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Pauline Curnier Jardin & Feel Good Cooperative, Fireflies – Pinksummer
Arte contemporanea
L’Italia è una repubblica fondata sui punti di vista. Divergenti, sennò sarebbero punti d’incontro. Prendetela ora come se stessimo facendo un test un po’ salottiero-televisivo, di quelli dove se non t’indigni per qualcosa non sei nessuno. In base al vostro punto di vista scegliete cosa vi offende di più tra: A) dei contenuti espliciti. B) il realismo con cui quei contenuti illuminano situazioni “traslucide”, volute da una politica che gioca da anni a dettare regole, per poi chiuderne pure due di occhi. Sapendo che, post legge Merlin, sul tema della prostituzione la Repubblica ha sempre scelto la strada del tirare avanti, più che a una normazione se non risolutiva almeno sensata. Voltando le spalle alla realtà.
Voltarsi potrebbe essere l’atto simbolico di tutta la personale di Pauline Curnier Jardin (1980, Marsiglia) da Pinksummer. Voltarsi, perché piuttosto della religione in sé, è il bigottismo a oltranza l’oppio dei popoli; per provare piacere sessuale, o perché riflesso incondizionato, mentre si paga una prestazione fingendo inconsciamente che nulla sia realmente accaduto.
Per ogni declinazione una scena. Impressa, con assoluta cognizione di causa, nei disegni di Feel Good Cooperative; gruppo costituito dall’artista con la fotografa e sex worker Alexandra Lopez, l’architetto Serena Olcuire e le prostitute colombiane Andrea, Alexandra Mapuchina, Gilda Star, Giuliana.
La Roma di Curnier Jardin e Feel Good Cooperative
Feel Good Cooperative accompagna Cournier Jardin attraverso la notte. Nella notte di Roma, delle “lucciole”, dell’Appia Antica. Un racconto riconoscente del Pier Paolo Pasolini di Mamma Roma, autore che inevitabilmente Curnier Jardin inserisce nel nostro discorso.
Una via iconica, per un’artista che convinta dice «Lavoro con i luoghi iconici». Se ci si pensa, l’Appia Antica è anche una delle più controverse stratificazioni nella realtà romana: luogo della prostituzione notturna, ma non da meno monumentale meta turistica e teatro dell’alta borghesia delle ville più lussuose della Capitale.
Per portare avanti un progetto credibile non c’è alternativa alla scelta di Curnier Jardin, e al suo raccontare di essere voluta «Entrare nel loro mondo». Anche sotto questo profilo, lavorare a più mani con Feel Good Cooperative ha dato alla personale un’impronta specifica: dare più valore alla pertinenza, grazie a immagini che non corrispondono alla cronaca dei fatti, ma ai fatti nella concretezza.
Il resto è costruzione. Una perfetta costruzione. Un ambiente tutto pizzi e luce, rossa come l’eccitazione del sesso fatto sul treno, all’aperto dei campi oppure nella distaccata individualità del virtuale. Su quest’ultima immagine è obbligatorio un inciso “pandemico”: questo progetto è maturato sulle tempistiche del lockdown, che ha obbligato a reinventare in parte la vita di tutti. Sex worker comprese.
Frammenti di vita vissuta, che Alexandra Lopez ha consegnato direttamente a una dimensione iperbolica: far guardare sé stessa, transessuale, da un buco della serratura gigante e in trompe l’oeil. La toilet – vera s’intende, quella della Pinksummer – con la vagina disegnata e appesa proprio sopra il water, è un’istallazione che può racchiudere aspirazioni personali. E, perché no, polemiche a presa nazionale: la querelle Elisabetta Gardini/Vladimir Luxuria in quel di Montecitorio ormai è leggenda.
Fuori di lì però corre la notte delle lucciole. Dopo aver ipotizzato almeno una soluzione alternativa (l’artista ci racconta di un peep-hole, tanto per dire), Curnier Jardin alla fine ha scelto d’istallare un black box nel white box della Pinksummer. Un mini cinema dedicato a Fireflies, video che con prepotenza sfoggia immagini e suoni, per restituirle sotto forma di effetti personali: Dall’asfalto-black carpet dove i corpi brillano illuminati dai fari delle auto, all’aperta campagna chiusa nel suo buio. In mezzo alla vegetazione incolta le lucciole sono lucciole, e non smettono di far brillare la loro prorompente presenza.
Finché tutto si perde nel silenzio e nel romanticismo. Finché a Roma non arriva l’alba, che con la sua luce nasconde tutto.