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Jean Gaudaire-Thor – Lui, lui partout
Le opere esposte di Jean Gaudaire-Thor sono ispirate al bicentenario napoleonico e interpretano con il lume dell’arte la complessità pluriversa delle gesta e della personalità del Generale-Imperatore. Siamo distanti dallo scimmiottare uno stile neo-classico, tradizionalmente celebrativo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per il bicentenario della morte di Napoleone saremmo stati tentati di esporre opere sulla
storia dell’Impero creato dal Petit caporal. La storia è probabilmente il miglior antidoto al
mito. Per il progetto era necessario che questa storia poggiasse su immagini e così
abbiamo ritenuto preziosa la proposta di ospitare la mostra itinerante dell’artista francese
Jean Gaudaire-Thor, al quale il dipartimento di Seine-Et-Marne ha dato l’incarico
strategico e creativo per un’evocazione artistica, non agiografica, della figura di
Napoleone.
«Da parte mia, sono sempre stato attratto da soggetti di ampie vedute, che mi permettono
grandi sconfinamenti. Questi soggetti, molto spesso lontani dalle mie solite passioni, mi
hanno permesso di cercare nuovi mondi. Sì, ci sono stati Cristoforo Colombo, Arthur
Rimbaud, Lazzaro, temi tanto inaspettati quanto opposti. Mi ha fatto molto piacere stare
con loro e, a dire il vero, accompagnarli nella loro seconda vita. Forse questo gioco di
fantasmi e doppi non è estraneo alla mia passione per l'antico Egitto. “La Campagne du
Monde” è diventata così il titolo generico di questa mia intima avventura pittorica su
Napoleone»
È con queste parole che Jean Gaudaire-Thor interpreta l’evocazione dell’epopea
napoleonica, la visione che la storia ci ha lasciato di Napoleone, inventando un altro modo
di raccontare, di accompagnarci attraverso i secoli, lontano dagli eterni dibattiti storici,
senza tener conto della cronologia o dello svolgimento temporale delle folgoranti conquiste
dell’uomo. Jean Gaudaire-Thor comincia a dialogare con Napoleone nel 2014, quando
è in vacanza all'isola d'Elba, mentre l'isola celebra il bicentenario dell’esilio
dell’Imperatore. Al suo rientro inizia a documentarsi, leggendo pagine e pagine di storia,
centinaia di lettere e i tanti libri degli aiutanti di campo. Ha prodotto quasi 400 opere,
dipinti su tela, su carta, disegni, sculture, che indagano sulla visione, immaginazione,
sull’universo pluriverso di un Napoleone Bonaparte insospettabilmente poetico, che
scrive: «Preparo i miei piani di battaglia con i sogni dei miei soldati addormentati».
La mostra celebrativa prende le mosse da Tolone, dove il giovane capitano di artiglieria si
guadagnò i gradi di generale e fece la storia dimostrando per la prima volta le sue doti di
grande stratega. La seconda tappa è stata Fontainebleau, nel cuore della città imperiale,
la Demeure du Parc con opere di incredibile modernità, ispirate all'epopea dell'Imperatore
e successivamente a Sens, nella Maison d’Abraham. Ora la mostra è a Ravenna, curata
da Patrizia Poggi e Giancarlo Franco Bertaccini, ospitata nel Palazzo dell’Orologio, nel
cuore della città, il palazzo che ha assunto l’attuale facciata neoclassica nel 1783, su
progetto dell’architetto ravennate Camillo Morigia.
Un evento eccezionale accompagna la mostra, l’apertura del Palazzo Rasponi Murat,
dimora del Conte Giulio Rasponi sposatosi nel 1825 con Luisa Murat, figlia del re di Napoli
Gioacchino e di Carolina, sorella di Napoleone.
L’esposizione offre anche lo stimolo per commentare il modello di modernizzazione della
società economica, sociale e amministrativa proposto/imposto da Napoleone, che lasciò
tracce indelebili nello sviluppo successivo negli Stati dominati. La Romagna sperimentò
per prima questo modello di conquista attraverso la Repubblica Cisalpina, che poi verrà
esteso a tutta l’Europa
In Romagna apparve chiaro che non si potesse dare un giudizio manicheo sul suo operare
come conquistatore: “Un tiranno o un genio o entrambi?” Su questo dilemma indaga
anche lo scritto di Hidalgo Cont: “Napoleone: saccheggiatore e/o riformatore Glo-cal?”.
