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Grandi cambiamenti in corso alla Tate Britain: dopo aver rimosso il nome dei Sackler dalla targhe commemorative sparse nel museo, un nuovo, significativo intervento riguarderà il ristorante e non per una questione di menù. Molto famoso, infatti, è il grande dipinto murale che scorre lungo le pareti della sala, a realizzarlo, nel 1927, fu Reginald “Rex” Whistler, fratello del poeta Laurence Whistler, su commissione dell’allora direttore della Tate, Charles Aitken. Intitolata The Expedition in Pursuit of Rare Meats, l’opera, che va dal pavimento al soffitto, è stata al centro di un vivacissimo dibattito a causa della presenza di immagini razziste. Per far luce sulla vicenda, è stato riunito un apposito comitato etico che è giunto a una conclusione inequivocabile: l’opera è offensiva e razzista.
Rex Whistler, eroe della patria o razzista?
Nel murale si dipana la storia di una spedizione di caccia immaginaria che coinvolge il fantasioso duca di Epicurania. Le immagini offensive alludono alla tratta degli schiavi: nell’opera infatti compaiono bambini neri condotti al guinzaglio dopo essere stati catturati. Ma non solo, visto che fanno “bella” figura anche caricature di persone cinesi. Quando Rex Whistler completò l’opera aveva solo 22 anni, era la sua prima commissione importante. Successivamente avrebbe lavorato principalmente come illustratore e grafico pubblicitario, per Shell e Radio Times.
Elegante e arguto, diventò famoso grazie ai suoi ritratti modaioli, nei quali immortalava i membri della buona società londinese, appartenenti al gruppo dei Bright Young Things. Ma non ebbe molto tempo per raffinare la sua arte: morì il 18 luglio 1944, ucciso in guerra da un colpo di mortaio, durante un’azione di soccorso. Nel suo carrarmato, si dice avesse un secchio con colori e pennelli.
La soluzione della Tate Britain per il suo murale
Nel report redatto dal comitato, di cui fa parte anche l’artista John Akomfrah, si sottolinea che «L’offesa è aggravata dall’uso della sala come ristorante». D’altra parte, nello stesso documento si mette in evidenza che il murale è un’opera d’arte, legittimamente affidata alle cure del museo e non può essere alterata o rimossa. E poi, almeno ufficiosamente, bisogna pur tenere in conto la caratura “patriottica” di Whistler. E dunque, cosa fare?
Per uscire dall’impasse, la Tate ha annunciato una commissione per la realizzazione di una nuova opera d’arte, da esporre insieme al murale di Whistler. Il nuovo lavoro sarà affiancato da materiale interpretativo che spiegherà «In modo critico la storia e il contenuto del murale, comprese le sue immagini razziste», hanno spiegato dalla Tate. Alex Farquharson, direttore della Tate Britain, ha affermato che il murale di Whistler «Fa parte della nostra storia istituzionale e culturale e dobbiamo assumerne la responsabilità, ma questo nuovo approccio ci consentirà anche di riflettere sui valori e sugli impegni che deteniamo oggi e di portare nuovi voci e idee in primo piano».