14 marzo 2022

‘Mario Surbone. Due spazi – Simili e diversi. Antonio Calderara’ alla Era Gallery, Milano

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ERA Gallery presenta un importante nucleo di Incisi di Mario Surbone assieme a una selezione di opere astratte di Antonio Calderara, considerato da Surbone un riferimento irrinunciabile per le proprie ricerche. Abbiamo parlato della mostra con Patrizia Tenti, Fondatrice e Direttrice di ERA Gallery

Mario Surbone. Due spazi – Simili e diversi. Antonio Caladerara, exhibition view, 2022, ERA Gallery. Courtesy ERA Gallery

A Milano ERA Gallery con la mostra “Mario Surbone. Due spazi – Simili e diversi. Antonio Caladerara”, a cura di Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti, fino al 10 aprile presenta «un importante nucleo di Incisi di Mario Surbone (1932, Treville Monferrato) nel decennio 1968-1978, affiancati da una scelta di opere astratte di Antonio Calderara (1903, Abbiategrasso,  – 1978, Vacciago), considerato dall’artista piemontese come un riferimento irrinunciabile per le proprie ricerche. Un Inciso del 1972, infatti, è intitolato Omaggio a Calderara e il titolo mostra (“Due spazi –Simili e diversi”), tratto da quello di un’opera di Surbone del 1978, allude alle profonde assonanze, pur nell’assoluta autonomia degli esiti, del lavoro di Surbone e Calderara», ha spiegato la galleria.

Patrizia Tenti, Fondatrice e Direttrice di ERA Gallery, ci ha raccontato la mostra, l’attività  e i progetti futuri di ERA Gallery.

Mario Surbone, 1971. Courtesy of Mario Surbone Archive

Come è nata la mostra che affianca opere di Mario Surbone e Antonio Calderara?

«La mostra nasce da un’idea e da un desiderio di Mario Surbone stesso, che io e i curatori Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti abbiamo accolto con interesse e con entusiasmo, coinvolgendo poi la Fondazione Calderara che ha concesso alcuni prestiti importanti».

Quale relazione si può rintracciare tra le ricerche dei due artisti?

«Da sempre Surbone ha visto in Calderara un riferimento e uno spirito affine, per la capacità assoluta di ricercare nell’essenzialità geometrica e armonica della composizione pittorica un’apertura lirica, attraverso il colore e la luce. In mostra è esposto un Inciso di Surbone esplicitamente dedicato a Calderara; e anche il titolo della mostra, che vuole alludere appunto alle affinità tra i due artisti, è tratto da una delle opere di Surbone esposte in galleria».

Antonio Calderara at the opening of the exhibition of Mario Surbone’s Incisi, at the Galleria Beniamino of Sanremo, March 1971. Courtesy of Mario Surbone Archive

Come è articolato il percorso espositivo?

«La mostra è introdotta, nella vetrina che si apre sulle corte interna, da un grande Inciso giallo su lamiera. Nella prima sala della galleria, oltre a un altro inciso giallo, sono presentati un raro Inciso bicolore, bianco e nero, del 1968, tre Incisi grigi dei primi anni Settanta, disposti a trittico e alcuni fotogrammi: questi ultimi rappresentano un interessante lavoro parallelo dell’artista, realizzato incidendo fogli di carta nera e poi lasciando trapelare la luce attraverso questi tagli sulla carta fotografica. Al piano di sopra, una stanza è dedicata al confronto diretto tra alcune composizioni di piccola dimensione di Surbone e una scelta di opere di Calderara; mentre nella sala più grande sono presentati cinque Incisi bianchi, realizzati tra il 1969 e il 1972, che creano una sorta di ambiente metafisico, memore della ricerca astratta di Melotti e dell’arte ambientale».

Come si colloca questa mostra nella ricerca di ERA Gallery?

«Nasco come architetto ma ho anche un dottorato di ricerca e proprio per questo, come nella mia precedente esperienza di gallerista, dedicata prevalentemente all’art design, la ricerca storica e d’archivio hanno da sempre una grande importanza. A Mario Surbone, di cui ho l’estate, è dedicata la prima mostra di ERA Gallery che riguarda la valorizzazione e lo studio di artisti italiani storici e ho avuto la fortuna di poter fare la mostra con due curatori, peraltro anche docenti universitari, che stimo da molto tempo».

Mario Surbone. Due spazi – Simili e diversi. Antonio Caladerara, exhibition view, 2022, ERA Gallery. Courtesy ERA Gallery

ERA Gallery è stata aperta nel 2019, quali sono le sue principali aree di ricerca? Come si colloca nel contesto milanese e in quello italiano?

«La galleria nasce per l’arte contemporanea e si specializza nella ricerca artistica di giovani emergenti internazionali, principalmente provenienti dall’Africa e dall’America – come Katja Farin – ma anche di personalità storiche del secondo Novecento da rimettere in gioco, collaborando in maniera diretta con artisti, eredi e fondazioni.
ERA Gallery nasce nel 2019 ma è il fil rouge o il punto d’approdo che lega il progetto nato nel 2010, Era studio Apartment Gallery: in un appartamento al terzo piano di un palazzo storico, abbandonando il white cube, inserivo le opere di autori dell’architettura radicale o di artisti come Nanda Vigo e Gino Marotta, in un contesto fortemente connotato, promuovendoli attraverso le più importanti fiere internazionali di arte e design. Grazie a quanto maturato in precedenza, dal 2019 “ERA” si è sdoppiata con ERA Gallery per l’arte contemporanea ed ERA design per il design da collezione».

Mario Surbone, Pioggia, acrilico su cartone, 37×37 cm, 1975

Quali saranno i prossimi appuntamenti con ERA Gallery?

«Sto preparando un group show da presentare a miart, che vedrà la presenza di artisti statunitensi come Katja FarinRachael Anderson (che terrà un solo show in galleria ad aprile), un’artista italiana di cui presenterò una personale a settembre, Marta dell’Angelo, e Mario Surbone, rappresentato attraverso diverse variazioni cromatiche degli Incisi e poi… vi aspetto a miart e alle altre fiere internazionali di arte, e ovviamente in galleria nei prossimi mesi».

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