Ancora viva è quell’eredità riformatrice. Molta della nostra qualità della vita quotidiana,
non solo regionale ma occidentale, ha un’origine connessa con l’invasione napoleonica,
che non voleva solo conquistare territori, ma rivoluzionare gli assetti legislativi, istituzionali,
economici e socio culturali.
Libertà significa: libertà di commercio; quella elettorale: non più un legato papale, ma un
governo eletto localmente, che collabora con la nuova Prefettura e il Dipartimento. La
Libertà è quella religiosa: con la fine dei Ghetti ebraici e la conferma della religione
cattolica, come religione nazionale. L’Uguaglianza si concretizza con la diffusione di un
sistema universale di pesi e misure (il metro, il kilogrammo, il litro, ecc.) e la creazione del
Codice Civile e Penale: “La legge è uguale per tutti”; con il nuovo Catasto, che permette di
far pagare le tasse agli aristocratici e al clero e più eque per tutti.
Prende avvio una macchina fiscale e amministrativa senza precedenti e la nascita di una
più efficiente burocrazia: dove l’interesse pubblico prevale su quello privato. Una strategia
dell’attenzione inedita nei confronti dell’Arte, con la creazione dei Musei pubblici, dei
Conservatori musicali, delle Accademie di Belle Arti e la promozione della Scienza
(Campagna d’Egitto). Parallelamente alle grandi riforme epocali si assiste alla confisca in
Europa delle opere d’Arte, anche di quelle opere d’Arti minori, come quelle romagnole.
I monasteri sono stati soppressi e venduti, rimangono per il culto le parrocchie e le
Cattedrali.
Le opere esposte di Jean Gaudaire-Thor, ispirate al bicentenario napoleonico, interpretano
con il lume dell’arte questa complessità pluriversa delle gesta e della personalità del
Generale-Imperatore. Siamo distanti dallo scimmiottare uno stile neo-classico,
tradizionalmente celebrativo. Siamo lontani dai fasti napoleonici di Andrea Appiani.
L’artista non nega i paradigmi consueti delle sue creazioni artistiche: «Mon mode de
recherche serait plus du type stratigraphique que panoramique, plus influencé par la
géologie et l’archéologie que par une représentation oculaire souvent trop rapide, voir
anecdotique de notre environnement» (La mia ricerca sarebbe più stratigrafica che
panoramica, più influenzata dalla geologia e dall'archeologia che da una rappresentazione
oculare spesso troppo rapida, o addirittura aneddotica del nostro ambiente).
Le sue composizioni ci fanno riflettere sul concetto stratigrafico della sua visione pluriversa
del periodo napoleonico. Nei suoi “collages” d’immagini coesistono: le conquiste trionfali
e i “Disastri della guerra” di Goya; l’esotismo egizio e il neoclassicismo, la scienza esatta e
gli ineffabili amori privati, il carisma austero dell’imperatore e il sacrificio devoto delle
truppe; i segni imperiali del potere e il simbolo evocativo del cappello da generale; la
geografia con la storia.
In questa mostra l’arte non vuol essere di propaganda e/o agiografia, come sarebbe
tanto piaciuto a Napoleone, non deve evocare acriticamente le Res Gestae.
Per Jean Gaudaire-Thor anche l’estetica potrebbe essere un modo di coniugare
conoscenza ed estetica. Perché ancor oggi, nell’epoca dei veloci “Like”, vale il motto
illuminista: “Sapere aude!”…
La mostra è accompagnata da un catalogo generale delle esposizioni itineranti, edito da
Volonté d’Art e dall’Associazione Capit di Ravenna, con una prefazione di Thierry Lentz,
direttore della Fondation Napoléon e uno scritto sull’età napoleonica in Romagna del
professor Hildalgo Cont.
La mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di
Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; è inserita nel calendario
delle manifestazioni ufficiali della Fondation Napoléon e gode del logo di “Année
Napoléon”.
L’ingresso alla mostra è gratuito. Necessari, per misure anticovid, mascherina, green pass
o tampone.
Il Palazzo dell’Orologio è aperto con i seguenti orari:
dal giovedì al sabato 15 – 18
domenica 10 – 12 15 – 18
info: 0544 591715
info@capitra.it
con preghiera di cortese pubblicazione e diffusione
I monasteri sono stati soppressi e venduti, rimangono per il culto le parrocchie e le
Cattedrali.
