, Pedro Cano, Mario Ceroli, Enzo Cucchi, Ugo Guidi, Marino Marini, Mimmo Paladino, Augusto Perez, Agostino Pisani, Vettor Pisani, Mario Schifano, Francesco Somaini, Giovanni Stradone e Valeriano Trubbiani.
I lavori di Antonio Radice si accendono sugli “sguardi” e sulla carne, sulle movenze corporali. Le citazioni della carne, viste come la massima rappresentazione della pittura, portano al barocco il periodo dove gli artisti hanno dato il massimo spazio alla rappresentazione, anche molto realistica, dove rimane traccia e memoria di più raffinate pitture e rappresentazioni, uscite dalle mani di grandi artisti del passato. Ma anche l’arte contemporanea ha incontrato corpo e carne, come da ultimo Jenny Saville che lo ha utilizzato in modo quasi ossessivo per raggiungere un immediato contatto visivo con la gente; e come prezioso simbolo ricco di significato e di racconto. L’itinerario alla scoperta della donna come protagonista delle diverse arti, parte dalla Bibbia e da Omero per giungere al romanticismo e alla poesia contemporanea. Corpo, sguardo e carne della donna, ma anche la forza sinuosa del cavallo al galoppo sono al centro del suo interrogarsi, e costituiscono densa metafora. Di pari passo, vivono gli sguardi, gli occhi che lasciano leggere l’interiorità, il dramma, l’esistenza, il battito, movendo una sorta di fil rouge tra “sguardo e cuore” tanto da rammemorare Dante Alighieri per il quale la parola cuore si fa immagine significante: “Ne gli occhi porta la mia donna Amore/... e cui saluta fa tremar lo core”.
Nel suo lungo percorso artistico dalla citazione realistica in cui la donna vive un suo “rituale occidentale”, via via l’accensione cromatica, le forme sinuose e il segno descrittorio si lasciano via via rarefarre, ma tutto irradia sempre l’energia sommersa verso reticolati di vene e raggi che lasciano l’immagine come su un altare nello spazio circostante, lasciandosi percepire come reliquia vivente e scultura. La sua arte è toccante perché fisiologica, anatomica, naturale, c’è vita chiassosa e sgargiante in certi disegni e dipinti, con un’emozione pulsante e sotterranea. Tutto muove da un corpo, di cavallo o di donna, temi e volàno della sua arte, così con essi è come avere un infinito dentro il corpo finito, e l’arte del nostro artista è arte dell’anima, sincera e catturante, ma è arte ormai ritualizzata e mitizzata, simbolo, dove corpo, materia, colore e luce, sono paesaggi dell’immaginario, fonti di vita”.
Biografia dell'artista
Antonio Radice nasce a Meda nel 1948, ma vive e lavora a Milano. Si è diplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha insegnato Educazione Artistica nella scuola media statale dal 1970 al 2005. Ecco le sue mostre personali più importanti: nel 1971 all’Arengario di Monza, nel 1971 alla Galleria Abba di Brescia, nel 2003 alla Galleria Annotazioni d’Arte di Milano con la mostra “Amore e Psiche”, nel 2004 alla Galleria Eclettica di Milano, nel 2009 alla Galleria Sassetti Cultura di Milano con la mostra “Oh!”, nel 2015 alla Galleria Hernandez Art Gallery di Milano con la mostra “Giostrando”. Nel novembre 2021 è l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, ad invitarlo a tenere una mostra personale dal titolo “Rituali Occidentali” al Plus Florence di Firenze nel Progetto “Scenari”. Ha partecipato a Collettive e Concorsi d’Arte dal 1968 al 1978 in più città d’Italia. Nel 2005 è alla Fiera di Parma e alla Fiera di Montichiari presentato alla Galleria Concetti d’Arte di Osnago. Nel 2007 a seguito di un concorso indetto dalla Chiesa umbra e dalla Regione Umbria, gli viene affidato l’incarico di realizzare un’opera di grandi dimensioni dal tema “Il sacrificio di Isacco” per la ricostruita chiesa di Santa Maria di Scopoli di Foligno, ove ora si trova l’opera. Del suo lavoro hanno scritto vari critici tra cui Franco De Faveri e altri e recentemente il Critico e Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano, ecc. ). Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protogonista della Cultura 2020.
20
novembre 2021
Antonio Radice – Rituali occidentali
Dal 20 novembre 2021 al 29 aprile 2022
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a domenica su appuntamento.
Vernissage
20 Novembre 2021, ore 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Patrocini