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Episodi di identità
Comunicato stampa
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inizia a prendere forma nel 2020 da un’idea di Cristian Boffelli. Durante l’isolamento forzato degli ultimi due anni passa gran parte del suo tempo in Giappone, dove per gioco comincia a costruire maschere sciamaniche tradizionali insieme alla figlia. Propone quindi di lavorare sul concetto di maschera a Matteo Berra, e insieme tratteggiano un percorso che corre parallelo, ma su due strade diverse.
Nel lavoro di Boffelli la maschera è indagata nella sua accezione canonica, come strumento che trasforma chi la indossa. La sua riflessione prende spunto dalla necessità collettiva di mascherarsi, che fonde in sé magia e religione, trasformando l’oggetto in un feticcio che unisce l’illimitato e il limitato, come labile scudo alla propria finitudine. L’idea di maschera è però anche quella immaginata da Kierkegaard, che quando infine giunge l’ora della mezzanotte cade per svelare il vero volto di chi la indossa. Le opere realizzate per Episodi di identità sono ready-made aiutati, composizioni di oggetti di uso comune trovati sulle rive del fiume, che Boffelli plasma fino a dare loro un volto antropomorfo. Ritorna così la funzione sciamanica della maschera, simbolo rituale di un’unione impossibile tra il finito e l’infinito.
Berra presenta un ciclo di cinque opere intitolato “Oeuia”, parola dialettale che significa “voglia”, volontà quindi. In ciascun lavoro una maschera si confronta con una volontà. La maschera del falconiere doma la volontà del predatore; il volto, malattia, maschera inamovibile di Elephant man, gli nega una vita “normale” e la volontà di un riposo “normale” lo condanna a morte. Nella serie di litografie “Quasi vivi” (2007), Berra procede con la rimozione degli occhi artificiosi di animali tassidermizzati, fotografati in alcuni dei più importanti musei di scienze naturali del mondo. Crea così un soggetto spaventoso, che si trasforma in maschera suo malgrado, sospeso tra vita e morte. Impossibile discernere la maschera dal volto. Dice Eraclito che “è la medesima realtà il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli di nuovo [mutando] son questi”.
Cristian Boffelli, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha approfondito il suo percorso artistico in Brasile e oggi si divide tra l’Italia e il Giappone.
Matteo Berra, formatosi prima all’Accademia di Belle Arti di Brera e poi negli Stati Uniti, ha insegnato scultura in Corea del Sud e attualmente lavora come scultore e come docente presso l’Accademia Santa Giulia di Brescia.
Nel lavoro di Boffelli la maschera è indagata nella sua accezione canonica, come strumento che trasforma chi la indossa. La sua riflessione prende spunto dalla necessità collettiva di mascherarsi, che fonde in sé magia e religione, trasformando l’oggetto in un feticcio che unisce l’illimitato e il limitato, come labile scudo alla propria finitudine. L’idea di maschera è però anche quella immaginata da Kierkegaard, che quando infine giunge l’ora della mezzanotte cade per svelare il vero volto di chi la indossa. Le opere realizzate per Episodi di identità sono ready-made aiutati, composizioni di oggetti di uso comune trovati sulle rive del fiume, che Boffelli plasma fino a dare loro un volto antropomorfo. Ritorna così la funzione sciamanica della maschera, simbolo rituale di un’unione impossibile tra il finito e l’infinito.
Berra presenta un ciclo di cinque opere intitolato “Oeuia”, parola dialettale che significa “voglia”, volontà quindi. In ciascun lavoro una maschera si confronta con una volontà. La maschera del falconiere doma la volontà del predatore; il volto, malattia, maschera inamovibile di Elephant man, gli nega una vita “normale” e la volontà di un riposo “normale” lo condanna a morte. Nella serie di litografie “Quasi vivi” (2007), Berra procede con la rimozione degli occhi artificiosi di animali tassidermizzati, fotografati in alcuni dei più importanti musei di scienze naturali del mondo. Crea così un soggetto spaventoso, che si trasforma in maschera suo malgrado, sospeso tra vita e morte. Impossibile discernere la maschera dal volto. Dice Eraclito che “è la medesima realtà il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli di nuovo [mutando] son questi”.
Cristian Boffelli, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha approfondito il suo percorso artistico in Brasile e oggi si divide tra l’Italia e il Giappone.
Matteo Berra, formatosi prima all’Accademia di Belle Arti di Brera e poi negli Stati Uniti, ha insegnato scultura in Corea del Sud e attualmente lavora come scultore e come docente presso l’Accademia Santa Giulia di Brescia.
05
aprile 2022
Episodi di identità
Dal 05 aprile al primo maggio 2022
arte contemporanea
Location
CALISTO CAFE’
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Orario di apertura
mar. mer. gio. 7:30 – 15:00 / 17:30 – 1:00
ven. sab. 7:30 – 1:00 dom. 8:00 – 1:00
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