Le opere esposte di Jean Gaudaire-Thor, ispirate al bicentenario napoleonico, interpretano
con il lume dell’arte questa complessità pluriversa delle gesta e della personalità del
Generale-Imperatore. Siamo distanti dallo scimmiottare uno stile neo-classico,
tradizionalmente celebrativo. Siamo lontani dai fasti napoleonici di Andrea Appiani.
L’artista non nega i paradigmi consueti delle sue creazioni artistiche: «Mon mode de
recherche serait plus du type stratigraphique que panoramique, plus influencé par la
géologie et l’archéologie que par une représentation oculaire souvent trop rapide, voir
anecdotique de notre environnement» (La mia ricerca sarebbe più stratigrafica che
panoramica, più influenzata dalla geologia e dall'archeologia che da una rappresentazione
oculare spesso troppo rapida, o addirittura aneddotica del nostro ambiente).
Le sue composizioni ci fanno riflettere sul concetto stratigrafico della sua visione pluriversa
del periodo napoleonico. Nei suoi “collages” d’immagini coesistono: le conquiste trionfali
e i “Disastri della guerra” di Goya; l’esotismo egizio e il neoclassicismo, la scienza esatta e
gli ineffabili amori privati, il carisma austero dell’imperatore e il sacrificio devoto delle
truppe; i segni imperiali del potere e il simbolo evocativo del cappello da generale; la
geografia con la storia.
In questa mostra l’arte non vuol essere di propaganda e/o agiografia, come sarebbe
tanto piaciuto a Napoleone, non deve evocare acriticamente le Res Gestae.
Per Jean Gaudaire-Thor anche l’estetica potrebbe essere un modo di coniugare
conoscenza ed estetica. Perché ancor oggi, nell’epoca dei veloci “Like”, vale il motto
illuminista: “Sapere aude!”…
La mostra è accompagnata da un catalogo generale delle esposizioni itineranti, edito da
Volonté d’Art e dall’Associazione Capit di Ravenna, con una prefazione di Thierry Lentz,
direttore della Fondation Napoléon e uno scritto sull’età napoleonica in Romagna del
professor Hidalgo Cont.
La mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di
Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; è inserita nel calendario
delle manifestazioni ufficiali della Fondation Napoléon e gode del logo di Année Napoléon.
storia dell’Impero creato dal Petit caporal. La storia è probabilmente il miglior antidoto al
mito. Per il progetto era necessario che questa storia poggiasse su immagini e così
abbiamo ritenuto preziosa la proposta di ospitare la mostra itinerante dell’artista francese
Jean Gaudaire-Thor, al quale il dipartimento di Seine-Et-Marne ha dato l’incarico
strategico e creativo per un’evocazione artistica, non agiografica, della figura di
Napoleone.
«Da parte mia, sono sempre stato attratto da soggetti di ampie vedute, che mi permettono
grandi sconfinamenti. Questi soggetti, molto spesso lontani dalle mie solite passioni, mi
hanno permesso di cercare nuovi mondi. Sì, ci sono stati Cristoforo Colombo, Arthur
Rimbaud, Lazzaro, temi tanto inaspettati quanto opposti. Mi ha fatto molto piacere stare
con loro e, a dire il vero, accompagnarli nella loro seconda vita. Forse questo gioco di
fantasmi e doppi non è estraneo alla mia passione per l'antico Egitto. “La Campagne du
Monde” è diventata così il titolo generico di questa mia intima avventura pittorica su
Napoleone»
È con queste parole che Jean Gaudaire-Thor interpreta l’evocazione dell’epopea
napoleonica, la visione che la storia ci ha lasciato di Napoleone, inventando un altro modo
di raccontare, di accompagnarci attraverso i secoli, lontano dagli eterni dibattiti storici,
senza tener conto della cronologia o dello svolgimento temporale delle folgoranti conquiste
dell’uomo. Jean Gaudaire-Thor comincia a dialogare con Napoleone nel 2014, quando
è in vacanza all'isola d'Elba, mentre l'isola celebra il bicentenario dell’esilio
dell’Imperatore. Al suo rientro inizia a documentarsi, leggendo pagine e pagine di storia,
centinaia di lettere e i tanti libri degli aiutanti di campo. Ha prodotto quasi 400 opere,
dipinti su tela, su carta, disegni, sculture, che indagano sulla visione, immaginazione,
sull’universo pluriverso di un Napoleone Bonaparte insospettabilmente poetico, che
scrive: «Preparo i miei piani di battaglia con i sogni dei miei soldati addormentati».
