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Giulietta Gheller – Di cenere, ruggine e terra
Giulietta Gheller torna nella sua città natale per proporre, negli spazi degli Oratori, un dialogo, non solo artistico, tra l’antico e il contemporaneo, attraverso pittura, scultura, disegno e performance in video.
Comunicato stampa
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DI CENERE, RUGGINE E TERRA
Opere di Giulietta Gheller
9 aprile / 15 maggio 2022
Da qualche anno, le Confraternite di San Giovanni Battista e San Giuseppe di Urbino, con lo scopo di animare e valorizzare la storica via Barocci, hanno avviato il progetto “Percorso Via Barocci” che intende offrire ai visitatori concerti, mostre e conferenze.
Sabato 9 aprile 2022 alle 18,00 presso l’Oratorio San Giovanni Battista di Urbino si inaugurerà la mostra “Di cenere, ruggine e terra” con opere di Giulietta Gheller, (dipinti, sculture, disegni, performance in video). L’artista ha conseguito due Lauree quadriennali, una in Scultura (Accademia Clementina di Belle Arti di Bologna) e una in Discipline dell’Arte, Musica e Spettacolo (D.A.M.S. di Bologna). Ha avviato l’attività espositiva di pittura e scultura in mostre collettive e personali e in fiere d’arte nazionali indipendenti.
É tra i vincitori nella sezione Scultura del Mediterranean Contemporary Art Prize 2nd edition 2021- (Premio del Presidente di Porta Coeli Foundation); vincitrice del BEST 15 PRIZE a PARATISSIMA 14- ART FAIR Torino e del PREMIO ESCHER per la Scultura ad ARTE SALERNO- International Art Prize 2018.
L’esposizione promossa da Kaus Urbino, Confraternita di San Giovanni Battista e Confraternita di San Giuseppe è accompagnata da un testo di Giuliano Santini, coordinata da Francesco Righi e allestita da Fernando Rusciadelli e rimarrà aperta fino al 15 maggio 2022.
Per la prima volta sarà proposta una mostra di Arte Contemporanea che si snoda tra gli spazi degli Oratori intercalando pittura, scultura, disegno e performance in video dell'artista emergente Giulietta Gheller che torna nella sua città natale in un dialogo, non solo artistico, tra l’antico e il contemporaneo .
La Gheller conosce bene questi luoghi avendoli frequentati da studentessa quando li ha studiati ed accompagnava i turisti a visitare gli Oratori diffusi del centro storico. In questi spazi l’artista urbinate affronta con un linguaggio forte i temi del dolore e dell’amore che ci costringono a pensare e a riflettere.
Nell’Oratorio di San Giovanni nella sala Salimbeni, per secoli, furono ospitate persone che si trovavano variamente in difficoltà e qui, per quanto possibile, venivano “curate”. Era un luogo di ricovero, un luogo in cui si accoglieva il bisogno.
In una sede così densa di storie di uomini, storie di difficoltà e di assistenza, vengono presentate opere che parlano del sentirsi indifesi, del trovarsi in stato di abbandono, dell’abbandonarsi allo sguardo dell’altro, di sapersi abbandonare a guardare l'altro.
“Questo era un luogo della pietà. La pietà si riceve e si da per la qualità non perseguita di essere vivi. Chi è vivo ha bisogno di tutto e merita tutto: la pietà è il riconoscimento che una qualunque tra le tante debolezze che ci costituiscono rivela una bellezza che chiede comunque e sempre di essere salvata- nelle opere qui presenti, c’è il tentativo di parlare di bisogno di accudimento e di bisogno di accudire”. Procedendo all’interno dell’Oratorio, nelle sale recentemente restaurate
vengono proposti lavori meno recenti, come le sculture “Metamorfosi: Amore Nascente” e “Metamorfosi: Amore Fusionale” che sviluppano un tema dichiaratamente amoroso.
Nell’Oratorio di San Giuseppe, sede dell’omonima Confraternita che assisteva gli spiranti e i condannati due gallerie settecentesche, un esedra interna, una scala a chiocciola nascosta, una cappella ancora consacrata. Ospiteranno sculture e dipinti che dialogano con le opere antiche.
