-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
«La moda maschile sta vivendo un periodo di creatività senza precedenti. È stata a lungo un potente meccanismo per incoraggiare la conformità o al contrario per esprimere la creatività. Più che una storia lineare o definitiva, questo è un viaggio attraverso il tempo e i generi. La mostra combinerà look storici e contemporanei insieme all’arte rivelatrice di come la mascolinità sia stata espressa».
Già da questa dichiarazione di Claire Wilcox e Rosalind McKever, co-curatori di Fashioning Masculinities: The Art of Menswear, è possibile cogliere lo spirito della mostra che verrà inaugurata nel marzo di quest’anno al V&A. Ultima in ordine cronologico delle molte mostre dedicate alla moda, tra cui “Christian Dior: Designer of Dreams” (2019), “Balenciaga: Shaping Fashion” (2016 – 17) e “Club to Catwalk: London Fashion in the 1980s” (2013 – 2014).
Un’iniziativa che si inserisce nello storico del museo con grande armonia, il V&A possiede infatti una delle più grandi collezioni di vestiario al mondo. In quest’ultima occasione, “Fashioning Masculinities: The Art of Menswear” intende esaltare l’artisticità e la diversità dell’abbigliamento maschile, modellato, costruito e interpretato da designer e artisti nel costo dei secoli. La mostra presenterà circa un centinaio di look e opere d’arte in tre gallerie – Undressed, Overdressed e Redressed – con un allestimento di JA Projects.
La prima parte, Undressed, sarà dedicata al corpo maschile e all’abbigliamento intimo in un’atmosfera utopica e sognante, volgendo lo sguardo agli ideali classici – come l’Apollo del Belvedere e l’Ermes Farnese – fino ad arrivare alle rappresentazioni contemporanee con le stampe e le fotografie di David Hockney, Lionel Wendt e Isaac Julien.
La seconda galleria, Overdressed, esplorerà invece il guardaroba dell’élite maschile, caratterizzato da materiali lussuosi come seta e velluto, dai colori sgargianti e motivi simbolici. Dai pettorali corazzati agli smoking in seta, mentre a completare la sezione i dipinti a olio realizzati da Joshua Reynolds e Jean- Baptiste Perronneau e un abito Randi Rahm su misura indossato da Billy Porter ai Golden Globes del 2019.
Redressed, ultima delle tre gallerie, aprirà con una riflessione sulla sartoria inglese e sulle origini del completo da uomo, con capi provenienti anche dalla collezione del V&A, dando poi spazio al vestiario militare, alla sua influenza sull’abbigliamento civile moderno, sino alla dissoluzione del tradizionale completo. L’esposizione, oltre a esplorare l’evoluzione della moda maschile, intende anche dare spazio alla nuova onda di fashion designer: da Rick Owens a JW Anderson, da Comme des Garçons a Lesiba Mabitsela, che con le loro creazioni stanno contribuendo a infrangere le convenzioni, non solo per quanto riguarda l’abbigliamento maschile, ma anche in senso più ampio per il concetto di virilità.