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Svolgimenti_C’è come un disagio nella stanza
L’uso dei materiali naturali, ‘domestici’ e dei ‘residui urbani’ è il fil rouge tra le opere esposte, realizzate con tecniche miste: installazioni, video, sculture, disegni, incisioni vegetali. libri d’artista
Opere di: Alessia Argento, Vincenzo Barba, Federica Culotta, Rossella Puccio, Monia Rugeri
Comunicato stampa
Segnala l'evento
SVOLGIMENTI
C’È COME UN DISAGIO NELLA STANZA
30.04 >> 08.05 2022
Tre spazi espositivi. Doppia inaugurazione
>> SABATO 30 APRILE 2022 ore 18:30 Museo Sociale Danisinni
Palermo. Ingresso libero
Quattro artiste e un artista per una collettiva diffusa in tre spazi differenti in città, con doppia inaugurazione. In mostra un corpus di opere, installazioni, video, collages e assemblage polimaterici, libri d’artista, sculture, disegni e incisioni vegetali, realizzati con tecniche miste; ma anche “l’arte di interagire”: dalla comunicazione “da scoprire” al catalogo in continuo svolgimento
Sabato 30 aprile doppia inaugurazione di Svolgimenti_C’è come un disagio nella stanza, mostra diffusa che aprirà contemporaneamente in tre spazi diversi di Palermo: ore 16:30 Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPalermo (via Lincoln, 121); ore 18:30 Museo Sociale Danisinni e Cripta ipogea Chiesa Sant’Agnese ai Danisinni (vicolo Ganci, 9 – piazza Danisinni). In mostra le opere di quattro artiste e un artista: Alessia Argento, Vincenzo Barba, Federica Culotta, Rossella Puccio, Monia Rugeri.
In mostra un corpus di opere realizzati con tecniche miste: installazioni, video, collages e assemblage polimaterici, libri d’artista, sculture, disegni e incisioni vegetali. L’uso dei materiali naturali, ‘domestici’ e dei “residui urbani” è il fil rouge tra le varie opere e nella ricerca degli artisti che le hanno prodotte, all’interno di un paesaggio domestico che è divenuto perimetro di intimità e sperimentazione. Anche l’allestimento fa uso di oggetti riciclati dal quotidiano, nella restituzione dello spazio in cui le opere della pandemia sono state create. Pensata per la Settimana delle Culture, promossa dal Museo Sociale Danisinni, è visitabile nei tre spazi espositivi in orari e giorni differenti consultabili sui canali di Svolgimenti, Settimana delle Culture e Mu.S.Da (www.museosocialedanisinni.it). La direzione artistica del ciclo di mostre ‘Svolgimenti’ è a cura di Rossella Puccio, in collaborazione con il neonato collettivo di artisti e professionisti con cui in queste settimane si sta sviluppando progetto di arte diffusa, pubblica, relazionale. Arte della cura, come azione che si integra al quotidiano per innovare e rinnovare. Il futuro è un fatto culturale, ci insegna il grande antropologo Arjun Appadurai, la cultura è diversità nelle geografie quanto nelle visioni di futuro, molteplici, che possono dialogare in un approccio multidisciplinare e democratico.
>>> C’è come un disagio nella stanza, prima mostra del ciclo ‘Svolgimenti’, trae ispirazione dai versi di Amelia Rosselli, nella rielaborazione della strofa iniziale di una sua poesia: “C'è come un dolore nella stanza, ed / è superato in parte: ma vince il peso / degli oggetti, il loro significare / peso e perdita”. Poeta e intellettuale del secolo scorso raccontò le sue stanze del disagio in cui infermità, lutto e dolore seppur insopportabili diventano materia e spazio di sperimentazione. Suoni distorti, allitterazioni, crasi, continue sgrammaticature definiscono l’unicità del paesaggio sonoro ed esistenziale della Rosselli in cui l’artista si prende carico della propria ferita, ma cerca anche il superamento della propria solitudine attraverso un affamato contatto con l’esterno.
«Nelle opere esposte viene raccontata questa condizione esistenziale non per confinarla a un periodo, ma per mostrare come questa sia ancora in svolgimento sulle nostre pelli, e abbia voci e dimensioni che seppur diverse si toccano e dialogano in maniera trasversale – spiega Rossella Puccio -. La pandemia, la quarantena e i suoi decorsi ci hanno traghettato verso uno spazio nuovo, da definire, dal quale tentiamo di emergere, ognuno a suo modo. Uno spostamento che nasconde un disagio biologico e sociale, che ha interessato le persone quanto le città. Questo cambiamento così profondo, radicale, è un punto di non ritorno con il quale però la società nuovamente immersa nelle sue accelerazioni sembra non voler fare i conti». Nel confinamento obbligatorio abbiamo sperimentato un prezioso frammento di decrescita personale, in uno spazio fisicamente ristretto, ma temporalmente dilatato. In questa alterazione il modo di osservare si è modificato, le stanze della casa, gli oggetti della quotidianità hanno assunto una specificità differente. La nostra percezione del sé e del circostante si è ridefinita.
È questa l’officina in cui l’azione degli artisti si concretizza divenendo opera, come necessità di restituire la propria visione, superando l’oggetto stesso, nello svolgimento di un riconoscimento di sé e del circostante intorno, ancora in atto. Pareti, utensili, abiti, giornali, piante, fiori in giardino o sul balcone, terra, pietre dei boschi e delle spiagge vicino casa, sono diventati nella bolla pandemica texture e materia da indagare con il proprio corpo-dispositivo in un’osservazione permeata dalla lentezza, in cui anche la passeggiata viene riscoperta come esperienza estetica ed esplorativa. Le venature delle foglie sono riemerse così come il loro decomporsi, spessore e trasparenza delle cose intorno e “il loro significare peso e perdita”. A riemergere è stato il disagio che tutti hanno universalmente condiviso, una stanza da cui ogni giorno tentiamo di riemergere. Una livella di precarietà emotiva e fisica in cui i nostri confini si sono ridisegnati, ma anche le nostre paure e il peso delle cose dentro e fuori di noi.
>>> Svolgimenti, invito diretto allo spettatore. La comunicazione parte dell’azione artistica. Interazione e diffusione sono alcune delle matrici di questa operazione che fa uso di una comunicazione creativa che punta al coinvolgimento dell’utente come partecipante attivo alla comunicazione, sui social quanto negli spazi vivi della città per rinnovarli. Il concept di questo progetto cerca di portare dentro i linguaggi dell’arte: dall’asemic writing alla poesia visiva – omaggio al maestro Enzo Patti -, alla guerrilla art, all’arte pubblica e relazionale, al gioco. In città, nel corso di questa prima mostra, si potranno trovare locandine “d’interazione” che richiederanno all’utente di compiere un’azione per ottenere tutte le informazioni sull’evento.
>>> Catalogo in svolgimento. L’idea di un catalogo che fosse aperto, infinito, in continuo svolgimento, dove la ‘V’ di Svolgimenti moltiplicandosi diventa elemento grafico che incarna l’idea di un percorso iniziato in cui inserirsi, per sperimentare nuove forme-azioni di coesistenza e interazione. Fasi di un progetto che si costruisce di volta in volta e si dilata accogliendo nuovi elementi. Il sitocatalogo visionabile su Behance (www.behance.net/svolgimenti_) vuole permettere all’utente di seguire l’evoluzione visiva del progetto in uno scrolling infinito; oltre che nelle sue pagine social: Instagram, Facebook e Vimeo (@Svolgimenti).
>>> Svolgimenti il ciclo di mostre e il collettivo. Questa prima collettiva pensata per la Settimana delle Culture inaugura un ciclo di mostre, operazioni diffuse di arte ambientale, pubblica, relazionale ed esperienziale organizzate dal collettivo di artisti e professionisti in varie discipline che sta nascendo proprio in questi mesi. Dopo la pandemia, si è sentita con maggiore urgenza la necessità di riflettere sui cambiamenti che la società ha subito in tema di cura e salute, per metterli al centro di una discussione multidisciplinare, con l’obiettivo di promuovere scambi di esperienze e buone prassi all’interno di una “visione integrativa”, al cui centro vi sono arte-scienza-coscienza e coesistenza di persone e saperi. «Arte e scienza come fondamenti di un’edilizia sociale e umana, una “arte integrativa” – spiega Puccio che prende in prestito la visione della medicina biologica e integrata – che guarda all’individuo nella sua totalità e unicità per renderlo intero, in relazione con la biologia sociale e l’ambiente, che opera in prospettiva del miglioramento dello stile di vita. Capace di integrarsi con i suoi strumenti e i suoi linguaggi nei meccanismi vitali, non per sostituirli, ma per sbloccarli».