Nello specifico nel cortile dell’Esedra sono state realizzate tre opere specifiche: i tre grandi archi tamponati diventano tre pale d’altare e a far le veci delle figure sacre si trovano tre tronchi bruciati nell’incendio che ha colpito, pochi anni fa, la vicina collina delle Cesane. Come le pale d’altare erano dedicate ai santi cari alla comunità, così qui le si dedica a reperti/reliquie che risvegliano un pensiero di affezione, di identità e di appartenenza. Le altre opere disseminate negli ambienti interni rinviano sempre a figure che sembrano apparizioni, in una sorta di incanto, puro e tragico: “il momento è breve; la bellezza sconcertante.”
Nell’Oratorio dedicato alle Cinque piaghe che Cristo ricevette sulla croce, luogo che chiede di riflettere sul tema del sacrificio, viene proiettato il cortometraggio che Andrea Laquidara e Angela Cervellieri hanno realizzato con le riprese dal vivo della Performance di Giulietta Gheller “REQUIEM PER UN SUDARIO VUOTO-Azione irreversibile su una scultura”. Si tratta di un video di 9 minuti in cui si assiste ad una performance irripetibile messa in atto sulla spiaggia di Rimini, in un'alba di fine estate. Una scultura in argilla essiccata rappresenta una giovane donna africana, nuda, così come nudi, anche del proprio nome, ci si trova durante il vero pericolo, durante il naufragio. Nel momento in cui le immagini dei viaggi nel Mediterraneo venivano allontanate dai temi d'interesse, questa performance si è sforzata di rimettere al centro l'esperienza di una Perdita: una scultura, realizzata per l'occasione, viene persa senza possibilità di rimedio. É una riflessione sulla capacità di dissipare consapevolmente un valore: imparagonabile rispetto alla vita umana, ma comunque concreto ed evidente, soprattutto considerando il nostro atteggiamento fieramente conservativo di fronte alle opere d’arte. É una riflessione sul senso dell'omissione, sul rifiuto di “contenere in sé qualcosa dell'altro” e l’arte, patrimonio comune (sempre dell’altro), si incarica di diventare l’oggetto di questa perdita.
Kaus Urbino
Confraternita di San Giovanni Battista
Confraternita di San Giuseppe
Opere di Giulietta Gheller
9 aprile / 15 maggio 2022
Da qualche anno, le Confraternite di San Giovanni Battista e San Giuseppe di Urbino, con lo scopo di animare e valorizzare la storica via Barocci, hanno avviato il progetto “Percorso Via Barocci” che intende offrire ai visitatori concerti, mostre e conferenze.
Sabato 9 aprile 2022 alle 18,00 presso l’Oratorio San Giovanni Battista di Urbino si inaugurerà la mostra “Di cenere, ruggine e terra” con opere di Giulietta Gheller, (dipinti, sculture, disegni, performance in video). L’artista ha conseguito due Lauree quadriennali, una in Scultura (Accademia Clementina di Belle Arti di Bologna) e una in Discipline dell’Arte, Musica e Spettacolo (D.A.M.S. di Bologna). Ha avviato l’attività espositiva di pittura e scultura in mostre collettive e personali e in fiere d’arte nazionali indipendenti.
É tra i vincitori nella sezione Scultura del Mediterranean Contemporary Art Prize 2nd edition 2021- (Premio del Presidente di Porta Coeli Foundation); vincitrice del BEST 15 PRIZE a PARATISSIMA 14- ART FAIR Torino e del PREMIO ESCHER per la Scultura ad ARTE SALERNO- International Art Prize 2018.
L’esposizione promossa da Kaus Urbino, Confraternita di San Giovanni Battista e Confraternita di San Giuseppe è accompagnata da un testo di Giuliano Santini, coordinata da Francesco Righi e allestita da Fernando Rusciadelli e rimarrà aperta fino al 15 maggio 2022.
Per la prima volta sarà proposta una mostra di Arte Contemporanea che si snoda tra gli spazi degli Oratori intercalando pittura, scultura, disegno e performance in video dell'artista emergente Giulietta Gheller che torna nella sua città natale in un dialogo, non solo artistico, tra l’antico e il contemporaneo .
La Gheller conosce bene questi luoghi avendoli frequentati da studentessa quando li ha studiati ed accompagnava i turisti a visitare gli Oratori diffusi del centro storico. In questi spazi l’artista urbinate affronta con un linguaggio forte i temi del dolore e dell’amore che ci costringono a pensare e a riflettere.
