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Guerra in Ucraina: per l’UNESCO sono 53 i siti culturali danneggiati
Beni culturali
di redazione
Sono almeno 53 i siti culturali danneggiati in Ucraina dall’inizio della guerra: a fornire i dati è la stessa UNESCO. L’agenzia delle Nazioni Unite, dedicata alla diffusione e alla salvaguardia dell’arte e della cultura in tutto il mondo, ha affermato che la valutazione dei danni si basa sia sulle notizie e sulle informazioni ricavate dai media e dai funzionari ucraini, che sul proprio sistema per monitorare i principali siti e monumenti attraverso immagini satellitari. «I nostri esperti continuano a verificare ogni rapporto e si teme che altri siti vengano aggiunti a questo elenco», ha dichiarato un portavoce dell’UNESCO all’agenzia stampa NPR. Secondo le stime UNESCO, al 30 marzo, i siti danneggiati confermati, situati in diverse Regioni dell’Ucraina, includono 29 siti religiosi, 16 edifici storici, quattro musei e quattro monumenti.
Fin dall’inizio della guerra, l’UNESCO ha messo in atto varie misure di emergenza per proteggere al meglio i siti culturali a rischio. Sono state tenute regolarmente riunioni online con i responsabili dei siti inclusi nell’elenco del Patrimonio mondiale dell’umanità, che in Ucraina sono sette, tra nomi di luoghi e di città che tutti abbiamo imparato drammaticamente a conoscere in questi giorni: la Cattedrale di Santa Sofia e relative costruzioni monastiche a Kiev, il complesso del centro storico di Leopoli Lviv, l’Arco geodetico di Struve, le antiche faggete primordiali dei Carpazi, la Residenza dei metropoliti bucovini e dalmati a Černivci, l’antica città di Chersoneso Taurica e la sua Chora, le Tserkvas, cioè le chiese in legno della regione dei Carpazi in Polonia e Ucraina. Un filo diretto è stato tenuto anche con i direttori dei musei e con i funzionari del ministero e con i membri delle associazioni culturali locali, a conferma che, in una situazione del genere, è fondamentale mantenere attivo il flusso delle informazioni.
L’UNESCO ha spiegato di avere esperti disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per rispondere alle emergenze. «Li aiutiamo a identificare i rifugi sicuri in cui conservare gli oggetti che possono essere spostati e a valutare e rafforzare le procedure antincendio», ha affermato il portavoce. L’agenzia afferma di anche comunicato aver con il Ministro degli Affari esteri russo Sergey Lavrov, per ribadire che i siti del patrimonio sono posto sotto tutela sovranazionale, inviando anche tutti dati sulla loro posizione.
A Kharkiv, una delle zone in cui i combattimenti sono più intensi, sono stati colpiti il Memoriale dell’Olocausto, il Teatro di Stato per l’Opera e il Balletto e il Museo d’Arte. La situazione è complicata anche a Chernihiv, una delle città più antiche, situata nell’Ucraina settentrionale, con molte chiese e monasteri risalenti al X al XIX secolo. La capitale Kiev è costantemente minacciata ma, finora, i siti del Patrimonio mondiale del Paese non sembra siano stati danneggiati. A Lviv, gli stessi abitanti sono scesi in strada per avvolgere i monumenti con fogli di plastica e nastri. Già nelle prime settimane di guerra, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio 2022, è stato distrutto il Museo di Storia Locale di Ivankiv, nella regione di Kiev, causando la perdita di oltre venti opere dell’artista tradizionale Maria Prymachenko. Pochi giorni fa, anche l’Arkhip Kuindzhi Art Museum di Mariupol è stato distrutto a seguito di un bombardamento russo.
Sia la Russia che l’Ucraina hanno firmato un atto della Convenzione dell’Aia nel 1954 che protegge i beni culturali durante i conflitti armati e proibisce e condanna ogni attacco e danno al patrimonio culturale. Se i siti culturali sono contrassegnati da uno scudo blu, significa che sono sotto la protezione della Convezione. Se vengono perpetrati attacchi contro questi siti, gli autori sono ritenuti responsabili di atti che costituiscono crimini di guerra.