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SALVATORE ASTORE. Gli occhi della Scultura
Mazzoleni Torino presenta “SALVATORE ASTORE. Gli occhi della Scultura”, prima personale dello scultore con la galleria.
L’esposizione sarà l’occasione per scoprire nuove sculture prodotte appositamente per la mostra unitamente a un’accurata selezione di lavori realizzati dagli anni ’80 ad oggi.
Comunicato stampa
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SALVATORE ASTORE
Gli occhi della Scultura
Mazzoleni, Torino
12 aprile – 30 giugno 2022
Vernissage: martedì 12 aprile, 17.00 - 22.30
La galleria Mazzoleni è lieta di presentare per la prima volta, negli spazi della sede di Torino, una mostra personale dell’artista Salvatore Astore (San Pancrazio Salentino, 1957). Il nuovo progetto espositivo, appositamente pensato e realizzato per la galleria, segna il naturale e felice evolversi del lavoro di collaborazione fra Mazzoleni e l’artista iniziato anni fa e culminato di recente nell’installazione dell’opera pubblica Anatomia Umana, inaugurata lo scorso autunno in Corso Galileo Ferraris di fronte al Mastio della Cittadella di Torino. Il monumentale gruppo scultoreo alto più di cinque metri, realizzato in acciaio inox, è stato donato dalla galleria alla città di Torino.
Il titolo della mostra – Gli occhi della Scultura – si inscrive in una dialettica di continuità con il percorso iniziato da Anatomia Umana e, riprendendo in citazione le parole del testo critico di Elena Pontiggia, compreso insieme agli scritti dello storico dell’arte Francesco Poli e dell’artista stesso nell’omonimo volume pubblicato in occasione dell’inaugurazione della grande opera pubblica, ne ristabilisce l’attualità semantica e la puntualità tematica.
Fin dagli anni ’80 la pratica artistica di Astore si potrebbe definire come un minimalismo organico. Al centro della sua ricerca vi è lo studio di problematiche quali: materia, peso, forma, vuoto e, di conseguenza, pieno. La sua è un’analisi sensibile e determinata di forme, per usare le parole di F. Poli, “non originali, ma originarie, essenziali e primarie in quanto inscritte nella logica delle strutture organiche.” L’atmosfera è ancestrale, le suggestioni che ne derivano vanno dai reperti fossili ai megaliti preistorici, da forme organiche legate all’uomo o al mondo animale, all’universo connesso alla Torino industriale e postindustriale dei metalli, nel caso specifico di Astore del ferro, dell’acciaio e, per la prima volta in questa mostra, del bronzo. “Tanto più è archetipica, pura la forma, tanto più gli altri potranno soggettivizzarla e farla propria in modi diversi” afferma l’artista.
I suoi lavori sono in grado di parlare dell’Uomo in senso più ampio e profondo dell’espressione, della relazione fra uomo e mondo. Non a caso Anatomia umana è un omaggio a Leonardo Da Vinci colui che esemplifica questa indagine. Quelle di Astore sono presenze che “germogliano” ed evolvono nella mente, perché sono forme latenti nella nostra memoria genetica. Questa è la capacità di eloquenza formale che giunge a noi dopo quarant’anni di ricerca, ancora, come negli anni ’80, intensa e, mantenendo un proprio linguaggio formale, sempre nuova.
In questa personale da Mazzoleni si può fare esperienza di una specifica attitudine di Astore: quella della scala delle opere in rapporto agli spazi che le ospitano.
All’ingresso ci accoglie Grande calotta, un’opera storica del 1988 in acciaio inox saldato e satinato. La scultura, a livello dimensionale, mette volutamente alla prova la parete che la ospita, dilatandosi quasi fino a toccarne i confini laterali.
Da qui si passa nella prima stanza, dove Astore ha realizzato un’opera ambientale specificatamente concepita per questo spazio. L’ “occhio della scultura” qui si spalanca, cresce di scala fino a confrontarsi, alla pari, con le proporzioni della stanza. Possiamo così attraversare questa soglia che diventa fisica: ingresso-attraversamento-uscita e viceversa.