Nell’Oratorio di San Giovanni nella sala Salimbeni, per secoli, furono ospitate persone che si trovavano variamente in difficoltà e qui, per quanto possibile, venivano “curate”. Era un luogo di ricovero, un luogo in cui si accoglieva il bisogno.
In una sede così densa di storie di uomini, storie di difficoltà e di assistenza, vengono presentate opere che parlano del sentirsi indifesi, del trovarsi in stato di abbandono, dell’abbandonarsi allo sguardo dell’altro, di sapersi abbandonare a guardare l'altro.
“Questo era un luogo della pietà. La pietà si riceve e si da per la qualità non perseguita di essere vivi. Chi è vivo ha bisogno di tutto e merita tutto: la pietà è il riconoscimento che una qualunque tra le tante debolezze che ci costituiscono rivela una bellezza che chiede comunque e sempre di essere salvata- nelle opere qui presenti, c’è il tentativo di parlare di bisogno di accudimento e di bisogno di accudire”. Procedendo all’interno dell’Oratorio, nelle sale recentemente restaurate
vengono proposti lavori meno recenti, come le sculture “Metamorfosi: Amore Nascente” e “Metamorfosi: Amore Fusionale” che sviluppano un tema dichiaratamente amoroso.
Nell’Oratorio di San Giuseppe, sede dell’omonima Confraternita che assisteva gli spiranti e i condannati due gallerie settecentesche, un esedra interna, una scala a chiocciola nascosta, una cappella ancora consacrata. Ospiteranno sculture e dipinti che dialogano con le opere antiche.
Nello specifico nel cortile dell’Esedra sono state realizzate tre opere specifiche: i tre grandi archi tamponati diventano tre pale d’altare e a far le veci delle figure sacre si trovano tre tronchi bruciati nell’incendio che ha colpito, pochi anni fa, la vicina collina delle Cesane. Come le pale d’altare erano dedicate ai santi cari alla comunità, così qui le si dedica a reperti/reliquie che risvegliano un pensiero di affezione, di identità e di appartenenza. Le altre opere disseminate negli ambienti interni rinviano sempre a figure che sembrano apparizioni, in una sorta di incanto, puro e tragico: “il momento è breve; la bellezza sconcertante.”
Nell’Oratorio dedicato alle Cinque piaghe che Cristo ricevette sulla croce, luogo che chiede di riflettere sul tema del sacrificio, viene proiettato il cortometraggio che Andrea Laquidara e Angela Cervellieri hanno realizzato con le riprese dal vivo della Performance di Giulietta Gheller “REQUIEM PER UN SUDARIO VUOTO-Azione irreversibile su una scultura”. Si tratta di un video di 9 minuti in cui si assiste ad una performance irripetibile messa in atto sulla spiaggia di Rimini, in un'alba di fine estate. Una scultura in argilla essiccata rappresenta una giovane donna africana, nuda, così come nudi, anche del proprio nome, ci si trova durante il vero pericolo, durante il naufragio. Nel momento in cui le immagini dei viaggi nel Mediterraneo venivano allontanate dai temi d'interesse, questa performance si è sforzata di rimettere al centro l'esperienza di una Perdita: una scultura, realizzata per l'occasione, viene persa senza possibilità di rimedio. É una riflessione sulla capacità di dissipare consapevolmente un valore: imparagonabile rispetto alla vita umana, ma comunque concreto ed evidente, soprattutto considerando il nostro atteggiamento fieramente conservativo di fronte alle opere d’arte. É una riflessione sul senso dell'omissione, sul rifiuto di “contenere in sé qualcosa dell'altro” e l’arte, patrimonio comune (sempre dell’altro), si incarica di diventare l’oggetto di questa perdita.
Kaus Urbino
Confraternita di San Giovanni Battista
Confraternita di San Giuseppe
09
aprile 2022
Giulietta Gheller – Di cenere, ruggine e terra
Dal 09 aprile al 15 maggio 2022
arte contemporanea
personale
personale
Location
Oratorio di San Giovanni Battista
Urbino, Via Federico Barocci, 31, (PU)
Urbino, Via Federico Barocci, 31, (PU)
Biglietti
Intero euro 5
Ridotto euro 3
Gratuito 0-9 anni
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato ore 10-13 e 15-18
Domenica ore 10-13
Vernissage
9 Aprile 2022, Ore 18,00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico