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Giovanni Gaggia – Il Tempo se ne va
Il Tempo se ne va è la personale di Giovanni Gaggia risultato di un progetto della durata di due anni: una mostra complessa e composita, caratterizzata da un allestimento diffuso negli spazi di Palazzo Pomarici.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 11 dicembre 2021, alle 18, in occasione della XVII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, il MUSMA inaugura IL TEMPO SE NE VA, la personale di Giovanni Gaggia: una mostra maturata in un periodo lungo e inatteso, sommando e intrecciando riflessioni e confronti, a contatto con una realtà in tumultuoso divenire, dietro e dentro le quinte di una città, Matera, antica e solo apparentemente immutabile.
I due anni di gestazione in cui l’artista ha dialogato a distanza con i curatori, hanno trovato un primo compimento nella Residenza-Studio di maggio - giugno 2021, in cui Gaggia ha guidato il danzatore Paolo Rosini nella costruzione di una performance presentata nella sala 4 del MUSMA il 14 luglio 2021 alle 20.21, ora del tramonto.
Da queste basi è nata una mostra composita, caratterizzata da un allestimento diffuso negli spazi di Palazzo Pomarici.
Giovanni Gaggia, artista sciamano, artista faber, ha diretto molteplici figure nella creazione di un percorso in cui il visitatore si trova continuamente a scomporre e ricomporre immagini, oggetti, parole, suoni e punti di vista, in una trama che dalla profondità più riparata e nascosta delle grotte della città di Matera si dipana verso la luce e gli spazi che la sovrastano e le danno respiro.
“La sua non è arte che insegna – scrive Tommaso Evangelista - o peggio ancora trasfigura, bensì arte che aiuta e cura perché rende lo spazio pubblico luogo privato della consapevolezza. La verità che Giovanni ricerca non è trasmissibile, perché è un sapere dell’anima, ed allora si carica di segni minimi di contatto e partecipazione”.
ll percorso di visita, scandito da cinque parole – chiave (Spiritualità, Danza, Traccia, Corpo, Memoria), parte dal piano terra del MUSMA dove sono esposti nove aghi. L’ago, strumento che sutura e ripara, ricama e restituisce, torna, poi, nella parte più antica di Palazzo Pomarici, circondato da voci risonanti: il sound diffuso nel III ipogeo è quello creato da Pietro De Ruggieri per la performance di luglio, partendo dal rosario recitato da alcuni membri dell’Associazione Volontari Open Culture 2019.
Al piano superiore, la sala 1, dal cui balcone spiccano due bandiere stampate con le parole di Pier Paolo Pasolini e di Joseph Beuys, accoglie il prezioso anello-scultura del designer Fabrizio Bonvicini. Il tappeto danza, segnato da fasce color oro e dalle orme dei passi di Paolo Rosini, si snoda nella sala 4 dell’edificio seicentesco. Le immagini e i video della performance, realizzati dal fotografo Michele Alberto Sereni con la collaborazione di Natascia Giulivi sono installati nelle sale successive: il corpo di Rosini si fa scultura tra le sculture, architettura emotiva, assorbe e dilata lo spazio nel silenzio antico e carico della Murgia materana. Infine gli arazzi, ricamati dalle sapienti mani dell’artista e di alcune donne materane chiudono un vero e proprio racconto sul Tempo, del Tempo, dei Tempi.
Scrive Simona Spinella: “C’è un tempo popolare che sta nella scelta di citare Adriano Celentano che con la sua Il tempo se ne va diventa - come afferma lo stesso artista - più universale di qualsiasi poesia, almeno nell’oggi. Il tempo spirituale che sta nella provenienza del legno di Bosso di cui è fatta la micro-scultura, l’anello/rosario; il tempo intellettuale che sta nella verità del corpo, nella nudità interiore nell’attimo presente di Paolo Rosini; il tempo sonoro che Pietro De Ruggieri ha composto mettendo insieme le voci recitanti della comunità, i suoni della terra e il frammento di una supplica”.
Sabato 11 dicembre, alle 17, si terrà, inoltre, al MUSMA, una replica della performance di Paolo Rosini.
La mostra sarà visitabile fino al 27 marzo 2022.