L’idea nasce alcuni anni fa da Rossella Puccio, giornalista, tra le cofondatrici del Museo Sociale Danisinni e dell’associazione per la ricerca scientifica Emmanuele, che ha deciso di coniugare l’esperienza nel campo della ricerca scientifica indipendente, dell’arte relazionale e della progettazione sociale in chiave artistica (maturata a Danisinni al fianco di Valentina Console, presidente del Mu.S.Da.), con l’intento di farle dialogare tra loro all’interno di uno ‘spazio diffuso’ che metta in relazione professionisti, artisti, ricercatori e persone di varia formazione. Nel 2020, l’incontro tra Rossella Puccio e Stefania Licata - arteterapeuta e tutor universitario, che opera in comunità con persone con disabilità cognitiva e psichica - ha permesso di riprendere il progetto mettendo al centro il rapporto tra arte e scienza (intesa anche come cura della persona nella sua sfera psico-emotiva, come cura di chi cura, aspetto a cui poco si pensa), a partire dall’avvio di questo collettivo e del primo ciclo ‘Svolgimenti’.
Al progetto hanno da subito aderito le artiste che esporranno a questa prima mostra all’interno della Settimana delle Culture e altri giovani professioniste e professionisti che hanno lavorato in sinergia per lo sviluppo grafico e promozionale: Emanuela Albiolo (graphic designer); Gabriele Girgenti (graphic designer); Martina Raimondi (videomaker). Altri componenti del collettivo: Noemi Puccio (progettazione e bandi, membro associazione Emmanuele per la Ricerca Scientifica); Nicola Didomenico (computer Engineering, ricercatore). Si ringraziano tutte le donne della Biblioteca della Donne e Centro di assistenza legale UDIPALERMO per aver accolto l’idea e sostenuto questo progetto al nascere.
_____________________________________________
SVOLGIMENTI_C’è COME UN DISAGIO NELLA STANZA
30 aprile // 08 maggio Tre spazi espositivi
OPENING >> sabato 30 aprile
ore 16:30 Udipalermo via Lincoln, 121
ore 18:30 Museo Sociale Danisinni / Cripta Sant’Agnese vicolo Ganci, 9 - Piazza Danisinni
ORARI DI APERTURA MOSTRA 30 APRILE >> 08 MAGGIO 2022
>> MUSEO SOCIALE DANISINNI > vicolo Ganci, 9 - Piazza Danisinni, Palermo
tutte le mattine dalle ore 10:00 alle ore 13:00, domenica ore 9:00 /11:00
>> CRIPTA SANT’AGNESE > piazza Danisinni, Parrocchia Sant’Agnese
tutti i pomeriggi ore 16:00 / 18:00 escluso la domenica
>> BIBLIOTECA DELLE DONNE E CENTRO DI CONSULENZA LEGALE UDIPALERMO > Via Lincoln, 121
Giorni di apertura: 30 aprile - 2/3/5/7 maggio
Mattina: Lunedì, martedì, giovedì: dalle 10.00 alle 12.30
Pomeriggio: Lunedì, giovedì, sabato: dalle 16.00 alle 18.30
C’È COME UN DISAGIO NELLA STANZA
30.04 >> 08.05 2022
Tre spazi espositivi. Doppia inaugurazione
>> SABATO 30 APRILE 2022 ore 18:30 Museo Sociale Danisinni
Palermo. Ingresso libero
Quattro artiste e un artista per una collettiva diffusa in tre spazi differenti in città, con doppia inaugurazione. In mostra un corpus di opere, installazioni, video, collages e assemblage polimaterici, libri d’artista, sculture, disegni e incisioni vegetali, realizzati con tecniche miste; ma anche “l’arte di interagire”: dalla comunicazione “da scoprire” al catalogo in continuo svolgimento
Sabato 30 aprile doppia inaugurazione di Svolgimenti_C’è come un disagio nella stanza, mostra diffusa che aprirà contemporaneamente in tre spazi diversi di Palermo: ore 16:30 Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPalermo (via Lincoln, 121); ore 18:30 Museo Sociale Danisinni e Cripta ipogea Chiesa Sant’Agnese ai Danisinni (vicolo Ganci, 9 – piazza Danisinni). In mostra le opere di quattro artiste e un artista: Alessia Argento, Vincenzo Barba, Federica Culotta, Rossella Puccio, Monia Rugeri.
In mostra un corpus di opere realizzati con tecniche miste: installazioni, video, collages e assemblage polimaterici, libri d’artista, sculture, disegni e incisioni vegetali. L’uso dei materiali naturali, ‘domestici’ e dei “residui urbani” è il fil rouge tra le varie opere e nella ricerca degli artisti che le hanno prodotte, all’interno di un paesaggio domestico che è divenuto perimetro di intimità e sperimentazione. Anche l’allestimento fa uso di oggetti riciclati dal quotidiano, nella restituzione dello spazio in cui le opere della pandemia sono state create. Pensata per la Settimana delle Culture, promossa dal Museo Sociale Danisinni, è visitabile nei tre spazi espositivi in orari e giorni differenti consultabili sui canali di Svolgimenti, Settimana delle Culture e Mu.S.Da (www.museosocialedanisinni.it). La direzione artistica del ciclo di mostre ‘Svolgimenti’ è a cura di Rossella Puccio, in collaborazione con il neonato collettivo di artisti e professionisti con cui in queste settimane si sta sviluppando progetto di arte diffusa, pubblica, relazionale. Arte della cura, come azione che si integra al quotidiano per innovare e rinnovare. Il futuro è un fatto culturale, ci insegna il grande antropologo Arjun Appadurai, la cultura è diversità nelle geografie quanto nelle visioni di futuro, molteplici, che possono dialogare in un approccio multidisciplinare e democratico.
>>> C’è come un disagio nella stanza, prima mostra del ciclo ‘Svolgimenti’, trae ispirazione dai versi di Amelia Rosselli, nella rielaborazione della strofa iniziale di una sua poesia: “C'è come un dolore nella stanza, ed / è superato in parte: ma vince il peso / degli oggetti, il loro significare / peso e perdita”. Poeta e intellettuale del secolo scorso raccontò le sue stanze del disagio in cui infermità, lutto e dolore seppur insopportabili diventano materia e spazio di sperimentazione. Suoni distorti, allitterazioni, crasi, continue sgrammaticature definiscono l’unicità del paesaggio sonoro ed esistenziale della Rosselli in cui l’artista si prende carico della propria ferita, ma cerca anche il superamento della propria solitudine attraverso un affamato contatto con l’esterno.
«Nelle opere esposte viene raccontata questa condizione esistenziale non per confinarla a un periodo, ma per mostrare come questa sia ancora in svolgimento sulle nostre pelli, e abbia voci e dimensioni che seppur diverse si toccano e dialogano in maniera trasversale – spiega Rossella Puccio -. La pandemia, la quarantena e i suoi decorsi ci hanno traghettato verso uno spazio nuovo, da definire, dal quale tentiamo di emergere, ognuno a suo modo. Uno spostamento che nasconde un disagio biologico e sociale, che ha interessato le persone quanto le città. Questo cambiamento così profondo, radicale, è un punto di non ritorno con il quale però la società nuovamente immersa nelle sue accelerazioni sembra non voler fare i conti». Nel confinamento obbligatorio abbiamo sperimentato un prezioso frammento di decrescita personale, in uno spazio fisicamente ristretto, ma temporalmente dilatato. In questa alterazione il modo di osservare si è modificato, le stanze della casa, gli oggetti della quotidianità hanno assunto una specificità differente. La nostra percezione del sé e del circostante si è ridefinita.