Nella cosiddetta “sala del camino” l’artista continua a stupirci. Su una grande base bianca, come fosse un foglio da disegno, è posizionato un gruppo di nuove sculture, questa volta in una scala più ridotta rispetto al lavoro precedente. Sono realizzate in bronzo, materiale utilizzato da Astore per la prima volta. Il ricorso ad un materiale tanto classico quanto riconducibile al linguaggio della scultura è qui impiegato in virtù delle sue potenzialità plastiche e cromatiche. Rispetto ai lavori degli ultimi anni, le forme si sono evolute, allargando il vuoto al loro interno. C’è in atto un “alleggerimento della materia”. Nella medesima stanza sono poi esposti Sconfinamenti, nuovi disegni a matita e olio su carta che, fin dal titolo, partecipano in assoluta sintonia al progetto espositivo. In essi l’iconologia ormai riconoscibile della “calotta” viene sviluppata dall’artista con assoluta libertà segnica. Attraverso il disegno Astore sperimenta le infinite possibilità della Forma e riscrive una personalissima idea di spazio-tempo. Le linee si intersecano, si coagulano, si dilatano fino a saturare lo spazio bidimensionale del foglio in un ideale movimento che dalla superficie conduce alle profondità della materia.
Chiude la mostra una sala con le opere Sutura e forma (2019) e una stanza in cui Astore incontra Massimo Vitali, la cui personale è ospitata negli altri spazi della galleria Mazzoleni.
SALVATORE ASTORE
Salvatore Astore nasce nel 1957 a San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi. Trasferitosi giovanissimo con la famiglia a Torino dove ancora oggi vive e lavora, dapprima si diploma al Liceo artistico della città e poi studia all’Accademia Albertina di Belle Arti.
Attivo già dagli anni Ottanta sulla scena italiana e internazionale, Astore ha privilegiato i linguaggi della scultura, della pittura e del disegno, dando vita a cicli di opere che corrispondono a periodi storici e fasi esistenziali diverse, accomunati però da un profondo desiderio di sperimentazione di tecniche e materiali legati al contesto urbano industriale, e da un interesse specifico per la condizione e il destino dell’essere umano.
Alla fine degli anni ’80 Astore inizia ad esporre le sue opere a Milano negli spazi di Valeria Belvedere. Viene invitato nel 1991 alla mostra Anni’90, a cura di Renato Barilli, Dede Auregli e Carlo Gentili, ospitata presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, i musei Comunali di Rimini e la ex colonia “Le Navi” di Cattolica. L’anno seguente partecipa ad Avanguardie in Piemonte 1960-1990, curata dalle storiche dell’arte Mirella Bandini e Marisa Vescovo e nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma.
In anni più recenti, dopo un ciclo di lavori pittorici, la scultura torna protagonista nel 2008 alla XIII Biennale di Scultura a Carrara, nel 2010 nella grande personale intitolata C’era una Volta e una Stanza, allestita presso la Fondazione 107 di Torino e nel 2011 presso il Frost Art Museum di Miami. Sette anni dopo la mostra Anatomico Organico Industriale, ancora alla Fondazione 107, mette in relazione il clima creativo della Torino degli anni ’80 approfondendo la ricerca artistica di Astore, Sergio Ragalzi e Luigi Stoisa. Sempre nel 2018 ricordiamo la mostra collettiva presso il Museo Ettore Fico di Torino 100% Italia, Cent’anni di capolavori.
Il rapporto decennale con la famiglia Mazzoleni si è consolidato attraverso diversi progetti curati dalla galleria, tra cui il ciclo di sculture in acciaio dal titolo Speciazione, installato presso il gran parterre della Reggia di Venaria, nell’ambito del festival ART SITE FEST (2019) e la scultura pubblica Anatomia Umana (2021) installata sull’angolo Giardini c.so G. Ferraris e Via Cernaia a Torino.
