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Art Paris Art Fair, the place to be
Fiere e manifestazioni
Art Paris Art Fair lancia la 24esima edizione al Grand Palais Éphémère con 130 gallerie di cui il 37% provenienti dall’estero ossia da 23 paesi, diciassette monografie e più di 900 artisti. Confermano Continua, Lelong & Co., MASSIMODECARLO, Kamel Mennour, Perrotin, Templon, a cui si aggiungono quest’anno la tedesca Max Hetzler, la greca Bernier Eliades e l’italiana Eduardo Secci Contemporary. Partecipano per la prima volta gallerie d’autore come la Backslash, Félix Frachon, Ibasho, Eric Linard, Irène Laub, Oniris.art. Il settore Promesses propone nove gallerie con meno di sei anni di attività, come la marsigliese Double V, la Rebelde (Guatemala City), Gallery M9 (Séoul) o la parigina Sono. Molta pittura, ma anche scultura e fotografia lungo i corridoi brulicanti di addetti ai lavori e di un pubblico curioso in cerca del percorso di storia naturale consigliato dallo storico dell’arte e curatore invitato Alfred Pacquement, o di quello intitolato Arte e Ambiente creato da Alice Audouin, curatrice indipendente e fondatrice dell’associazione Art of Change 21, sponsorizzata da Olafur Eliasson. Ecofemminismo o post-antropocentrismo sono tra le tematiche trattate da circa diciassette artisti, tra francesi e internazionali, selezionati da Alice Audouin che sottolinea come questi fanno parte di “una nuova generazione di artisti, nata con la crisi ecologica, che pone le questioni ambientali al centro della loro pratica”.
Troviamo Noémie Goudal della parigina Les Filles du Calvaire, le cui belle fotografie si vendono tra 15mila e 28mila euro, ma anche Michelangelo Pistoletto di Galleria Continua, o Pia Rönicke presso la gb agency con la serie The pages of day and night. Storie naturali. Uno sguardo sulla scena francese di Alfred Pacquement esplora la natura in tutte le sue forme mostrando come l’interesse per il regno vegetale e animale non abbia perso interesse e bellezza nell’arte odierna. Troviamo così Carole Benzaken presso la Nathalie Obadia, mentre la Perrotin propone diverse ceramiche di Johan Creten come la serie Odore di femmina in grès smaltato in cui gli elementi floreali finemente creati ricoprono busti femminili senza testa, ma anche Damien Cabanes presso la Eric Dupont dove colorati anemoni ci regalano fugaci sensazioni, oltre alla bella fotografia di Eric Poitevin presso la Dilecta.
Bellissimo il solo show di Zanele Muholi presso la Carole Kvasnevski, galleria che promuove e sostiene artisti del continente africano e delle sue diaspore. Ritroviamo qui i noti autoritratti dell’artista sudafricana, sempre diversi e originali, si ritrae in fotografie, pitture e per la prima volta in Europa in due splendide sculture, vendute a circa 70mila euro ciascuna. Imperdibili le pitture a olio di DaiyaYamamoto presso la parigina Taménaga è uno degli artisti più promettenti della giovane generazione giapponese. Affascinato dal genere del trompe-l’oeil, che ha scoperto attraverso i capolavori fiamminghi, l’artista ritrae con precisione fotografica, al centro di uno spazio vuoto e luminoso, elementi naturali come fiori di cotone tenuti da un elegante nastro giallo.
Da scoprire per chi non la conoscesse ancora, l’artista afgana Kubra Khademi presso la Eric Mouchet con pitture arricchite da foglie d’oro su carta, che raffigurano con forza e dinamismo il corpo femminile. Arte e intelligenza artificiale con il costruttore di automobili Alpine qui in collaborazione con il collettivo Obvious, ma anche la Fondazione Guy & Myriam Ullens che presenta i lavori di Leonel Moura e Michel Paysant. Pionieri del Computing Art, Moura e Paysant, hanno inventato ciascuno per conto proprio, un medium per creare nuove forme. L’atelier si trasforma in spazio espositivo dove l’opera si fabbrica sotto gli occhi del pubblico. E non c’è solo Art Paris, ma anche il salone di design, PAD Paris, che torna alle Tuileries dopo due anni di assenza con 69 espositori francesi e internazionali, mentre nel cuore del quartiere parigino di Saint-Germain-des-Prés, il mitico Hotel La Louisiane accoglie la fiera Bienvenue Art, dove galleristi occupano una ventina di camere da letto, come la milanese Raffaella De Chirico.