I due anni di gestazione in cui l’artista ha dialogato a distanza con i curatori, hanno trovato un primo compimento nella Residenza-Studio di maggio - giugno 2021, in cui Gaggia ha guidato il danzatore Paolo Rosini nella costruzione di una performance presentata nella sala 4 del MUSMA il 14 luglio 2021 alle 20.21, ora del tramonto.
Da queste basi è nata una mostra composita, caratterizzata da un allestimento diffuso negli spazi di Palazzo Pomarici.
Giovanni Gaggia, artista sciamano, artista faber, ha diretto molteplici figure nella creazione di un percorso in cui il visitatore si trova continuamente a scomporre e ricomporre immagini, oggetti, parole, suoni e punti di vista, in una trama che dalla profondità più riparata e nascosta delle grotte della città di Matera si dipana verso la luce e gli spazi che la sovrastano e le danno respiro.
“La sua non è arte che insegna – scrive Tommaso Evangelista - o peggio ancora trasfigura, bensì arte che aiuta e cura perché rende lo spazio pubblico luogo privato della consapevolezza. La verità che Giovanni ricerca non è trasmissibile, perché è un sapere dell’anima, ed allora si carica di segni minimi di contatto e partecipazione”.
ll percorso di visita, scandito da cinque parole – chiave (Spiritualità, Danza, Traccia, Corpo, Memoria), parte dal piano terra del MUSMA dove sono esposti nove aghi. L’ago, strumento che sutura e ripara, ricama e restituisce, torna, poi, nella parte più antica di Palazzo Pomarici, circondato da voci risonanti: il sound diffuso nel III ipogeo è quello creato da Pietro De Ruggieri per la performance di luglio, partendo dal rosario recitato da alcuni membri dell’Associazione Volontari Open Culture 2019.
Al piano superiore, la sala 1, dal cui balcone spiccano due bandiere stampate con le parole di Pier Paolo Pasolini e di Joseph Beuys, accoglie il prezioso anello-scultura del designer Fabrizio Bonvicini. Il tappeto danza, segnato da fasce color oro e dalle orme dei passi di Paolo Rosini, si snoda nella sala 4 dell’edificio seicentesco. Le immagini e i video della performance, realizzati dal fotografo Michele Alberto Sereni con la collaborazione di Natascia Giulivi sono installati nelle sale successive: il corpo di Rosini si fa scultura tra le sculture, architettura emotiva, assorbe e dilata lo spazio nel silenzio antico e carico della Murgia materana. Infine gli arazzi, ricamati dalle sapienti mani dell’artista e di alcune donne materane chiudono un vero e proprio racconto sul Tempo, del Tempo, dei Tempi.
Scrive Simona Spinella: “C’è un tempo popolare che sta nella scelta di citare Adriano Celentano che con la sua Il tempo se ne va diventa - come afferma lo stesso artista - più universale di qualsiasi poesia, almeno nell’oggi. Il tempo spirituale che sta nella provenienza del legno di Bosso di cui è fatta la micro-scultura, l’anello/rosario; il tempo intellettuale che sta nella verità del corpo, nella nudità interiore nell’attimo presente di Paolo Rosini; il tempo sonoro che Pietro De Ruggieri ha composto mettendo insieme le voci recitanti della comunità, i suoni della terra e il frammento di una supplica”.
Sabato 11 dicembre, alle 17, si terrà, inoltre, al MUSMA, una replica della performance di Paolo Rosini.
La mostra sarà visitabile fino al 27 marzo 2022.
11
dicembre 2021
Giovanni Gaggia – Il Tempo se ne va
Dall'undici dicembre 2021 al 27 marzo 2022
arte contemporanea
arti performative
arti performative
Location
MUSMA – MUSEO DELLA SCULTURA CONTEMPORANEA MATERA
Sasso Caveoso, Via San Giacomo, (MATERA)
Sasso Caveoso, Via San Giacomo, (MATERA)
Biglietti
intero € 7; ridotto € 4
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 10-18
Vernissage
11 Dicembre 2021, 18
Autore
Curatore
Allestimento
Luigide Pace
Progetto grafico
Produzione organizzazione