MAZZOLENI
La galleria Mazzoleni è stata fondata a Torino nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni, come naturale evoluzione della loro collezione privata iniziata nella prima metà degli anni Cinquanta. La sede storica torinese, che occupa tre piani di Palazzo Panizza, nella centrale piazza Solferino, è stata affiancata dal 2014 da quella di Londra, nel distretto artistico di Mayfair. In oltre tre decenni Mazzoleni ha esposto circa duecento artisti italiani e internazionali del XX secolo con programmi espositivi di calibro museale, concentrandosi sull’arte del secondo dopoguerra italiano, in stretta collaborazione con gli archivi e le fondazioni di riferimento degli artisti.
Recentemente l’attività espositiva si è aperta al panorama offerto dall’arte contemporanea. Tutte le mostre sono accompagnate da ricche pubblicazioni con apparati iconografici e importanti testi critici.
Sotto la guida di Davide e Luigi Mazzoleni, negli ultimi anni la galleria ha intensificato la propria attività internazionale partecipando a numerose fiere, tra cui Art Basel (Basilea, Miami e Hong Kong), Artissima (Torino), FIAC (Parigi), Frieze Masters (Londra), miart (Milano) e TEFAF (Maastricht e New York).
INFORMAZIONI
SALVATORE ASTORE. Gli occhi della Scultura
Mazzoleni, Torino
Date: 12 aprile – 30 giugno 2022 | Vernissage: martedì 12 aprile 2022, 17.00 – 22.30
Indirizzo: Mazzoleni, Piazza Solferino, 2 – 10121 Torino
T: (+39) 011.534473 | E: torino@mazzoleniart.com
Orari: Martedì – Sabato: 10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.00
Domenica e lunedì su appuntamento.
Informazioni:
Alessia Maiuri | E: amaiuri@mazzoleniart.com | M. (+39)339.8251601
Ufficio Stampa:
Lucile Brun | E: lucile@mazzoleniart.com | M. (+39)340.0664675
www.mazzoleniart.com
Gli occhi della Scultura
Mazzoleni, Torino
12 aprile – 30 giugno 2022
Vernissage: martedì 12 aprile, 17.00 - 22.30
La galleria Mazzoleni è lieta di presentare per la prima volta, negli spazi della sede di Torino, una mostra personale dell’artista Salvatore Astore (San Pancrazio Salentino, 1957). Il nuovo progetto espositivo, appositamente pensato e realizzato per la galleria, segna il naturale e felice evolversi del lavoro di collaborazione fra Mazzoleni e l’artista iniziato anni fa e culminato di recente nell’installazione dell’opera pubblica Anatomia Umana, inaugurata lo scorso autunno in Corso Galileo Ferraris di fronte al Mastio della Cittadella di Torino. Il monumentale gruppo scultoreo alto più di cinque metri, realizzato in acciaio inox, è stato donato dalla galleria alla città di Torino.
Il titolo della mostra – Gli occhi della Scultura – si inscrive in una dialettica di continuità con il percorso iniziato da Anatomia Umana e, riprendendo in citazione le parole del testo critico di Elena Pontiggia, compreso insieme agli scritti dello storico dell’arte Francesco Poli e dell’artista stesso nell’omonimo volume pubblicato in occasione dell’inaugurazione della grande opera pubblica, ne ristabilisce l’attualità semantica e la puntualità tematica.
Fin dagli anni ’80 la pratica artistica di Astore si potrebbe definire come un minimalismo organico. Al centro della sua ricerca vi è lo studio di problematiche quali: materia, peso, forma, vuoto e, di conseguenza, pieno. La sua è un’analisi sensibile e determinata di forme, per usare le parole di F. Poli, “non originali, ma originarie, essenziali e primarie in quanto inscritte nella logica delle strutture organiche.” L’atmosfera è ancestrale, le suggestioni che ne derivano vanno dai reperti fossili ai megaliti preistorici, da forme organiche legate all’uomo o al mondo animale, all’universo connesso alla Torino industriale e postindustriale dei metalli, nel caso specifico di Astore del ferro, dell’acciaio e, per la prima volta in questa mostra, del bronzo. “Tanto più è archetipica, pura la forma, tanto più gli altri potranno soggettivizzarla e farla propria in modi diversi” afferma l’artista.
I suoi lavori sono in grado di parlare dell’Uomo in senso più ampio e profondo dell’espressione, della relazione fra uomo e mondo. Non a caso Anatomia umana è un omaggio a Leonardo Da Vinci colui che esemplifica questa indagine. Quelle di Astore sono presenze che “germogliano” ed evolvono nella mente, perché sono forme latenti nella nostra memoria genetica. Questa è la capacità di eloquenza formale che giunge a noi dopo quarant’anni di ricerca, ancora, come negli anni ’80, intensa e, mantenendo un proprio linguaggio formale, sempre nuova.
In questa personale da Mazzoleni si può fare esperienza di una specifica attitudine di Astore: quella della scala delle opere in rapporto agli spazi che le ospitano.
All’ingresso ci accoglie Grande calotta, un’opera storica del 1988 in acciaio inox saldato e satinato. La scultura, a livello dimensionale, mette volutamente alla prova la parete che la ospita, dilatandosi quasi fino a toccarne i confini laterali.
Da qui si passa nella prima stanza, dove Astore ha realizzato un’opera ambientale specificatamente concepita per questo spazio. L’ “occhio della scultura” qui si spalanca, cresce di scala fino a confrontarsi, alla pari, con le proporzioni della stanza. Possiamo così attraversare questa soglia che diventa fisica: ingresso-attraversamento-uscita e viceversa.
Nella cosiddetta “sala del camino” l’artista continua a stupirci. Su una grande base bianca, come fosse un foglio da disegno, è posizionato un gruppo di nuove sculture, questa volta in una scala più ridotta rispetto al lavoro precedente. Sono realizzate in bronzo, materiale utilizzato da Astore per la prima volta. Il ricorso ad un materiale tanto classico quanto riconducibile al linguaggio della scultura è qui impiegato in virtù delle sue potenzialità plastiche e cromatiche. Rispetto ai lavori degli ultimi anni, le forme si sono evolute, allargando il vuoto al loro interno. C’è in atto un “alleggerimento della materia”. Nella medesima stanza sono poi esposti Sconfinamenti, nuovi disegni a matita e olio su carta che, fin dal titolo, partecipano in assoluta sintonia al progetto espositivo. In essi l’iconologia ormai riconoscibile della “calotta” viene sviluppata dall’artista con assoluta libertà segnica. Attraverso il disegno Astore sperimenta le infinite possibilità della Forma e riscrive una personalissima idea di spazio-tempo. Le linee si intersecano, si coagulano, si dilatano fino a saturare lo spazio bidimensionale del foglio in un ideale movimento che dalla superficie conduce alle profondità della materia.
Chiude la mostra una sala con le opere Sutura e forma (2019) e una stanza in cui Astore incontra Massimo Vitali, la cui personale è ospitata negli altri spazi della galleria Mazzoleni.
SALVATORE ASTORE
Salvatore Astore nasce nel 1957 a San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi. Trasferitosi giovanissimo con la famiglia a Torino dove ancora oggi vive e lavora, dapprima si diploma al Liceo artistico della città e poi studia all’Accademia Albertina di Belle Arti.
Attivo già dagli anni Ottanta sulla scena italiana e internazionale, Astore ha privilegiato i linguaggi della scultura, della pittura e del disegno, dando vita a cicli di opere che corrispondono a periodi storici e fasi esistenziali diverse, accomunati però da un profondo desiderio di sperimentazione di tecniche e materiali legati al contesto urbano industriale, e da un interesse specifico per la condizione e il destino dell’essere umano.
Alla fine degli anni ’80 Astore inizia ad esporre le sue opere a Milano negli spazi di Valeria Belvedere. Viene invitato nel 1991 alla mostra Anni’90, a cura di Renato Barilli, Dede Auregli e Carlo Gentili, ospitata presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, i musei Comunali di Rimini e la ex colonia “Le Navi” di Cattolica. L’anno seguente partecipa ad Avanguardie in Piemonte 1960-1990, curata dalle storiche dell’arte Mirella Bandini e Marisa Vescovo e nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma.
In anni più recenti, dopo un ciclo di lavori pittorici, la scultura torna protagonista nel 2008 alla XIII Biennale di Scultura a Carrara, nel 2010 nella grande personale intitolata C’era una Volta e una Stanza, allestita presso la Fondazione 107 di Torino e nel 2011 presso il Frost Art Museum di Miami. Sette anni dopo la mostra Anatomico Organico Industriale, ancora alla Fondazione 107, mette in relazione il clima creativo della Torino degli anni ’80 approfondendo la ricerca artistica di Astore, Sergio Ragalzi e Luigi Stoisa. Sempre nel 2018 ricordiamo la mostra collettiva presso il Museo Ettore Fico di Torino 100% Italia, Cent’anni di capolavori.
Il rapporto decennale con la famiglia Mazzoleni si è consolidato attraverso diversi progetti curati dalla galleria, tra cui il ciclo di sculture in acciaio dal titolo Speciazione, installato presso il gran parterre della Reggia di Venaria, nell’ambito del festival ART SITE FEST (2019) e la scultura pubblica Anatomia Umana (2021) installata sull’angolo Giardini c.so G. Ferraris e Via Cernaia a Torino.
MAZZOLENI
La galleria Mazzoleni è stata fondata a Torino nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni, come naturale evoluzione della loro collezione privata iniziata nella prima metà degli anni Cinquanta. La sede storica torinese, che occupa tre piani di Palazzo Panizza, nella centrale piazza Solferino, è stata affiancata dal 2014 da quella di Londra, nel distretto artistico di Mayfair. In oltre tre decenni Mazzoleni ha esposto circa duecento artisti italiani e internazionali del XX secolo con programmi espositivi di calibro museale, concentrandosi sull’arte del secondo dopoguerra italiano, in stretta collaborazione con gli archivi e le fondazioni di riferimento degli artisti.
Recentemente l’attività espositiva si è aperta al panorama offerto dall’arte contemporanea. Tutte le mostre sono accompagnate da ricche pubblicazioni con apparati iconografici e importanti testi critici.
Sotto la guida di Davide e Luigi Mazzoleni, negli ultimi anni la galleria ha intensificato la propria attività internazionale partecipando a numerose fiere, tra cui Art Basel (Basilea, Miami e Hong Kong), Artissima (Torino), FIAC (Parigi), Frieze Masters (Londra), miart (Milano) e TEFAF (Maastricht e New York).
INFORMAZIONI
SALVATORE ASTORE. Gli occhi della Scultura
Mazzoleni, Torino
Date: 12 aprile – 30 giugno 2022 | Vernissage: martedì 12 aprile 2022, 17.00 – 22.30
Indirizzo: Mazzoleni, Piazza Solferino, 2 – 10121 Torino
T: (+39) 011.534473 | E: torino@mazzoleniart.com
Orari: Martedì – Sabato: 10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.00
Domenica e lunedì su appuntamento.
Informazioni:
Alessia Maiuri | E: amaiuri@mazzoleniart.com | M. (+39)339.8251601
Ufficio Stampa:
Lucile Brun | E: lucile@mazzoleniart.com | M. (+39)340.0664675
www.mazzoleniart.com
12
aprile 2022
SALVATORE ASTORE. Gli occhi della Scultura
Dal 12 aprile al 30 giugno 2022
arte contemporanea
personale
personale
Location
Galleria Mazzoleni, Torino
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Orario di apertura
Martedì – Sabato: 10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.00
Domenica e lunedì su appuntamento
Vernissage
12 Aprile 2022, 17.00 – 22.30
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