È questa l’officina in cui l’azione degli artisti si concretizza divenendo opera, come necessità di restituire la propria visione, superando l’oggetto stesso, nello svolgimento di un riconoscimento di sé e del circostante intorno, ancora in atto. Pareti, utensili, abiti, giornali, piante, fiori in giardino o sul balcone, terra, pietre dei boschi e delle spiagge vicino casa, sono diventati nella bolla pandemica texture e materia da indagare con il proprio corpo-dispositivo in un’osservazione permeata dalla lentezza, in cui anche la passeggiata viene riscoperta come esperienza estetica ed esplorativa. Le venature delle foglie sono riemerse così come il loro decomporsi, spessore e trasparenza delle cose intorno e “il loro significare peso e perdita”. A riemergere è stato il disagio che tutti hanno universalmente condiviso, una stanza da cui ogni giorno tentiamo di riemergere. Una livella di precarietà emotiva e fisica in cui i nostri confini si sono ridisegnati, ma anche le nostre paure e il peso delle cose dentro e fuori di noi.
>>> Svolgimenti, invito diretto allo spettatore. La comunicazione parte dell’azione artistica. Interazione e diffusione sono alcune delle matrici di questa operazione che fa uso di una comunicazione creativa che punta al coinvolgimento dell’utente come partecipante attivo alla comunicazione, sui social quanto negli spazi vivi della città per rinnovarli. Il concept di questo progetto cerca di portare dentro i linguaggi dell’arte: dall’asemic writing alla poesia visiva – omaggio al maestro Enzo Patti -, alla guerrilla art, all’arte pubblica e relazionale, al gioco. In città, nel corso di questa prima mostra, si potranno trovare locandine “d’interazione” che richiederanno all’utente di compiere un’azione per ottenere tutte le informazioni sull’evento.
>>> Catalogo in svolgimento. L’idea di un catalogo che fosse aperto, infinito, in continuo svolgimento, dove la ‘V’ di Svolgimenti moltiplicandosi diventa elemento grafico che incarna l’idea di un percorso iniziato in cui inserirsi, per sperimentare nuove forme-azioni di coesistenza e interazione. Fasi di un progetto che si costruisce di volta in volta e si dilata accogliendo nuovi elementi. Il sitocatalogo visionabile su Behance (www.behance.net/svolgimenti_) vuole permettere all’utente di seguire l’evoluzione visiva del progetto in uno scrolling infinito; oltre che nelle sue pagine social: Instagram, Facebook e Vimeo (@Svolgimenti).
>>> Svolgimenti il ciclo di mostre e il collettivo. Questa prima collettiva pensata per la Settimana delle Culture inaugura un ciclo di mostre, operazioni diffuse di arte ambientale, pubblica, relazionale ed esperienziale organizzate dal collettivo di artisti e professionisti in varie discipline che sta nascendo proprio in questi mesi. Dopo la pandemia, si è sentita con maggiore urgenza la necessità di riflettere sui cambiamenti che la società ha subito in tema di cura e salute, per metterli al centro di una discussione multidisciplinare, con l’obiettivo di promuovere scambi di esperienze e buone prassi all’interno di una “visione integrativa”, al cui centro vi sono arte-scienza-coscienza e coesistenza di persone e saperi. «Arte e scienza come fondamenti di un’edilizia sociale e umana, una “arte integrativa” – spiega Puccio che prende in prestito la visione della medicina biologica e integrata – che guarda all’individuo nella sua totalità e unicità per renderlo intero, in relazione con la biologia sociale e l’ambiente, che opera in prospettiva del miglioramento dello stile di vita. Capace di integrarsi con i suoi strumenti e i suoi linguaggi nei meccanismi vitali, non per sostituirli, ma per sbloccarli».
L’idea nasce alcuni anni fa da Rossella Puccio, giornalista, tra le cofondatrici del Museo Sociale Danisinni e dell’associazione per la ricerca scientifica Emmanuele, che ha deciso di coniugare l’esperienza nel campo della ricerca scientifica indipendente, dell’arte relazionale e della progettazione sociale in chiave artistica (maturata a Danisinni al fianco di Valentina Console, presidente del Mu.S.Da.), con l’intento di farle dialogare tra loro all’interno di uno ‘spazio diffuso’ che metta in relazione professionisti, artisti, ricercatori e persone di varia formazione. Nel 2020, l’incontro tra Rossella Puccio e Stefania Licata - arteterapeuta e tutor universitario, che opera in comunità con persone con disabilità cognitiva e psichica - ha permesso di riprendere il progetto mettendo al centro il rapporto tra arte e scienza (intesa anche come cura della persona nella sua sfera psico-emotiva, come cura di chi cura, aspetto a cui poco si pensa), a partire dall’avvio di questo collettivo e del primo ciclo ‘Svolgimenti’.
Al progetto hanno da subito aderito le artiste che esporranno a questa prima mostra all’interno della Settimana delle Culture e altri giovani professioniste e professionisti che hanno lavorato in sinergia per lo sviluppo grafico e promozionale: Emanuela Albiolo (graphic designer); Gabriele Girgenti (graphic designer); Martina Raimondi (videomaker). Altri componenti del collettivo: Noemi Puccio (progettazione e bandi, membro associazione Emmanuele per la Ricerca Scientifica); Nicola Didomenico (computer Engineering, ricercatore). Si ringraziano tutte le donne della Biblioteca della Donne e Centro di assistenza legale UDIPALERMO per aver accolto l’idea e sostenuto questo progetto al nascere.
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SVOLGIMENTI_C’è COME UN DISAGIO NELLA STANZA
30 aprile // 08 maggio Tre spazi espositivi
OPENING >> sabato 30 aprile
ore 16:30 Udipalermo via Lincoln, 121
ore 18:30 Museo Sociale Danisinni / Cripta Sant’Agnese vicolo Ganci, 9 - Piazza Danisinni
ORARI DI APERTURA MOSTRA 30 APRILE >> 08 MAGGIO 2022
>> MUSEO SOCIALE DANISINNI > vicolo Ganci, 9 - Piazza Danisinni, Palermo
tutte le mattine dalle ore 10:00 alle ore 13:00, domenica ore 9:00 /11:00
>> CRIPTA SANT’AGNESE > piazza Danisinni, Parrocchia Sant’Agnese
tutti i pomeriggi ore 16:00 / 18:00 escluso la domenica
>> BIBLIOTECA DELLE DONNE E CENTRO DI CONSULENZA LEGALE UDIPALERMO > Via Lincoln, 121
Giorni di apertura: 30 aprile - 2/3/5/7 maggio
Mattina: Lunedì, martedì, giovedì: dalle 10.00 alle 12.30
Pomeriggio: Lunedì, giovedì, sabato: dalle 16.00 alle 18.30
30
aprile 2022
Svolgimenti_C’è come un disagio nella stanza
Dal 30 aprile all'otto maggio 2022
arte contemporanea
Location
Museo Sociale Danisinni
Palermo, Vicolo Ganci, 9, (PA)
Palermo, Vicolo Ganci, 9, (PA)
Orario di apertura
>> MUSEO SOCIALE DANISINNI > vicolo Ganci, 9 - Piazza Danisinni, Palermo
tutte le mattine dalle ore 10:00 alle ore 13:00, domenica ore 9:00 /11:00
>> CRIPTA IPOGEA SANT’AGNESE > piazza Danisinni, Chiesa Sant’Agnese
tutti i pomeriggi ore 16:00 / 18:00 escluso la domenica
>> BIBLIOTECA DELLE DONNE E CENTRO DI CONSULENZA LEGALE UDIPALERMO > Via Lincoln, 121
Giorni di apertura: 30 aprile - 2/3/5/7 maggio
Mattina: Lunedì, martedì, giovedì: dalle 10.00 alle 12.30
Pomeriggio: Lunedì, giovedì, sabato: dalle 16.00 alle 18.30
Vernissage
30 Aprile 2022, >> ore 16:30 UdiPalermo
>> ore 18:30 Museo Sociale Danisinni e Cripta Ipogea chiesa Sant'Agnese ai Danisinni
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