La mostra celebrativa prende le mosse da Tolone, dove il giovane capitano di artiglieria si
guadagnò i gradi di generale e fece la storia dimostrando per la prima volta le sue doti di
grande stratega. La seconda tappa è stata Fontainebleau, nel cuore della città imperiale,
la Demeure du Parc con opere di incredibile modernità, ispirate all'epopea dell'Imperatore
e successivamente a Sens, nella Maison d’Abraham. Ora la mostra è a Ravenna, curata
da Patrizia Poggi e Giancarlo Franco Bertaccini, ospitata nel Palazzo dell’Orologio, nel
cuore della città, il palazzo che ha assunto l’attuale facciata neoclassica nel 1783, su
progetto dell’architetto ravennate Camillo Morigia.
Un evento eccezionale accompagna la mostra, l’apertura del Palazzo Rasponi Murat,
dimora del Conte Giulio Rasponi sposatosi nel 1825 con Luisa Murat, figlia del re di Napoli
Gioacchino e di Carolina, sorella di Napoleone.
L’esposizione offre anche lo stimolo per commentare il modello di modernizzazione della
società economica, sociale e amministrativa proposto/imposto da Napoleone, che lasciò
tracce indelebili nello sviluppo successivo negli Stati dominati. La Romagna sperimentò
per prima questo modello di conquista attraverso la Repubblica Cisalpina, che poi verrà
esteso a tutta l’Europa
In Romagna apparve chiaro che non si potesse dare un giudizio manicheo sul suo operare
come conquistatore: “Un tiranno o un genio o entrambi?” Su questo dilemma indaga
anche lo scritto di Hidalgo Cont: “Napoleone: saccheggiatore e/o riformatore Glo-cal?”.
Ancora viva è quell’eredità riformatrice. Molta della nostra qualità della vita quotidiana,
non solo regionale ma occidentale, ha un’origine connessa con l’invasione napoleonica,
che non voleva solo conquistare territori, ma rivoluzionare gli assetti legislativi, istituzionali,
economici e socio culturali.
Libertà significa: libertà di commercio; quella elettorale: non più un legato papale, ma un
governo eletto localmente, che collabora con la nuova Prefettura e il Dipartimento. La
Libertà è quella religiosa: con la fine dei Ghetti ebraici e la conferma della religione
cattolica, come religione nazionale. L’Uguaglianza si concretizza con la diffusione di un
sistema universale di pesi e misure (il metro, il kilogrammo, il litro, ecc.) e la creazione del
Codice Civile e Penale: “La legge è uguale per tutti”; con il nuovo Catasto, che permette di
far pagare le tasse agli aristocratici e al clero e più eque per tutti.
Prende avvio una macchina fiscale e amministrativa senza precedenti e la nascita di una
più efficiente burocrazia: dove l’interesse pubblico prevale su quello privato. Una strategia
dell’attenzione inedita nei confronti dell’Arte, con la creazione dei Musei pubblici, dei
Conservatori musicali, delle Accademie di Belle Arti e la promozione della Scienza
(Campagna d’Egitto). Parallelamente alle grandi riforme epocali si assiste alla confisca in
Europa delle opere d’Arte, anche di quelle opere d’Arti minori, come quelle romagnole.
I monasteri sono stati soppressi e venduti, rimangono per il culto le parrocchie e le
Cattedrali.
Le opere esposte di Jean Gaudaire-Thor, ispirate al bicentenario napoleonico, interpretano
con il lume dell’arte questa complessità pluriversa delle gesta e della personalità del
Generale-Imperatore. Siamo distanti dallo scimmiottare uno stile neo-classico,
tradizionalmente celebrativo. Siamo lontani dai fasti napoleonici di Andrea Appiani.
L’artista non nega i paradigmi consueti delle sue creazioni artistiche: «Mon mode de
recherche serait plus du type stratigraphique que panoramique, plus influencé par la
géologie et l’archéologie que par une représentation oculaire souvent trop rapide, voir
anecdotique de notre environnement» (La mia ricerca sarebbe più stratigrafica che
panoramica, più influenzata dalla geologia e dall'archeologia che da una rappresentazione
oculare spesso troppo rapida, o addirittura aneddotica del nostro ambiente).
Le sue composizioni ci fanno riflettere sul concetto stratigrafico della sua visione pluriversa
del periodo napoleonico. Nei suoi “collages” d’immagini coesistono: le conquiste trionfali
e i “Disastri della guerra” di Goya; l’esotismo egizio e il neoclassicismo, la scienza esatta e
gli ineffabili amori privati, il carisma austero dell’imperatore e il sacrificio devoto delle
truppe; i segni imperiali del potere e il simbolo evocativo del cappello da generale; la
geografia con la storia.
In questa mostra l’arte non vuol essere di propaganda e/o agiografia, come sarebbe
tanto piaciuto a Napoleone, non deve evocare acriticamente le Res Gestae.
Per Jean Gaudaire-Thor anche l’estetica potrebbe essere un modo di coniugare
conoscenza ed estetica. Perché ancor oggi, nell’epoca dei veloci “Like”, vale il motto
illuminista: “Sapere aude!”…
La mostra è accompagnata da un catalogo generale delle esposizioni itineranti, edito da
Volonté d’Art e dall’Associazione Capit di Ravenna, con una prefazione di Thierry Lentz,
direttore della Fondation Napoléon e uno scritto sull’età napoleonica in Romagna del
professor Hildalgo Cont.
La mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di
Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; è inserita nel calendario
delle manifestazioni ufficiali della Fondation Napoléon e gode del logo di “Année
Napoléon”.
L’ingresso alla mostra è gratuito. Necessari, per misure anticovid, mascherina, green pass
o tampone.
Il Palazzo dell’Orologio è aperto con i seguenti orari:
dal giovedì al sabato 15 – 18
domenica 10 – 12 15 – 18
info: 0544 591715
info@capitra.it
con preghiera di cortese pubblicazione e diffusione
I monasteri sono stati soppressi e venduti, rimangono per il culto le parrocchie e le
Cattedrali.
Le opere esposte di Jean Gaudaire-Thor, ispirate al bicentenario napoleonico, interpretano
con il lume dell’arte questa complessità pluriversa delle gesta e della personalità del
Generale-Imperatore. Siamo distanti dallo scimmiottare uno stile neo-classico,
tradizionalmente celebrativo. Siamo lontani dai fasti napoleonici di Andrea Appiani.
L’artista non nega i paradigmi consueti delle sue creazioni artistiche: «Mon mode de
recherche serait plus du type stratigraphique que panoramique, plus influencé par la
géologie et l’archéologie que par une représentation oculaire souvent trop rapide, voir
anecdotique de notre environnement» (La mia ricerca sarebbe più stratigrafica che
panoramica, più influenzata dalla geologia e dall'archeologia che da una rappresentazione
oculare spesso troppo rapida, o addirittura aneddotica del nostro ambiente).
Le sue composizioni ci fanno riflettere sul concetto stratigrafico della sua visione pluriversa
del periodo napoleonico. Nei suoi “collages” d’immagini coesistono: le conquiste trionfali
e i “Disastri della guerra” di Goya; l’esotismo egizio e il neoclassicismo, la scienza esatta e
gli ineffabili amori privati, il carisma austero dell’imperatore e il sacrificio devoto delle
truppe; i segni imperiali del potere e il simbolo evocativo del cappello da generale; la
geografia con la storia.
In questa mostra l’arte non vuol essere di propaganda e/o agiografia, come sarebbe
tanto piaciuto a Napoleone, non deve evocare acriticamente le Res Gestae.
Per Jean Gaudaire-Thor anche l’estetica potrebbe essere un modo di coniugare
conoscenza ed estetica. Perché ancor oggi, nell’epoca dei veloci “Like”, vale il motto
illuminista: “Sapere aude!”…
La mostra è accompagnata da un catalogo generale delle esposizioni itineranti, edito da
Volonté d’Art e dall’Associazione Capit di Ravenna, con una prefazione di Thierry Lentz,
direttore della Fondation Napoléon e uno scritto sull’età napoleonica in Romagna del
professor Hidalgo Cont.
La mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di
Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; è inserita nel calendario
delle manifestazioni ufficiali della Fondation Napoléon e gode del logo di Année Napoléon.
20
novembre 2021
Jean Gaudaire-Thor – Lui, lui partout
Dal 20 novembre 2021 al 23 gennaio 2022
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELL’OROLOGIO
Ravenna, Piazza del Popolo, (RA)
Ravenna, Piazza del Popolo, (RA)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato 15 - 18
domenica 10 - 12 15-18
Vernissage
20 Novembre 2021, ore 16,30
Editore
CAPIT RAVENNA
Ufficio stampa
CAPIT RAVENNA
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione